Mancano ancora parecchi giorni al 10 aprile, data che segna la ripresa della Heineken Cup con i quarti di finale. Tra i match in programma, ce n'è uno particolarmente interessante: quello tra Munster e Northampton che già si erano giocate il passaggio di turno lo scorso gennaio. Si ritrovano nuovamente faccia a faccia sulla scia di tre incontri disputati contro nella storia della competizione europea: i Saints sconfissero Munster nella finale del 2000 per 9-8, si sono ripetuti quest'anno in casa 31-27, hanno ceduto al Thomond Park l'ultima volta 12-9. E mentre il rugby boreale era concentrato sul Six Nations, hanno conquistato la Anglo Welsh Cup: una bella iniezione di fiducia in vista di un passaggio ad altissima tensione.
Nella rosa degli inglesi compare un nome da tenere d'occhio per il futuro, quello della seconda linea sudafricana Juandre Kruger, approdato tra i Saints all'inizio della stagione 2008/09 dalle file dei Blue Bulls. Il viaggio in Inghilterra, nelle intenzioni anche del club del Sud Africa, serviva a fortificare questo atleta di 23 anni che molto probabilmente, alla fine di questa stagione, tornerà in patria: "Il Sud Africa è il mio paese ed è quello per il quale voglio giocare".
Nella sfortunata spedizione irlandese di gennaio, Kruger si è comunque distinto. Al punto che Neil Francis, ex seconda linea della nazionale verde, ha speso buone parole nei suoi confronti, ricordando come giocatori quali Paul O'Connell (capitano degli ultimi British & Irish Lions) e Donncha O'Callaghan abbiano vissuto con la costante presenza di Kruger alle loro spalle. Dietro a O'Connell compariva la sagome del sudafricano. Poi la sorte ha voluto che i Saints si siano giocati la vittoria proprio in mischia, con O'Connell fuori per un cartellino giallo e quindi in superiorità numerica e il punto di ingaggio a pochi passi dall'area di meta del Munster. Northampton arrivava da dieci vittorie di fila "e così perdere per 12-9 è stata una grande delusione", ricorda ancora oggi Kruger che sottolinea come lui e i suoi compagni di reparto avessero tenuto testa alla mischia irlandese per quasi tutta la partita. Quasi, appunto.
In ambito internazionale, come detto, il ragazzo vorrebbe vestire le maglie che appartengono a Victor Matfield o Bakkies Botha. Come non dargli torto: "Sono stato qui per 18 mesi", afferma in merito alla decisione di lasciare i Saints a fine stagione, "e se avessi deciso di rimanere per un altro anno avrei potuto avere la qualifica per giocare per l'Inghilterra. Ci ho pensato perché ovviamente voglio giocare a livello internazionale". Ma il Sud Africa, per l'appunto, è il suo paese.
Il suo ritorno Oltremanica non potrebbe però essere così scontato: a novembre gli Springboks vi approderanno per la consueta serie di test match autunnali. Un passo alla volta, però: prima c'è la Heineken.
E' iniziata lo scorso weekend la volata finale per la regular season dell'ultima edizione del Super10 italiano: da qui all'otto di maggio verranno disputati i sei turni rimanenti, più un recupero (oggi 30 marzo) di una gara di gennaio non disputata per neve. E' questa linea lunga un paio di mesi, resa possibile dall'assenza di impegni di coppa, l'unica certezza italiana: cosa sarà l'anno prossimo del massimo campionato domestico, è dato sapere solo a grandi linee. In teoria sarà un torneo semipro a 12 club, divisi in due gironi da sei per rendere possibili grandi pause. Il 10 aprile la Fir si riunirà per - si spera - definire tutti i dettagli ancora aperti: chi parteciperà, con quali modalità, con che finalità e premi, con che rapporti con le due "elette" celtiche in termini di scambio di risorse.
Se da una parte la Fir proclama di volere un campionato domestico di livello e quindi invita anche le due prescelte celtiche a investirvi - anche perchè altrimenti si negherebbe il "link" tra Keltia e realtà domestica, base di tutta l'operazione - dall'altra deve rassicurare le rimanenti e così pianta dei bei paletti. Ad esempio la proibizione di far giocare "pro" celtici nel campionato domestico. Un limite che taglia i ponti con la madrepatria per Treviso e gli Aironi: già dovranno allestire squadroni in grado di gestire i fronti Celtico e Heineken, le esigenze della nazionale e come se non bastasse, realtà collegate ma distinte per il campionato locale? Gli Aironi in particolare s'erano già sbilanciati col lato parmigiano del superclub, assegnandogli la responsabilità del campionato nazionale; ma adesso con quali giocatori? Quelli "bravi" ambiranno a fare i "pro" e quindi la Celtic, ma Dondi dice che non permetterà che i club vengano depauperati, quindi semipro li faranno restare? E questi ci starano? E i giovani promettenti dove li schiereranno, nelle panchine celtiche o solo nel campionato locale, quello dove la Fir dice che non si cresce? Mah ... Se tra tutti questi proclami e interessi confliggenti una quadra non venisse trovata, Treviso e le tre (o quattro) componenti degli Aironi non parteciperanno al torneo domestico. Poichè la Fir si è dichiarata restìa a far troppi ripescaggi in caso le aventi diritto rinuncino, in ogni caso il rischio è di trovarsi un campionatino a otto-dieci squadre. Giusto una buona scusa per smantellare nel giro di un anno quel poco che rimane del rugby sui territori e far ingurgitare agli appassionati tanti bei "Lazio vs. Piemonte" o "VenetoFir 1 contro VenetoFir 2" al posto di antiquati derby Rovigo - Petrarca o L'Aquila - Roma.
