mercoledì 6 aprile 2011

Della mischia ordinata

Ebbene si, siamo fortunati noi rugbisti: la nostra passione ci consente di non essere limitati alla mera cronaca dei tabellini di gara o dei gossip di "calciomercato".
Il nostro sport è un mare refrigerante fatto di memorie in cui tuffarsi, ricco di storia, protagonisti e aneddoti che conciliano quattro chiacchiere e un bel birrino in compagnia, virtuale o no. Basta esser curiosi e appassionati.
Ad esempio, la buttiamo lì come antipasto: forse non tutti sanno che (non lo sapevo nemmeno io fino due minuti fa), la prima partita di rugby documentata nell'esercito britannico si svolse nel 1855 nei pressi di Balaclava, Crimea, Guards vs. Cavalry, appena sei mesi dopo la famosa carica della Light Brigade (25 ottobre 1854). I "nostri" allora si chiamavano  "Bersaglieri Piemontesi" e stavano qualche chilometro più in là.

Non siamo qui a fare i Sotutto, fossimo live davanti a una pinta di stout ne discuteremmo, qui possiamo solo scriverla unidirezionalmente (ma la pinta c'è lo stesso). Lo spunto che ci ha incuriosito e ha lanciato la nostra ricerchina che condividiamo qui è la "tolleranza zero" arbitrale nei confronti dei falli in mischia ordinata, tema caldo dell'ultimo weekend sia in Premiership (Harlequins-Leicester) che in SuperXV (Chiefs-Waratahs).
Già ne avevamo avuto avvisaglie significative nel Sei Nazioni 2011, dove ad esempio fu clamoroso l'arbiraggio platealmente sbrigativo e punitivo dell'irlandese Clancy nei confronti della mischia francese a Twickenham. Nel weekend poi abbiamo avuto i casi sopra menzionati agli angoli opposti del Mondo. L'over-ruling della mischia ordinata per tagliare i tempi morti richiesto dai vertici arbitrali sarà sicuramente un tema cruciale ai prossimi mondiali. Tale "accanimento terapeutico" sta probabilmente ottenendo l'effetto opposto di quanto auspicavano alcuni detrattori (un coach Tutto Nero in particolare, rimasto particolarmente choccato dal display a San Siro, la scorsa stagione): difatti i frequenti interventi arbitrali sulle mischie, lungi dal tagliare i tempi, stanno paradossalmente ridando centralità alla "ripresa del gioco" dopo un in-avanti (come la vedono down under), coi pack più adattati - non è detto siano i più forti - ad approfittare della cosa.

Non è però di regolamenti e interpretazioni che vogliamo parlare stasera, così come lasciamo volentieri ad altri dedicar tempo al taglio di capelli di quel pilone dei Quins espulso con Ayerza.
La curiosità per portarci avanti e trovare solide fondamente storiche prima della inevitabile conflagrazione polemica ai Mondiali è, come mai la mischia ordinata è fatta proprio così? Chi l'ha stabilito? E' sempre stato così?
Ne risulterà un post del tipo di un altro divenuto famoso e del suo seguito, quindi rilassatevi e take it easy, stasera la va così, a cazzeggio (Ringo la chiama "saggistica").

Come spesso succede, col rugby bisogna prenderla larga: la cosa simpatica è che per giustificare com'è fatta la mischia, occorre partire dai trequarti.
Alle origini o meglio alla sua codificazione moderna ai primi dell'Ottocento, il gioco era costituito da una eterna maul (lett.: pestaggio, spintonata) con il pack (branco, muta) indistintamente e appassionatamente a spingere e dar la caccia all'ovale per le terre; quando la palla usciva dal campo o risultava iniocabile, l'arbitro (o prima i capitani) chiamavano la scrum, tutti iniziavano a spingere, ovale in mezzo e si ripartiva.
Fuori dal pack dove stavano i veri uomini  - ancora oggi è così  - alcuni ragazzotti dietro (back) avevano il compito calciare lontano gli ovali emergenti; al che tutti là davanti si disincagliavano dal groviglio e si lanciavano in branco verso il nuovo punto ... di rissa (scrimmage, da cui scrum) più che di incontro.  Presto uno dei backs, quello dal calcio più lungo,  fu arretrato - full-back - lasciando un paio di "half-way-backs" vicini ai margini del mucchio selvaggio per raccogliere l'ovale e passarlo indietro, rendendo più comodo il suo calcio. S'andava affinando una tattica per avanzare detta heeling (tallonaggio, per poi calciare avanti) più efficace rispetto al tentare di strisciare ovale in mano tra le gambe degli avversari.
[Inciso: nel 1878 i creativi gallesi s'inventarono che uno dei due mediani invece di passare indietro caricasse, avanzando palla in mano. Lo chiamarono flying-half-back, mediano volante, contratto in fly-half ].
L'adozione del gioco nelle Università, particolarmente a Cambridge e Oxford, fu una delle chiavi della sua evoluzione: lì c'era chi poteva pensare, teorizzare, sperimentare. Fu così che attorno al 1880 si iniziò a vedere i three-quarters ( nome forse francese, non per gli inglesi; il bello del rugby è che affonda regolarmente le radici nella leggenda) schierati tra gli half e il full back, per avere passaggi più agevoli e fughe al largo. La prima nazionale a presentarne tre, un centre e due wings,  fu quella scozzese nel 1881. Lo step finale, il quarto trequarti o secondo centro, fu una scoperta casuale dei gallesi: si narra che la squadra di Cardiff sostituì il centro indisponibile con uno del pack, un certo Frank E. Hancock; il quale giocò così bene che il coach era riluttante a spostarlo e al rientro del titolare li schierarono tutt'e due centri. Nel giro di pochi anni il quarto tre-quarti era diventato di ruolo; i primi a sfruttarne appieno le potenzialità furono i neozelandesi, non a caso definiti All Backs in uno dei loro primi tour boreali, nome che per un refuso giornalistico divenne l'immortale All Blacks.

