A Viadana non è solo questione di sponsor
La cosa non sorprende. C'è della maretta sull'asse Viadana - Parma e di mezzo ci sono gli Aironi. Il presidente della franchigia Silvano Melegari, schiettamente, si è levato qualche sassolino dalla scarpa nella giornata di ieri parlando dei cosiddetti soci parmensi, escluso Colorno che "sta facendo ampiamente la sua parte insieme ai mantovani. I parmigiani no. Ci sono dei parmigiani che collaborano e parmigiani detrattori. Attendo risposte definitive riguardo l'impegno finanziario". Mica poco, visto che di mezzo ci sono gli sponsor e già abbiamo avuto modo di parlarne indirettamente, ma poi riportando le dichiarazioni su questo blog, proprio con il presidente Melegari che, analizzando i 7.500.000 euro di bilancio degli Aironi, aveva ricordato come il 65% delle entrate dipendesse da sponsorizzazioni e pubblicità.
Oggi sono arrivate le risposte sia dal Rugby Parma che dal Noceto - le indicazioni geografiche sono importanti, se rapportate al vertice della Fir. "Il Rugby Parma ha sempre collaborato e sempre creduto nel progetto", ha risposto il presidente del club Bernando Borri. "E' un momento generale molto difficile e, come altri, fatichiamo a trovare risorse, ma ci siamo sempre rimboccati le maniche".
Gabriele Ruffolo, presidente del Noceto, ha aggiunto: "Abbiamo una piccola quota e facciamo il possibile. Il rugby a Parma ha grossi problemi: con 4 squadre ci sono sovrapposizioni di sponsor, la situazione è difficile". E' intervenuto anche il Gran Rugby, per bocca del presidente Andrea Bandini, che si lamenta del fatto che "non giocare a Parma di certo non aiuta" nella caccia alla sponsorizzazione. Come se il tutto si riducesse a una questione di stadi, che comunque ha il suo perché. E lo Zaffanella di Viadana nel 2010 ha chiuso un'operazione di restyling che ha permesso di portare a 6.000 posti la capacità, con costi pari a 5 milioni di euro: quindi, la precedenza dovrebbe essere di diritto sua.
Il germe del campanilismo è sempre vivo nel rugby di casa nostra, talmente tanto che dopo aver spedito Benetton Treviso e Aironi in Magners League, il resto langue, con una Eccellenza semiprofessionistica e una qualità del gioco che lascia perplessi. Per dirla in soldoni, non se la fila nessuno se non gli aficionados nella piazze interessate. Ma questo è il Paese dove, in prima votazione, si era deciso di organizzare una franchigia romana per la Celtic, tagliando fuori il Veneto. Poi gli accordi sono stati fatti e le due formazioni italiane si sono trovate catapultate in una nuova dimensione, con pochi indizi e nessuna mappa: ma se da una parte Treviso disponeva già di un gruppo consolidato, sia tecnico che manageriale, a Viadana si sono ritrovati nel maggio scorso a cercare di mettere assieme un prodotto competitivo. Al di là dei risultati ottenibili alla prima partecipazione nel campionato celtico.
"La sfida più grande è quella del primo anno", ha più volte ricordato Melegari, anche con i sottoscritti. E si riferiva anche all'aspetto economico perché senza quattrini, le intenzioni possono essere valevoli, ma di strada se ne fa poca.
A pensar male si fa del peccato, ma a volte ci si azzecca. Nella voglia matta di metterci la faccia, qualcuno in Federazione ha spinto perché gli Aironi avessero una forte componente parmense: la maggioranza, a fare le proporzioni. Poi salta fuori che "il rugby a Parma ha grossi problemi: con 4 squadre ci sono sovrapposizioni di sponsor, la situazione è difficile". Nel corso della stagione si sono verificate anche scelte quanto mai discutibili, come quella di affidare i trequarti mantovani a Gianluca Guidi: una relazione cominciata a dicembre e naufragata a febbraio perché il Guidi un impiego lo avrebbe già, quello di allenatore dell'Italia A. Potrebbe dire: ma anche Shaun Edwards con il Galles. Sì, ma nel frattempo i London Wasps li hanno affidati ad un manager ad interim.
Tirando le somme, la faccia però la mettono gli Aironi e per quanto sia una franchigia, è chiaro e lampante che lo sforzo più grande - e oneroso - lo faccia la componente di casa, quella di Viadana. Con il senno di poi, è andata anche bene che fino ad ora la squadra di Rowland Phillips abbia perso le partite disputate durante il 6 Nazioni, altrimenti il Federale se la sarebbe presa anche con loro (sì, quello che sabato pomeriggio avrebbe avuto il coraggio di affermare che tutto sommato Fabio Semenzato poteva fare qualcosina di più). Ti immagini, a quel punto, che beffa?
Oggi sono arrivate le risposte sia dal Rugby Parma che dal Noceto - le indicazioni geografiche sono importanti, se rapportate al vertice della Fir. "Il Rugby Parma ha sempre collaborato e sempre creduto nel progetto", ha risposto il presidente del club Bernando Borri. "E' un momento generale molto difficile e, come altri, fatichiamo a trovare risorse, ma ci siamo sempre rimboccati le maniche".