Un altro rischio di questa fase è la riduzione delle partecipanti italiane alla Challenge Cup europea. Del resto mal che si vuole non duole, quest'anno l'Italia è arrivata al vero e proprio affronto alla organizzatrice ERC : un club, Futura Park Roma, dopo aver incassato il contributo ERC ha esplicitamente e ufficialmente dichiarato che avrebbe usato le sfide di coppa - tra l'altro contro team del calibro di Wasps e Racing Mètro - per far fare esperienza ai giovani e a quelli che giocano poco in campionato. Soldi a parte, una Federazione seria visto che la Lega non c'è più, avrebbe verificato preventivamente intenzioni e capacità, ed eventualmente imposto la immediata sostituzione con altra squadra più motivata a difendere più appropriatamente bandiera e onorabilità dello sport italiano. Invece niente: si va in Celtic perchè le sfide internazionali fan crescere, ma la Challenge evidentemente non conta, alla faccia ad esempio di Northampton Saints che s'è lanciata proprio con tale coppa vinta nella stagione scorsa. Oltretutto al peggio non c'è limite, per la serie "passi indietro" aleggia il progetto Fir di mandare in Challenge non club ma delle non meglio specificate "selezioni territoriali semipro". Una idea retrograda che speriamo vivamente la ERC bocci: in Coppa le nazioni evolute mandano team con tesserati veri qualificatisi attraverso campionati veri e solo Paesi rugbisticamente poco significativi sono autorizzati a inviare selezioni artefatte e apposite.
Tra idee balzane per la coppa e per il campionato domestico, forse è così che questa dirigenza Federale ha deciso di perpetuarsi: da un lato spedendo lontani tra le brughiere celtiche gli indomabili rompic ...., dall'altro creando il deserto in casa. Veniamo al rugby giocato lo scorso weekend in attesa del recupero di oggi:
Treviso fresca di Coppa Italia si libera agevolmente di Parma per sei mete a una, quattro nel primo tempo: Sgarbi, doppietta di DeJaeger, tripletta per Brendan Williams (130 mete in carriera italiana, miglior straniero di sempre) e undici punti per il redivivo Marcato schierato apertura. Nell'anticipo Viadana batte Prato che resta in gara fino al 70'. Otto pari al 20', 11-8 a fine primo tempo, l'indisciplina e i cambi attuati dal tecnico viadanese danno il colpo di grazia ai toscani nel secondo tempo. Ne approfitta Rovigo che battendo Roma raggiunge il Petrarca al terzo posto. Dopo lo svantaggio iniziale, la Femi chiude in vantaggio il primo tempo per 9-6 con tre punizioni di Bustos, poi nel secondo tempo si scatena Andrea Pratichetti nipote dell'allenatore avversario, segnando tre mete in quindici minuti e una quarta nel finale. Il Petrarca perde a l'Aquila per due punti, in una battaglia a calci tra Fraser e Mercier. In fondo alla classifica il Gran Parma batte in casa Venezia e lascia ai lagunari l'ultimo posto in classifica: incontro in bilico fino al 36' della ripresa quando Tito Tebaldi (14 punti totali) segna la meta decisiva.
Update:
’MPS Viadana si porta al comando della regular-season del Campionato Italiano d’Eccellenza Super 10 superando 28-6 nel recupero della decima giornata disputato questo pomeriggio al “Luigi Zaffanella” gli abruzzesi del Ferla L’Aquila. Sul finire della prima frazione, l'ala mantovana Samuele Pace ha firmato la settima meta in campionato, diventando così il miglior realizzatore della stagione. Con il punto di bonus per le quattro mete a segno, Viadana comanda quindi in classifica con 43 punti.
Classifica aggiornata:MPS Viadana punti 43: Benetton Treviso 41; Petrarca Padova e Femi-CZ Rovigo 34; Consiag I Cavalieri Prato 29; Banca Monte Parma 28; Futura Park Rugby Roma 27; Ferla L’Aquila 23; Plusvalore Gran Parma 15; Casinò di Venezia 14
Diciottesima giornata di Guiness Premiership con quattro ancora da disputare: si affermano le prime quattro che presidiano la zona playoff - Tigers, Saints, Saracens e Irish - mentre la quinta Wasps perde il passo in un momento importante; alle sue spalle arriva Bath, in netta ascesa dopo una prima parte di stagione orribile. Questo è stato per certi versi un weekend storico per la Premiership: è il primo in cui agli arbitri è stato raccomandato caldamente di fischiar fallo quando i placcatori non rotolano via, e chi conosce il rugby albionico sa quanto grande sia il cambiamento. L'effetto sul numero di mete, già in calo del 38% rispetto all'anno scorso, è stato lievemente positivo: sono state 21, un po' di più sia rispetto alle ultime giornate che alla media totale di circa 18 mete a turno. Non per caso l'attacco più prolifico della Lega, Leicester, non è anche il migliore come mete segnate - Gloucester.