Uno dice, bello ma checcentra con la mischia ordinata? C'entra, nel senso che essa si delineò per sottrazioni successive: gli uomini in campo sempre quindici per parte rimanevano (dopo esser stati venti agli albori e anche di più, villaggi interi prima delle codificazioni), quindi dopo l'adozione generalizzata del quarto trequarti "alla gallese", tolti un fullback, due halfback e quattro three quarters, nel pack rimasero in otto. La rarefazione di uomini davanti aiutò il progressivo chiarimento dei ruoli; se il gioco dinamico ("aperto") era ancora approssimativo, a fissare i ruoli furono le necessità della fase statica, "scrum" o come dicono i latini, mischia ordinata (dall'arbitro) o chiusa (per distinguerla dalle fasi "aperte"), che è la ripresa del gioco dopo gli errori veniali: falli involontari, palle ingiocabili.
Ai primi tempi ci si legava come e con chi capitava; i primi a fissare gli uomini del pack alle posizioni creando le specializzazioni per ruolo furono australiani e francesi ai primi del '900, usando lo schieramento diffusosi ovunque natura sui, il 3-2-3 (due "puntelli" - prop - per sostenere il tallonatore, due in seconda linea e tre legati in terza, due ali e un lock); buoni ultimi gli inglesi si adeguarono solo nel 1923. Non era l'unico schema usato: l'obbligo di avere 3 specialisti in prima linea arrivò solo nel 1931 e fino ad allora i neozelandesi usarono uno schema 2-3-2, solo sette in mischia giusto per confermarsi All Backs senza elle, con un winging row staccato che poteva fungere anche da secondo mediano di mischia.

Certo che il rugby è veramente il primo sport Globale: se ai gallesi e agli All Backs si devono le innovazioni dietro, i grandi scolpitori della mischia moderna furono guarda caso i sudafricani: sin dal 1906 a Stellenbosch, per gestire il problema di un flyhalf particolarmente insidioso della rivale Università di Città del Capo, sperimentarono il 3-4-1 moderno, con le due terze ala che diventano flanker all'altezza della seconda linea, per esser più rapidi a lanciarsi sui ball carrier avversari. Non solo: la spinta dei flanker si somma a quella dei prop sbilanciando quelli avversari e il nr.8 può gestire senza interferenze la palla tallonata indietro, staccandosi senza intralci per partire all'attacco e giocare a due col mediano.
Era una rivoluzione analoga al quarto trequarti "alla gallese" di quaran't anni prima: l'effetto sugli schieramenti di mischia differenti era regolarmente micidiale, solo la difficoltà degli spostamenti (e la Grande Guerra) rallentò la diffusione dello schema sudafricano. Nel 1928 gli Springboks demolirono 17-0 gli All Blacks e il loro 2-3-2; nel 1931/32 un tour nelle Isole Britanniche mostrò i vantaggi dello schieramento ai Boreali, gli Australiani lo subirono nel 1933. Prima della Seconda Guerra Mondiale tutte le nazioni avevano adottato il modello di mischia sudafricano, con una unica eccezione: la Scozia, ancorata al tradizionale 3-2-3 fino alla metà degli anni '50.
Ecco la risposta, la mischia come la conosciamo ed è codificata oggi nasce in Sudafrica, passando prima dalla Francia e dall'Australia, un po' dal Galles che pure bada solo ai trequarti e schivando la Scozia, mentre i neozelandesi fanno i fenomeni e gli inglesi scrivono le regole. Non è cambiato granchè,  alla fine ...

5 commenti:

ringo ha detto...

Solo un modo per riprendere il gioco, nè? ;)

massimo coppa zenari ha detto...

un post interessantissimo, grazie. adoro queste storie e queste atmosfere da bel tempo che fu

Abr ha detto...

Tnxs Massimo: è così che "ci" selezioniamo, sulla base di affinità elettive.

tagus ha detto...

le affinità elettive,quant'è vero abr!
"ancora oggi è così",obtorto collo(dopo una vita passata col 15 sulle spalle),devo convenirne.
tuttavia dipende dalla bisogna:se si tratta di liberare una donzella al piano terra di un palazzo in fiamme sfondando un tramezzo van benissimo gli avanti;se detta donzella,però,si trovasse al quinto piano,meglio un agile mediano od un estremo(il 10 no,ora che parcheggia la spider...),sennò ora che mandi su il tallonatore,gli fai fiondare la donzella dalla finestra e sotto preparano i blocchi di salto,te la trovi alla savonarola.se poi la chiamata la fa parisse ed il lancio ghiraldini...

Abr ha detto...

Tagus, come disse un pilone inglese, è tutta una questione di dove sei posizionato nella catena alimentare.
I piloni sono ovviamente in cima, poi ci son le seconde, poi le terze linee (una sorta di pesci pilota nella visione pilonesca della vita); oltre il mediano di mischia, cui viene concesso di posar la mano sulle spalle ai prima linea senza conseguenze, ci stanno i vari tipi di gazzelle, quelle che si svegliano la mattina e si mettono a correre prima del leone etc.etc.
;)

Cmq. le affinità elettive nel caso in questione erano intese sul tipo di argomenti, non tanto sul far parte del pack.

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