6 Nations: l'Inghilterra in gita rischia lo scippo
Stadio Flaminio, Roma: Italia 12 - 17 England
(Formazioni come annunciato: pochi lo notano, ma so' finiti - e non da molto - i tempi in cui contro l'Italia giocavano i rincalzi e i giovanotti in valutazione).
La prima cosa che va detta è l'ultima in ordine di apparizione: l'Italia ha tenuto tutto il pubblico, pro e contro, col fiato sospeso fino a pochi minuti dalla fine, cercando la vittoria che è realmente parsa alla sua portata, e scusate se è poco. Almeno nel punteggio, che poi alla fine è quello che conta.
Incassiamo dagli inglesi la sedicesima sconfitta su sedici incontri, vero; solo, rispetto al famoso 19-23 del 10 febbraio 2008 da noi evocato, se quella volta eravamo arrivati in reach degli inglesi solo nel finale, stavolta la partita è rimasta pressocchè sempre in disputa, a dispetto del punticino in meno con cui è terminata.
Si tratta di un indubbio passo in avanti degli italiani: sono riusciti a imporre agli avversari la LORO partita per ritmi (medio bassi) e morfologia (territorio territorio territorio). L'hanno fatto mollando le prudenze eccessive, facendosi vedere con attacchi multifase senza (quasi) mai derogare nel presidio tattico e difensivo, sostenuti dalle due cose che erano mancate a Dublino: rifornimenti dalle fasi statiche e aperture veloci da Tebaldi.
Il downsize nostrano è che con tutti 'sti progressi non siamo mai andati manco vicini a marcar meta. Continuiamo a non pungere ma stavolta ci consoliamo col 4 su 5 del nostro piazzatore amatoriale Mirco Bergamasco (e il zero su uno dalla lunga distanza per Gower); non solo per la sua insperata precisione, ma per essere riusciti a causare dei falli ben piazzabili.
Altro elemento negativo assieme alla sterilità di mete è che cambiano i fattori (l'ala aperta) ma sempre sul nostro largo destro riesce a involarsi la fuga che porta in meta l'avversario. Che è stata alla fine tutta e sola la differenza tra i due team in campo. Qui sosteniamo comunque che ricercare ulteriori miglioramenti alla difesa per come è adesso è assurdo, l'errore isolatato ci sta; il problema è ripararlo in positivo, marcando. Ma ripetiamolo per il morale, per stavolta basta esser riusciti a rispondere a tutti i calci avversari: mai successo prima, è un ulteriore passettino avanti.
Va anche sottolineata prima di esaltarci troppo (per una sconfitta poi ...), la prestazione degli avversari: sottotono, passivi, inefficaci, incapaci di imporre il ritmo, con la mediana dalla testa altrove: erano venuti per fare i cinici e invece sono risultati rinunciatari. Che la prestazione della Francia, cui dovranno render visita nell'ultima giornata, li abbia impressonati al punto da svuotarne le energie? Ah saperlo; tant'è, guardiamo in casa nostra, è stata una prestazione che ha riconciliato la nazionale italiana di rugby, con tutti i suoi limiti, al suo pubblico.
La cronaca
Pronti via, gli inglesi assaltano la nostra linea e ci pressano con violenza: Delon Armitage si lancia con un chip in meta al 33' secondo ma Tebaldi riesce ad anticiparlo con la punta della scarpa. Per qualche minuto ci riducono ai 5 metri ma i nostri ne escono senza troppi affanni. Il segnale è presto dato: dal punto di vista difensivo le nostre terze linee, il pack tutto e i centri mostrano di essere al livello dei famigerati bulldog inglesi, lo confermeranno per tutta la gara.
Dove s'era confidenti di migliorare e invece almeno inizialmente non ci siamo, sono ancora le fonti di gioco: in rimessa Bortolami subisce due rubate in fila e la mischia ordinata viene penalizzata subito da Berdos, consegnando i primi tre punti al piede di Wilkinson. La differenza è che stavolta troviamo le contromisure: Bortolo. fa le finte e manda Geldenhuys alternato a Sole davanti e la rimessa torna ok (due perse su quattrodici), al punto che nel secondo tempo riusciremo addirittura a rubarne una agli inglesi e a sporcarne altre quattro; Castro. e Perugini si mettono giù conservativi senza voler spaccare e tutto fila a meraviglia, anche perchè di mischie ordinate non ne vedremo molte nella gara.