Round 18
Sat 27th Mar
Bath Rugby
24 - 13
Harlequins
Recreation Ground
11,700
Sat 27th Mar
Gloucester Rugby
19 - 0
Leeds Carnegie
Kingsholm
11,751
Sat 27th Mar
Worcester Warriors
18 - 39
Leicester Tigers
Sixways
11,530
Sat 27th Mar
Northampton Saints
14 - 9
London Wasps
Franklin's Gardens
13,451
Sun 28th Mar
London Irish
38 - 0
Sale Sharks
Madejski Stadium
21,535
Sun 28th Mar
--
Saracens
58 - 15
Newcastle Falcons
Vicarage Road
8,565
La gara importante è quella al Franklin's Garden gremito da oltre 13.000 spettatori, dove la forza nuova Northampton oramai stabilmente installata tra i protagonisti è riuscita a prevalere sulla antica nobiltà dei Wasps che trovano uno stop nello sforzo di riagganciare il vertice. Probabile un po' di defocus in vista del prossimo derby con Gloucester in Amlin Challenge Cup abbia giocato lasua parte. La meta a fine primo tempo del nr.8 irlandese Roger Wilson, l'unica della partita, rompe l'equilibrio al piede tra Cipriani - Walder da una parte e Rehiana - Myler dall'altra. Alla fine un drop di Myler mette il risultato in sicurezza per i padroni di casa. Ora i Saints, rafforzata la posizione nei playoff e con in tasca la LV=Cup, possono dedicarsi alla più che impegnativa trasferta col Munster in Heineken Cup, unica inglese in lizza. E non siamo certi di chi tra i due coach sia il più preoccupato. Tre le sfide testa-coda appannaggio delle prime in classifica: - Leicester senza Castrogiovanni è andata a vincere a Worcester, confermando il suo primo posto e l'ultimo dei Warriors, con tre mete (Youngs, Staunton e Grindal) contro zero e 24 punti di Toby Flood. Per i Warriors 18 punti tutti di Willie Walker, leader nella classifica per punti segnati, mentre quella delle mete è solidamente guidata da Ashton dei Saints con 12, davanti a Simpson Daniel di Gloucester- in foto - con 7; - gli Irish lasciano a zero gli Sharks segnando 5 mete con doppietta di Steffon Armitage; - i Saracens interrompono la china discendente battendo nettamente Newcastle senza limitarsi ai piedi del solito Hougaard ma segnando ben sette mete con doppiette di Joubert e Shalk Brits, poi sostituito da Ongaro (Aguero non convocato, Nieto lungodegente). I Falcons ora sono concentrati nel quarto di finale di Amlin Challenge in cui ospitano Cardiff. Le alte due partite di media classifica: - Bath batte gli Harlequins, portandosi a sole due lunghezze dal quinto posto dei Wasps e a sei dai playoff: tre mete di Bell, Maddock e Olly Barkley che segna anche altri nove punti al piede pur con Butch James in campo, manca solo la quarta per il punto di bonus; - Gloucester con Bortolami titolare e Delve capitano per citare due partenti, lascia a zero Leeds: punti e meta tutti di Robinson. Va segnalata l'uscita immediata di Tindall che probabilmente ne avrà ancora una volta per un po' di tempo.
Ventitreesima giornata su ventisei del campionato francese disputata nel weekend: la nuova formula - sei squadre ai playoff, due direttamente alle semifinali - sta offrendo più incertezze del passato, dominato dalle solite quattro o cinque. Ci sono però anche i problemi finanziari a tener banco nel torneo da questa stagione più ricco al mondo. Sul campo vincono le prime quattro, cade la quinta, mentre la sesta e la settima mettono a segno un passo importante verso i playoff; in fondo con un posto ancora disponibile per la retrocessione, guai per tutti tranne che per Montauban e per un punticino di bonus strappato in casa da Bourgoin.