Gabriele Ruffolo, presidente del Noceto, ha aggiunto: "Abbiamo una piccola quota e facciamo il possibile. Il rugby a Parma ha grossi problemi: con 4 squadre ci sono sovrapposizioni di sponsor, la situazione è difficile". E' intervenuto anche il Gran Rugby, per bocca del presidente Andrea Bandini, che si lamenta del fatto che "non giocare a Parma di certo non aiuta" nella caccia alla sponsorizzazione. Come se il tutto si riducesse a una questione di stadi, che comunque ha il suo perché. E lo Zaffanella di Viadana nel 2010 ha chiuso un'operazione di restyling che ha permesso di portare a 6.000 posti la capacità, con costi pari a 5 milioni di euro: quindi, la precedenza dovrebbe essere di diritto sua.
Il germe del campanilismo è sempre vivo nel rugby di casa nostra, talmente tanto che dopo aver spedito Benetton Treviso e Aironi in Magners League, il resto langue, con una Eccellenza semiprofessionistica e una qualità del gioco che lascia perplessi. Per dirla in soldoni, non se la fila nessuno se non gli aficionados nella piazze interessate. Ma questo è il Paese dove, in prima votazione, si era deciso di organizzare una franchigia romana per la Celtic, tagliando fuori il Veneto. Poi gli accordi sono stati fatti e le due formazioni italiane si sono trovate catapultate in una nuova dimensione, con pochi indizi e nessuna mappa: ma se da una parte Treviso disponeva già di un gruppo consolidato, sia tecnico che manageriale, a Viadana si sono ritrovati nel maggio scorso a cercare di mettere assieme un prodotto competitivo. Al di là dei risultati ottenibili alla prima partecipazione nel campionato celtico.
"La sfida più grande è quella del primo anno", ha più volte ricordato Melegari, anche con i sottoscritti. E si riferiva anche all'aspetto economico perché senza quattrini, le intenzioni possono essere valevoli, ma di strada se ne fa poca.
A pensar male si fa del peccato, ma a volte ci si azzecca. Nella voglia matta di metterci la faccia, qualcuno in Federazione ha spinto perché gli Aironi avessero una forte componente parmense: la maggioranza, a fare le proporzioni. Poi salta fuori che "il rugby a Parma ha grossi problemi: con 4 squadre ci sono sovrapposizioni di sponsor, la situazione è difficile". Nel corso della stagione si sono verificate anche scelte quanto mai discutibili, come quella di affidare i trequarti mantovani a Gianluca Guidi: una relazione cominciata a dicembre e naufragata a febbraio perché il Guidi un impiego lo avrebbe già, quello di allenatore dell'Italia A. Potrebbe dire: ma anche Shaun Edwards con il Galles. Sì, ma nel frattempo i London Wasps li hanno affidati ad un manager ad interim.
Tirando le somme, la faccia però la mettono gli Aironi e per quanto sia una franchigia, è chiaro e lampante che lo sforzo più grande - e oneroso - lo faccia la componente di casa, quella di Viadana. Con il senno di poi, è andata anche bene che fino ad ora la squadra di Rowland Phillips abbia perso le partite disputate durante il 6 Nazioni, altrimenti il Federale se la sarebbe presa anche con loro (sì, quello che sabato pomeriggio avrebbe avuto il coraggio di affermare che tutto sommato Fabio Semenzato poteva fare qualcosina di più). Ti immagini, a quel punto, che beffa?
3 commenti:
Le evoluzioni della querelle segnalano l'apprezzamento di Melegari per la mossa del Gran Parma di mettere a disposizione il 10% della quota (ne ha il 15%): almeno sono trasparenti.
Dato l'appoggio rivendicato da Melegari di regione e provincia (lombarde), probabile che la direzione prossima del volo degli Aironi sia sempre più sopra e meno sotto il Po (Colorno, quella "brava", ha solo il 5% delle azioni).
Fa sorridere infine (per la tristezza) la voce messa in giro in ambienti romani: la Fir sarebbe stanca dell'insofferenza mostrata da Treviso sin da prima della prima ora e ora anche dagli Aironi (l'Aids lo eviti quando lo conosci, no?) e si starebbe facendo strada la voglia di sponsorizzare una franchigia tutta federale.
Beh prima di tutto vorrebbe dire far saltare una di quelle esistenti (da cui i nicchiamenti dei parmensi?). Ma anche fosse, con che soldi poi?
Risposta: ci sarebbero degli imprenditori ROMANI interessati ...
E uno dice noooo, dopo le figure di non più di un anno fa, non è possibile! Ma son davvero così boccaloni in Fir o parlano così tanto per finta?
Tra l'altro, ora che si vocifera di Milano... Che a questo punto uno dovrebbe alzare la posta, in nome della professionalità, no? Voglio dire: se a Viadana (20.000 abitanti) fanno 3.000 spettatori di media, a Milano minimo minimo - ma proprio a essere manichi di larga -, il doppio. Anzi, ora che ci penso, vado a ricontrollare la geografia amministrativa gallese, scozzese e irlandese, visto che qui ormai si parla di nord-ovest e nord-est, manco fosse Risiko.
Beh, la geografia per franchigie galles ese ti ricordi l'avevamo pubblicata tempo fa con tanto di mappa: tre lungo la costa e Scarlets a coprire tutto il resto, il 95% del Paese ...
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