La prima sorpresa è Tebaldi: è bastato dirglielo ( allenandolo per una settimana di fila) e lui apre veloce dalle ruck; soffre ancora di qualche imprecisione nei passaggi e di un piede che, come si dice in Toscana, non lo mangerebbero i maiali, ma è un ragazzo che sta facendo passi da gigante alla sua ottava partita "vera" in carriera.
Altra bella sorpresa che dà il tono del match: non appena Wilko segna il suo penalty, Easter si fa pescare in punizione sul calcio di ripresa e Mirco segna, siamo tre pari al 10'.
La gara assume la trama tattica con abbondanza di famigerato ping pong aereo (alla fine avremo calciato un fantasmagorico 60% dei possessi) ma gli inglesi sono evidentemente stati istruiti di non rischiare allargando - per fortuna: è il nostro punto debole - e ci stanno, rispondendo a tono (andranno abbondantemente sopra il 50% di possessi calciati). Provano ogni tanto a cercar break perlopiù centrali con Ugo Monye e Mark Cueto ma le terze linee con Canale, Garcia e Gower li bloccano. Ogni tanto a ragion veduta ci proviamo anche noi soprattutto con McLean e costruendo pick&go ben sostenuti e veloci, andando anche prossimi alla meta con Zanni che becca al volo un cross forse un po' affrettato di Gower senza poi riuscire ad avanzare.
In generale provochiamo meno affanni alla loro difesa che non loro alla nostra, ma li teniamo bene e tutto sommato abbiamo un decente possesso, non puntiamo solo sul territorio (11 minuti di possesso contro 13 degli inglesi nel primo tempo, 15 contro 18 nel secondo).
La pressione inglese ci fa concedere un paio di penalty ma per fortuna nostra Wilko ha la testa da un'altra parte e li canna entrambe: era dal 2003 che non sbagliava una punizione da titolare della nazionale. Parte della informata critica inglese sostiene che non sarebbe riuscito a prender le misure degli ovali marca Mitre. Mah, una ragione ci sarà, fatto è che non c'era un alito di vento e la giornata era ideale. Ma non diciamo per favore che "gli tremavano le gambe", dài!
Anche Mirco ne sbaglia uno un po' angolato ma al 35' segna quello dello storico vantaggio 6-3 sugli inglesi: non so se sia la prima volta nella storia che li passiamo. Gli inglesi non ci stanno: si sveglia un Riki Flutey sinora abulico, frenato in extremis da un tackle di Craig Gower, dopodichè un fallo su Moody consegna a Jonno un facile modo di pareggiare i conti all'intervallo e fargli superare la frontiera dei 500 punti segnati nel Sei Nazioni.
Alla ripresa l'aspettativa era che gli inglesi avrebbero fatto di tutto per chiudere la partita. Invece accettano ancora il nostro andamento lento intervallato da calcioni alti e qualche partenza ben meditata; in una di queste al 45' Ugo Monye gira guarda caso al largo e sfugge sull'out sinistro al placcaggio in ritardo di Masi, lancia all'interno Armitage in sostegno che a sua volta trova Mathew Tait per superare l'estremo. Wilkinson incredibilmente sbaglia la trasformazione, siamo sul sei a undici.
Da lì alla fine del terzo quarto è il momento peggiore degli italiani: siamo sotto pressione e al 59' Castrogiovanni si fa pescare con le mani in ruck; Berdos ci lascia in 14 e il facile piazzato che ne consegue porta il punteggio sul 6-14.
Da lì spunta un Italian Pride che non ti aspetti: con le spalle al muro sappiamo approfittare del colpevole momento di relax avversario (il massimo risultato col minimo sforzo e il minor rischio il loro mantra: che avessero paura degli infortuni? O ci rispettano così tanto per davvero?). Produciamo il miglior gioco nostro di tutta la partita, il più continuo in attacco con una bella serie di fasi multiple ricche di offload (alla fine ne faremo 13 contro 10 avversari) e aperture alla mano (138 passaggi totali nostri contro 126 avversari), fermate con un certo affanno dagli inglesi.