I campioni in carica di Perpignan vincono in casa con lo Stade per sette mete a due (doppietta per Porical autore di 19 punti totali): partita mai in discussione dalla prima meta al 17' in poi, infarcita di errori difensivi grossolani dei parigini. Grazie al bonus offensivo i catalani raggiungono i punti di Castres al primo posto; per i parigini Mauro B. subentra alla mezz'ora a Leguizamon e il fratello Mirco, entrato nel secondo tempo all'ala chiusa, è autore di una delle due mete. Stagione che gira verso il deludente per lo Stade: sul piano sportivo paiono in salita sia il derby di Heineken Cup a Tolosa che il raggiungere i playoff; infatti il calendario dice che, a parte la penultima ad Albi, avrà in casa Clermont e il derby finale col Racing. Sul piano della motivazione, l'annuncio dell'arrivo nella prossima stagione di un nuovo allenatore come Cheika pare aver ulteriormente destabilizzato l'ambiente. A tutto questo s'aggiunge che anche lo Stade assieme ai notori casi di sofferenza di Montauban e Bourgoin, è tra i club convocati dal DNACG, l'ente della Lega (LNR) che si occupa di analizzare le situazioni finanziarie dei club ed ha il potere di retrocedere quelli in crisi. La squadra di Parigi avrebbe quest'anno un buco di ben 2,5 milioni di euro, dovuto alle minori vendite di maglie, gadget, calendari e biglietti, in particolare nelle prove solitamente riempi-stadio (e casse) allo Stade de France; ci s'è messa pure la neve, con la cancellazione della prova a Bruxelles per la Heineken Cup. Il piano di rientro di Max Guazzini prevede sicuramente anche alcune mosse concordate con Cheika ma pare certo che molti, inclusi i tre italiani, verranno spinti ad andarsene ("poussèe dehor"); per adesso hanno inchiavardato Bastareaud al suo primo contratto da professionista assieme all'altro giovane vendiduenne terza linea Burban; del disegno futuro paiono anche far parte il mediano Dupuy (tre anni di contratto) con Beauxis, pare Tiesi dai Quins e il 24enne Rodriguez dall'Argentina. Torniamo al rugby giocato: Castres batte Bayonne in una partita equilibrata fino al 57' quanto Tekori segna la seconda meta per i padroni di casa. L'estremo Romain Teulet detto Robocop per l'inflessibilità con cui punisce gli avversari indisciplinati è autore di 13 punti e rafforza la leadership nella classifica marcatori. Clermont si libera facilmente di Montpellier inguaiandola al penultimo posto (14 punti con una meta per Brock James), mentre Tolone si affida totalmente a Contepomi autore di una meta e tutti i suoi punti per prevalere fuori casa a Bourgoin sui piazzati di Boyet, che comunque procurano un importantissimo punto di bonus. Wilkinson entra al 60' come primo centro al posto di Sonny Bill Williams, dato per partente verso Sud; oltre alla nazionale, anche nel club Jonno ha trovato un concorrente di livello. Fondamentale in chiave playoff (speranze di) la vittoria casalinga di Biarritz, ancora una volta presa per mano dal duo Yachvili - Traille, su Tolosa. A questa fa da contraltare l'altrettanto importante vittoria del Racing su Brive: due mete per parte, punizioni e drop di Steyn e Mehrtens dànno una botta forse definitiva alle speranze del team di Orquera (non in campo) e Palisson. Infine Montauban porta a casa 4 preziosi punti da Albi che forse risulteranno inutili viste le serie condizioni finanziarie del club.
A tre giornate dalla fine della stagione regolare abbiamo quattro team certi dei playoff ma non della semifinale diretta - Castres, Perpignan, Clermont, Tolone; Tolosa anche pare ragionevolmente tranquillo ma ha un calendario denso di possibili trabocchetti (in casa col Racing e all'ultima con Castres, fuori a Bourgoin), mentre è bagarre per l'ultimo posto disponibile: il primo round è stato vinto dal Racing che chiude la porta a Brive ma il prossimo pare favorevole a Biarritz, che riceve Montauban mentre i parigini andranno a Tolosa. Si arriverebbe quindi allo scontro diretto Biarritz - Racing alla 25' giornata con la padrona di casa a portata di sorpasso. Il tutto perà una settimana dopo lo scontro a San Sebastian con gli Ospreys, quarti di Heineken Cup, la gara della stagione per i Baschi. Teoricamente Brive grazie al calendario più semplice potrebbe ancora approfittarne, mentre per lo Stade solo la matematica lascia ancora aperte le speranze di qualificazione. In fondo Albi è già condannata, mentre Bourgoin e Montauban sono arrivate alla mitica "quota 45" che solitamente assicura la salvezza. A parte però i problemi finanziari delle due (Montauban cerca un milione di euro mentre Bourgoin dovrebbe aver già trovati i 600.000 necessari) , Bayonne e Montpellier sono favorite dai calendari e non mollano.
In attesa di lucidare il piede per i quarti di Heineken Cup, Jonathan Sexton ha condotto Leinster alla vittoria su Connacht nel 14' turno di Celtic League giocato lo scorso fine settimana. Un suo drop ad un minuto dalla fine ha assicurato alla gente di Dublino un 17-14 per continuare a comandare in classficia. Match combattuto, con Connacht che ha messo alle strette i detentori della Heinekn Cup segnando due mete, contro una del Leinster. Il discorso poteva essere chiuso a sette minuti dal fischio finale, quando il TMO ha invece annullato una meta di Sean Cronin. Poi Sexton ha sfornato un drop da 40 metri.
Derby tra ricchi e poveri, illustri e meno quello che ha visto i Dragons di Newport battere gli Ospreys di Swansea 28-20. Ora le due formazioni gallesi in classifica hanno entrambe 33 punti, con gli Ospreys fuori per un punto da zona playoff e Newport al contrario in corsa per un posto al sole, che significa anche Heineken. Jason Tovey ha aperto le marcature con un calcio di punizione per i Dragons che vanno in meta poco dopo con una bella azione, impreziosita da un crosskick dello stesso Tovey per l’ala William Harries, autore della segnatura pesante: 11-10 per i Dragons dopo dieci minuti. Swansea rimane in partita grazie a Dan Biggar che converte anche la meta di James Hook. La svolta al 56’ quando arriva un’altra meta per i Dragons che nel frattempo avevano allungato sempre con il piede di Tovey.
Ancora in corsa, per la Heineken e per i playoff, anche i Blues di Cardiff che superano 19-9 Ulster. Maama Molitika segna l’unica meta dell’incontro nel secondo tempo, mentre Ben Blair mette a segno 14 punti al piede e Ulster paga anche lo scotto di rimanere con un uomo in meno per un giallo sventolato nei minuti finali a Darren Cave. Bella prestazione anche del numero 8 di casa, Xavier Rush, che l’anno prossimo giocherà proprio con i nordirlandesi. Il match rimane aperto con Niall O’Connor che ribatte a Ben Blair, ma Ulster si ritrova in 14 per il primo giallo dell’incontro ai danni di Ryan Caldwell. Nella ripresa arriva la meta di Molitika a fare la differenza.
Perdono invece gli Scarlets 24-10 contro Edinburgh. Una sconfitta che permette al Cardiff di sperare davvero in positivo per un posto in Europa. Per gli scozzesi contanto le mente di Roddy Grant e del solito Tim Vesser, mentre Phil Godman alla fine segna 14 punti al piede. Perde invece l’altra scozzese del gruppo, Glasgow che viene battuta da Munster 27-19. Tre cartellini gialli: uno per i padroni di casa (Ronan al 67’), due per gli ospiti (Morrison al 31’ e Tkachuk al 63’). La partita rimane in equilibro fino alla prima parte del secondo tempo, quando il punteggio è di 14-13 per gli irlandesi che si affidano a O’Gara e alla meta di Hurely nel primo quarto d’ora di match, ma non riescono a scrollarsi di dosso Glasgow che risponde con il piede di Parks e la meta di Barclay. Poi Munster sfrutta l’uomo in più, segna dalla piazzola con O’Gara e chiude i giochi con la meta di De Villiers al 74’.
LA CLASSIFICA a quattro giornate dalla fine della stagione regolare ci racconta di Leinster al comando con 42 punti. Seguono a pari punti Gunners e Munster a 38; Glasgow a 34; Ospreys e Dragons sono entrambe a 33; a 27 rincorre Cardiff, mentre Ulster è a 25; gli Scarlets rimangono a 23, chiude Connacht a 17.
(Leinster Ospreys, Ulster e Connacht hanno una partita da recuperare)
Una volta si diceva "go North" dei giocatori che passavano al (remunerato) rugby XIII, ora siamo alla migrazione verso sud di talenti "incompresi". Aprì la strada, ricorderete, Michalak, ora dopo Danny Cipriani migra anche il grintoso nr.8 Gareth Delve. Il ventisettenne capitano di Gloucester recentemente (ri-)convocato dalla nazionale gallese ha confermato che a partire dal prossimo febbraio sarà coi Melbourne Rebels, la 15' franchigia del SuperRugby agli ordini di coach Rod McQueen, dopo aver rifiutato una offerta dei Cardiff Blues che gli avrebbe consentito di tornare in patria ed essere alla visibilità del coach della nazionale.
Nel mentre il Super14 sta vivendo il suo anno di transizione prima della estensione a XV, la settima giornata è molto negativa per le neozelandesi e molto positiva per le australiane ma davanti a tutti ci stanno sempre i Bulls, pur finalmente "turisti".
Crusaders (terza in classifica) e Stormers (seconda) a riposo, l'unica certezza si chiama Bulls, vincenti nella prima partita in trasferta della loro stagione, a Perth coi Western Force. Dopo una meta di Spies vengono raggiunti e superati dal piede di O'Connor, ma una meta di Mornè Steyn autore di 18 punti e una meta ulteriore di Kichner chiudono la sfida. Anche i Waratahs quarti riescono a vincere in casa una partita sul filo del rasoio coi Blues, prendendo il bonus ma concedendone uno doppio agli ospiti. In vantaggio per tre mete a una nel primo quarto di gara, gli australiani si fanno recuperare con altre due mete sino al 21-19 del riposo. Sono i Blues a passare in vantaggio con la seconda meta di Rene Ranger, poi attorno al 55' la partita cambia leadership per diverse volte, sino alla meta con una "furba" in rimessa di Polota Nau e a quella di intercetto lunga tutto il campo di Lachie Turner. Ventiquatttro i punti con due mete per il mediano Halangahu che lascia Barnes senza calci all'attivo. Qualche polemica sull'arbitraggio sollevata da Pat Lam, coach samoano di Auckland. I Brumbies rimangono appiccicati ai compatrioti vincendo la seconda sfida di australiane contro squadre impegnative neozelandesi della giornata: prevalgono nella partita combattuta coi Chiefs a punteggio molto ravvicinato, raggiungendo il pareggio con Giteau al 72' e passando al 78' con una meta dell'apertura ventenne Matt Toomua. La splendida giornata australiana è chiusa con la vittoria dei Reds sui Cheetahs a Bloemfontein per tre mete a una. In fondo alla classifica prosegue il cammino dei ritrovati Sharks con la seconda vittoria in fila nel torneo, anche questa impegnativa e in trasferta in casa Hurricanes, dove i sudafricani del coach neozelandese Plumtree sono sempre rimasti avanti in una una gara molto tirata dai punteggi sempre ravvicinati, finita due mete a testa e con 16 punti di Pienaar che calcia le punizioni al posto di Goode. Tutte le neozelandesi, Crusaders a parte, sembrano soffrire quest'anno del medesimo difetto, la estremizzazione dei tipici pregi e difetti del rugby Pacifico: focus totale sul reparto arretrato, sulle individualità e sull'uno contro uno, nessuna attenzione alle fasi organizzate di mischia e rimessa. Unica vittoria Kiwi della giornata quella casalinga degli Highlanders sui Lions, i quali riescono comunque a segnare quattro mete oltre che rimanere in testa per quasi tutto il primo tempo.