A otto minuti dalla fine la pressione ci procura un penalty che Mirco centra. In precedenza Gower ne aveva fallito un altro dalla lunga distanza.
Siamo 12-14, a due soli punti, Castrogiovanni è rientrato, ci sono ancora sette minuti da giocare e il momentum è nostro; entra anche il velocista Robertson ma ci manca oggettivamente qualcuno in grado di inventare la meta, ci vorrebbe un intercetto ... o un drop!
Già il drop, l'arma che in una situazione del tutto analoga ci diede la vittoria all'ultimo minuto contro la Scozia nel 2008, ultima nostra vittoria al 6 Nazioni: e mi sovviene la previsione alla vigilia del Torneo: dov'è Marcato? Ehh ...
Mentre cerchiamo il suo numero e quello di Mallett, il drop della sicurezza definitiva ce lo infila Wilkinson e chiude le trasmissioni.
Zanni man of the match con merito; abbiamo trovato un sostituto di Parisse che studia da leader vero, di quelli che danno l'esempio; avremmo volentieri premiato anche la nostra impenetrabile linea dei Gonzi al centro (non ci sono altri linebacker così al Sei Nazioni) o la pulizia e lucidità tattica di McLean, autore del maggior numero di iniziative d'attacco.
Mirco aldilà dei piazzati e della difesa su Cueto - il più sveglio e motivato dei suoi - s'è fatto vedere e trovare diverse volte; un po' in ombra e fuori posizione Masi, ma due anni fa era all'apertura ...
Tutta la terza linea sugli scudi, ha superato un autentico esame di laurea considerando chi aveva davanti: la creme de la creme del "peggio" che quel campionato per pirati che è la Premiership è riuscita a forgiare da anni: Haskell, Moody, Easter. Promossa anche la seconda linea: il pregio di Bortolami non è di essere infallibile, ma di avere l'intelligenza per saper porre riparo agli errori, suoi e dell'emotivo concittadino Ghiraldini, a suo agio da sempre più al largo che nelle fasi chiuse (è sua la penetrazione azzurra più pericolosa di tutta la partita).
Prima linea mmm: meglio che con l'Irlanda ma ci hanno abituato troppo bene e le aspettative sono troppo alte; il solito nervosismo di Castro. è stato bissato anche da Perugini di solito in controllo, richiamato due volte da un tutto sommato buon Berdos (tutto è relativo, c'è chi preferisce Poite o Lewis, Owens o Clancy?). Quanto alla mediana, luci ed ombre: Gower esegue il suo compito con diligenza ma dà l'impressione di poter dare di più se potesse mollare il freno, mentre Tebaldi è in netta crescita ma non è ancora in grado di fare impatto in un Sei Nazioni.
Partita del tutto anonima e svogliata per gran parte degli inglesi, tranne sprazzi delle due ali Cueto e Monye. L'arma segreta Flutey chi l'ha vista, Tait c'era solo quando è servito, Armitage non lo scambio con McLean (...); inguardabili per una volta Care e Wilkinson. Quanto al pack, gli era stato chiesto di esser pari agli italiani e tanto han consegnato, senza dare un'etta in più.
Capitan Borthwick dice, volevamo vincere e abbiamo vinto, punto e a capo, avanti il prossimo; lo fa con omaggi e rispetto per la "fisicità" dei nostri. La stampa inglese comunque "affila il lapis" contro i suoi: i giocatori avranno il loro bel daffare a microfoni spenti, per convincere coach Johnson (che ha le sue responsabilità nella prestazione "brakes on" dei suoi) che questa partita non fa testo e meritano un'altra opportunità, a Twickenham con l'Irlanda. Di andare nella tana dei Bleus all'ultima giornata così però nemmeno se ne parla, non li vedrebbero neppure.
Per i nostri è una iniezione di morale aldilà del dispiacere per l'occasione storica persa. Nell'attesa di ricevere i miglioratissimi ma devastati scozzesi, nel morale e soprattutto negli artigli: Paterson, Rory Lawson e Thom Evans sono fuori per tutto il torneo. Prima ci facevan paura e basta, ora sappiamo che l'attacco "fisico" e per linee centrali lo reggiamo bene; quel che ci manca ancora sono terze linee capaci di fare il break per davvero, come Barkley o Beatty.