In classifica, Bulls primi a 28 punti con sei vittorie e zero sconfitte, i Waratahs approfittano dei riposi di Stormers e Crusaders per raggiungerli a 23 punti, tutte con 5 vittorie e una sconfitta (due per i Tah's) . Fuori per ora dalla zona playoff incalzano le altre due australiane, i Brumbies a 21 punti anche loro con un record di 5-2 e i sorprendenti Reds con 19 punti, 4 vinte e due perse. Sotto con tre vittorie il trio neozelandese, sorprendente in negativo, composto da Chiefs, Hurricanes e Blues. Gli Sharks risalgono a 12 punti, poi Highlanders e Cheetahs anch'esse con due vittorie. Ancora a zero vittorie Lions e Western Force.
Chi si avvale del diritto di votare a volte opera con logiche diverse da quelle pertinenti al riconoscimento da attribuire: spesso lo fa per appartenenze e non solo nello sport. Tant'è che a furor di popolo europeo votante, è l'irlandese Tommy Bowe il miglior giocatore del 6 Nations 2010. Il ragazzo classe '84 ha raccolto il 50% delle preferenze, superando di poco il compagno di squadra premiato nel 2009 O'Driscoll (a proposito di appartenenze) ma soprattutto ha stracciato, almeno nelle urne, il francese Imanol Harinordoquy, il sontuoso numero 8 che ha contribuito in modo determinante alla vittoria finale della sua Francia con tanto di Grand Chelem. Il gigante transalpino si è fermato al 20%, seguito dal compagno di squadra Morgan Parra (11% dei voti). Per le statistiche, Bowe ha segnato tre mete al pari di Earls, Williams e Hook nel torneo che non è stato particolarmente frizzante per l'Irlanda detentrice del titolo: una prestazione opaca con l'Italia, la scoppola con la Francia e con la Scozia, le due vittorie su Inghilterra e Galles senza brillare. "E' stato un torneo di emozioni miste per la squadra irlandese, ma essere nominato giocatore di questa edizione è un modo fantastico per concludere quello che è stato un entusiasmante 6 Nations", ha dichiarato l'ala degli Ospreys. "Essere votato giocatore del torneo dai fans è un enorme complimento e li ringrazio per il tempo speso a votarmi".
Qualche giorno prima il solito Adam Kyriacou di Planet Rugby aveva compilato la lista del XV ideale del VI Nazioni; la riportiamo, pur non amando le "pagelle" in sport intrinsecamente di squadra e di amalgama, diversi da quelli individuali come il calcio :P Come sempre seguono le nostre osservazioni/dissent (in red i nostri preferiti):
15 Clément Poitrenaud(France) - Came close: Geordan Murphy (Ireland) Ottimo anche l'esordio di Ben Foden. 14 Tommy Bowe(Ireland) - Came close: Sean Lamont (Scotland) D'accordo sul winner anche se non ha brillato, non sul came close: molti i più consistenti di Lamont, a lui preferiamo Mark Cueto e anche Marc Andreu. 13 Brian O'Driscoll (Ireland) - Came close: Mathieu Bastareaud (France) Del tutto opaca la prova di BoD quest'anno, preferiamo il francese, rivelazione dei primi due match anche se nell'ultimo è stato annullato da Tindall, con Jamie Roberts came close. 12 Yannick Jauzion(France) - Came close: Graeme Morrison (Scotland) Anche noi come Kyriacou siamo punitivi nei confronti delle prove molto rugby league senza scarico di James Hook. 11 Sean Lamont (Scotland) - Came close: Shane Williams(Wales) Con tutta la simpatia questo non è posto per Sean, noi preferiamo la prestazione coronata da tre mete del fuori ruolo Keith Earls; per il came close buona la prima di Ashton e con tutto il rispetto per la star gallese, noi scegliamo Mirco Bergamasco per la sua spendida performance al piede. 10 Dan Parks(Scotland) -Came close: Francois Trinh-Duc (France) 9 Morgan Parra(France) - Came close: Tomas O'Leary (Ireland) 8 Johnnie Beattie (Scotland) - Came close: Imanol Harinordoquy (France) Le due posizioni vanno assolutamente invertite, con tutto il rispetto per il magnifico torneo dello scozzese. 7 David Wallace (Ireland) - Came close: John Barclay (Scotland) Qui per noi vince lo scozzese, came close Mauro Bergamasco. 6 Thierry Dusautoir(France) - Came close: Kelly Brown (Scotland) 5 Alastair Kellock(Scotland) - Came close: Julien Pierre (France) Qui ci sta un came close al nostro Quintin Geldenhuys che non ha mostrato nulla in meno al francese. 4 Lionel Nallet(France) - Came close: Steve Borthwick (England) Il nostro came close va, almeno per rispetto e nonostante il disastro in rimessa nell'ultima partita, a O'Connell. 3 Nicolas Mas(France) - Came close: Adam Jones (Wales) D'accordo sul francese, il gallese came close parimerito a Castrogiovanni e a Murray (nessuno è stato decisivo). 2 William Servat(France) - Came close: Leonardo Ghiraldini (Italy) Nessuna discussione sul leader, per il came close voto di stima per il patavino; in effetti sono mancate le alternative: Hartley si mette in luce ma solo per la grinta, Szarzewski tocchetta qua e là, tutti inferiori gli altri. 1 Thomas Domingo(France) - Came close: Cian Healy (Ireland) Il came close prescelto sorry ma non c'entra con questi livelli, al limite Perugini, suvvia! Ma per meriti sul campo quel posto va tutta la vita a Alan Jacobsen, lo scozzese che ha regolarmente messo l'avversario diretto in seri problemi.