18 commenti:
La prima cosa che mi è venuta in mente appena finita la partita è stata "we're getting there".
Durante invece, io e il mio gentile ospite (nel senso di chi mi ha ospitato) ci siamo guardati con due occhi così nel vedere Tebaldi che tirava fuori palloni dalle mischie senza aspettare il treno delle 17. Bravo Tito!
Zanni mi piace sempre più.
Ieri mi è particolarmente piaciuto Mirco (oltre che per i calci) per lo spirito conbattivo in un paio di recuperi difensivi notevoli.
Castro, se non fosse così simpatico, direi che comincia a far girare un po'... gli ovali! :-) Ma la classe non gli manca. Passerà 'sto momentaccio.
Come scrivi, non esaltiamoci troppo per una sconfitta ma, ci sono le premesse perché i soldi per la trasferta di Roma siano ben spesi.
Concordo in pieno forthose: anche per me l'impressioneiniziale (positiva) è stata vedere Tebaldi che estraeva palla dalle ruck senza anestesia.
Alor passo in avanti, il prossimo è capire come finalizzare oltre gli intercetti e le pre-maul.
Scusa Abr, ma l'Aretino, come tutto il pubblico, anche quello inglese, è rimasto scandalizzato dal mancato giallo a Moody: placcaggio in volo e labbrata a McLean. Se l'è cavata con un rimbrottino, il cattivello, ma il buon momento d'inerzia dell'Italia, con un uomo in più, avrebbe potuto portarci a commentare qualcosa di diverso, adesso.
In merito, Galles-Scozia insegna.
è proprio vero che non contiamo un c...o
Mah aretino, leggo in giro la canea dei commenti inveleniti contro l'arbitraggio.
Chi legge qui di frequente sa bene che, primi tra tutti a infrangere un tabù male interpretato qui in provincia, agli arbitri non le mandiamo certo a dire.
Stavolta a mio avviso le lamentele sono fuori luogo, roba da vittimismo latino: la partita è stata ben diretta e siamo stati tutelati; da quando non ci assegnavano sei dico sei punizioni piazzabili? E allooooora ...
Venendo al fallo di Moody (o era Flutey?) poteva benissimo sbatterlo fuori, come anche no: l'ha richiamato, punto e stop.
Gli avesse fatto male o la presa al collo fosse stata decisiva per fermarlo, sarebbe stato diverso. Ma così non è, con buona pace dei vittimisti del tipo "se non c'era quel cornuto vincevamo".
Sono quelli che poi ti trovi a inveire nei campetti di provincia, coi bambini vicini: certa gente lasciamola al calcio per favore.
L'arbitraggio si critica A PATTO di non partire indossando gli occhiali casalinghi: corre? E' vicino all'azione? Capisce di mischia? Etc.etc.
Persino Lewis, il più criticato qui, non è mai stato accusato di partigianeria, ma sempre e solo di non essere in grado di valutare appropriatamente, per competenze e fiato.
E poi, magari non contassimo un...!
L'Irb si farebbe i fattacci suoi invece di insistere coi Celti e farci finire in mezzo alle brughiere con due selezioni.
Io invece critico i fischi a fine partita quando gli inglesi hanno calciato fuori la palla invece di proseguire il gioco. E che dovevano fare? Ogni tanto a noi ci scappa di fare 'ste cose. Era giusto per fare un po' il polemico.
Ps: rivedendo il match, credo a influenzare la giornataccia di Wilko sia stato il fattore campo. Intendo le trombette che scattavano al momento del calcio ;)
Già. C'è anche chi scrive che a Wilko "tremavano le gambe" ...
Già. C'è anche chi scrive che a Wilko "tremavano le gambe" ...
Sarà stato per l'imponenza e la mestosità del Flaminio con le sue incombenti tribune posticce in tubi innocenti!
@ringo: mi sono chiesto la stessa cosa. E cosa dovevano fare a tempo scaduto, con soli 5 punti di scarto? Magari i fischi erano per la prestazione opaca... magari!
:)
(a Wembley sabato erano in 40.000 a vedersi Saracens - Worcester di campionato: forse è perchè non reggeva più cotanta pressione che Wilko s'è ritirato a Tolone ...)
per la prima volta da padova 2008 mi è parso di vedere che i nostri veramente credessero fino all'ultimo nella possibilità di fare il colpo,pur con le nostre armi spuntate.fino ad oggi, anche quando siamo stati vicini nel punteggio(ab e galles lo scorso anno), sembrava che i giocatori stessi non ci credessero ma si accontentassero di evitare la tariffa.
se questo atteggiamento venisse consolidato, sarebbe la migliore eredità della partita di domenica,che resta pur sempre una sconfitta.
castro tiene la "garra" rioplatense,certo che con owens al posto di berdos si beccava il secondo giallo sulla soffiata di poite.
a proposito di berdos:a me piace parecchio e temo che sabato 27 ne rimpiangeremo amaramente l'equanimità e la competenza.
Pienamente d'accordo sull'arbitro, tagus, anche se poteva andare ben peggio di pearson (owens, lewis, CLANCY mioddio!).
Grandi i ns. passi avanti nella direzione mallettiana: direi sulla concentrazione e tenuta mentale per 80 minuti. E' un qualcosa che nessuno prima, manco Berbizier a inizio 2007 - il ns. momento massimo - era riuscito a darci. Gli va riconosciuto.
Ha solo una negativa il Mallett, ma grossa: non comprendere che il piazzatore - droppatore non e' un accessorio.
Wilko ha rovinato il morale ai suoi ma ha vinto la partita; noi senza un Marcato (o un McLean precondizionato e allenato) non avevamo nessuna arma inmano per farcela anche volendo e provandoci, se non un estemporaneo intercetto.
Vedrete che sara' Parks, non Beatty o Barkley, a rovinarci la giornata.
Macchettelodicoaffa' tagus, so che sei d'accordo!
La Scozia ha perso Paterson, ma ha trovato Parks. Marcato continua le sessioni in palestra.
.. e non e' tra i 30 convocati. In compenso c'e' Del Fava, appena tolti i ferri dell'artroscopia ... Mallett e' ideologgico.
lo ammetto e so che non è sportivo, ma so parimenti di essere fra amici e spero che me lo permetterete:quando ho visto parks uscire nel finale della partita di sabato non ho potuto reprimere la speranziella che non riuscisse a rimettersi in piedi per roma(augurandogli apotropaicamente le migliori fortune nella sua vita sportiva e civile dal 28 in avanti,ca va sans dire).
ma proprio adesso lo dovevano ricicciare fuori?
mauro dovrà succhiargli le ruote tutta la partita e gli altri due dovranno tenerne a bada tre mica male.per fortuna manca l'impronunciabile flanker pelato di gloucester.
Strockosh dici? Non gli serve, han trovato una terza linea equilibrata e magistrale con Beattie, Barkley e Kelly Brown.
Interessante come partecipino al gioco d'attacco, non tanto con gli avanti ma quasi da trequarti aggiunti, come si faceva 'na volta.
Perse le due ali e Paterson (rispolvereranno Danielli?) concordo nell'antisportività tra amici al bar: Parks è l'unica differenza reale tra i due team.
Antisportività? Macché, su ragazzi. E' saggia osservazione ;)
'Tel chi il più anglosassone di tutti (e non sto affatto scherzando!). ;)
Grazie per il complimento ;) (tanto si sa, che gli inglesi sono i meno anglosassoni da quelle parti, quindi tanto di guadagnato)
Nothing personal, of course. :)
Volevo solo dire: gli anglosassoni (non tu), quelli che fanno tanto i puritani e poi c'hanno il vizietto nascosto.
Dopo la denuncia di Parra ci ho fatto caso: avete notato gli sgambettini e le spintarelle di un O'Gara a caso?
Del resto in tutti i luoghi comuni c'è sempre un fondamento di verità: il pre-giudizio, proprio gli anglosassoni ce lo insegnano, è la base del giudizio. Si fonda sulla statistica, consente di valutare, di prendere decisioni e quindi agire rapidamente.
Ergo, perchè mai lasciare agli anglosassoni il campo libero nei pregiudizi contro di noi?
La strategia italica perdente al contrario è sempre stata quella del non facciamoci riconoscere, della dissociazione, della adesione, della imitazione del loro "modello superiore"; ma non li commuovi, anzi, così sancisci la tua inferiorità.
Abbiamo concluso la nostra piccola lezione di FRANCESE for the masses :)
Posta un commento