Down Under lo seguono più del Super 14, a Sydney lo considerano sport nazionale superando addirittura il footy. E' il Rugby League, la versione a XIII dello sport con la palla ovale che da non molto ha ri-fatto capolino anche in Italia. Right Rugby ha sempre guardato con simpatia lo sport più strettamente imparentato al nostro Rugby Union e offre volentieri come già nel passato a uno dei massimi esperti italiani, lo spazio per renderci edotti di notizie, sviluppi, campionati. Nella prima puntata del nostro "nuovo corso RL", iniziamo a familiarizzare con le competizioni di vertice appena partite.
Il Punto Rugby League - by Matteo Visonà
La massima espressione del rugby a XIII, checchè ne dicano gli inglesi affezionati al torneo Boreale Super League, è la National Rugby League - NRL - australe. Di questo campionato fanno parte 15 team Australiani, di cui 9 dall'area di Sydney e uno Neozelandese, i Warriors di Auckland; i detentori del titolo di campioni sono i Melbourne Storm che in febbraio hanno anche vinto per 18 - 10 la World Club Challenge Cup contro i Leeds Rhinos campioni della Super League nell'emisfero nord. Il campionato NRL si svolge da marzo sino a ottobre con playoff a 8 squadre e una gran finale. Lo scorso fine settimana il secondo round ha visto il rientro nel RL di Lote Tuqiri coi West Tigers. Ha dimostrato di non essere per nulla arrugginito andando in meta con una cavalcata lunga quasi tutto il campo, mentre il suo compagno di squadra Benji Marshall - che detto per inciso è uno dei più piccoli della combriccola - eroe della Nuova Zelanda campione del mondo e chiamato Mister Magic, ha aperto le danze segnando la prima meta ai Sydney Roosters che poi sono stati in grado di riprendersi il match. I Dragons hanno regolato i Bulldogs agevolmente, mentre i Titans degli italo australiani Anthony Laffranchi e Michael Minichiello danno un dispiacerea Russel Crowe proprietario dei Rabbitohs vincendo all'81' per un solo punto da drop (che nel RL vale un punto). I Cowboys superano di poco i Phanters di Penrith - la ex squadra di Craig Gower - mentre i Melbourne Storm confermano di essere una delle squadre da battere per rincorrere la vetta. I Warriors portano a casa 2 punti facili contro gli Squali, gli Eels sorpassano di poco i Sea Eagles. Infine i Raiders battono i Broncos di Terry Campese, figlio del famoso David.
Parramatta Eels 24 vs 20 Manly-Warringah Sea Eagles Newcastle Knights 14 vs 20 Melbourne Storm South Sydney Rabbitohs 18 vs 19 Gold Coast Titans Canberra Raiders 22 vs 14 Brisbane Broncos Sydney Roosters 44 vs 32 Wests Tigers New Zeland Warriors 30 vs 16 Cronulla-Sutherland Sharks St George Illawarra Dragons 26 vs 06 Canterbury-Bankstown Bulldogs North Queensland Cowboys 28 v 20 Penrith Panthers
Nel nostro emisfero la Super League è già partita da tempo; anche questo è un campionato internazionale con 12 team inglesi concentrati nelle Midlands e al Nord, uno gallese e uno francese - o franco catalano, come amano definirsi a Perpignan. Tiene banco da qualche settimana l'arrivo di Gareth Thomas sia pure a fine carriera. Il debutto sembra avergli lasciato addosso qualche ematoma in più del previsto: infatti il nostro ha barcollato ed è stato sostituito dopo 30'. Giova ricordare che i placcaggi del XIII sono spesso più alti di quelli del XV e hanno lo scopo di bloccare l'avversario senza che questo abbia la possibilità di passare la palla. Sia come sia, il League nel Galles sta vivendo un periodo fortunato: vittoria in Euro Cup e in campionato, spostamento dei Crusaders da Sud a Nord - Wrexam, zona "vergine" dal rugby versione Union - bacino d'utenza aumentato e rumors di clamorosi arrivi - Gavin Henson e Andy Powell. Se la vedono male invece i campioni dei Rhinos Leeds che dopo aver perso per 8 punti la Carnegie Cup (l'intercontinentale del League), navigano a metà classifica con sole 3 vittorie su 7. Sorte avversa anche per la sorpresa dello scorso anno, i Catalans di Perpignan che, complice le numerose assenze per infortunio, hanno raccolto ancora poco, solo 1 vittoria su 7.
Crusaders RL 14 vs 06 Catalans Dragons Leeds Rhinos 10 vs 17 Hull Kingston Rovers Hull FC 18 v 06 Bradford Bulls St. Helens 28 v 18 Warrington Wolves Harlequins RL 18 v 32 Huddersfield Giants Castleford Tigers 22 v 36 Wigan Warriors Wakefield Wildcats 36 v 06 Salford City Reds
Che trionfi o faccia brutte figure, la nazionale di rugby del Galles compie un’operazione sociale non da poco: unisce attorno a sé l’intera regione, abbattendo le barriere tra la classe operaia e quella manageriale. Non si tratta solo di un quadro allegorico, ma di una scienza ben precisa al punto che sul tema è stato inaugurato un nuovo corso e pubblicato un libro da parte della Open University sulla Storia contemporanea del Galles.
Dal pub al circolo, passando per una grigliata nel giardino di casa, nelle scorse settimane tutti hanno affrontato temi come le difficoltà della difesa del XV di Gatland, i diversi ruoli che James Hook potrebbe ricoprire, il logoramento fisico di alcune pedine importanti per questo gruppo e così via. Durante il 6 Nations, l’audience televisiva in occasione dei match dei red dragons ha raggiunto quota 60%.
Devolution - Il Galles dal 1997 ha una propria assemblea rappresentativa che sorge a pochi passi dalla Opera House di Cardiff, nell’area del porto interamente riqualificata. È l’effetto più tangibile della devolution portata avanti anche in Scozia dal New Labour di Tony Blair, anche se la percezione dell’opinione pubblica è stata ed è ben diversa da quella scozzese: i “sì” al referendum di tredici anni fa ottennero una risicata maggioranza e nel 1979 addirittura la proposta di un’assemblea autonoma venne sonoramente bocciata. Perché non è tanto la politica che fa la differenza, quanto lo sport: attorno alla nazionale di rugby il Galles si sente un’entità ben diversa dal resto della Gran Bretagna, in particolare dall’Inghilterra. Non è un caso che il derby con gli uomini dalla rosa sul petto sia molto sentito, sia che si tratti di giocare con un pallone ovale che con quello rotondo del calcio.
Tradizionalmente, il rugby è stato elemento di identificazione usato con sapiente regia dai laburisti gallesi: nel 2005 l’allora coach della nazionale Mike Ruddock era presente al lancio del programma per le elezioni generali. Oggi la musica è però cambiata, il rugby è diventato ufficialmente un fattore trasversale che riguarda i Lib-Dems, i Conservatori e, ovviamente, il Plaid Cymru, il partito nazionalista che ha numeri ben inferiori allo Scottish National Party.
Nord e Sud - Nell’era industriale, riporta la ricerca della Open University, i gallesi si radunavano attorno alle loro chiese, ai sindacati e, soprattutto nel South Wales, ai club di rugby. Una vera e propria militanza che consisteva in un forte senso di lealtà per la squadra locale e un’accesa rivalità verso le altre: oggi la nazionale fa da collante. Nel Nord il clima era diverso: data anche la vicinanza geografica con alcuni grandi società come il Liverpool o il Manchester United, era soprattutto il calcio ad essere maggiormente diffuso. Lo è ancora oggi, ma la nazionale di rugby ha trovato più spazio.
"Arms Park Nationalism" - Cambiamenti sociali, dunque. E cambiamenti sportivi: l’avvento del professionismo e della commercializzazione del prodotto hanno permesso al rugby di entrare a piedi uniti negli ambienti più alti della società. Così mentre le fasce più povere, di fronte ai biglietti sempre più cari, si danno appuntamento nei pub per guardare in Galles in televisione, quelle più abbienti o comunque medio borghesi, hanno occupato sempre più posti al Millennium Stadium. Nonostante il lievitare dei prezzi, persiste tuttavia quel fenomeno che lo storico KO Morgan ha definito “Arms Park Nationalism”: l’identità nazionale dell’Arms Park, il vecchio stadio che ha ceduto il posto al modernissimo Millennium (un Arms Park esiste ancora, accanto al nuovo impianto: è lo stadio dei Cardiff Blues).
In the Valley - In questo contesto, un ultimo fattore da prendere in considerazione: la lingua. Nel Nord/Ovest del regno, la politica si rivolge ai cittadini preferibilmente in gallese, creando in certi casi due mondi paralleli tra chi vive nelle Valleys e chi nelle aree urbane dove si usa volentieri l’inglese, portando i primi a sentirsi esclusi. Ma il rugby non è una questione di accenti o di idiomi e così i due “fronti” si ritrovano uniti quando c’è da tifare per la nazionale.
Cos'è successo nel rugby di club Australe mentre eravamo focalizzati sulle due ultime settimane di passione del Torneo delle Sei Nazioni? Un piccolo riassunto per ricongiungerci con il week by week rugbistico mondiale. Due sono i tornei attualmente in corso da additare a nostro avviso alla attenzione degli appassionati: Il Super14 e la Vodacom Cup in Sudafrica. Il primo per gli ovvii motivi qualitativi di sempre, arricchiti quest'anno dal roll out di interpretazioni piu' stringenti delle regole, di cui alcuni interessanti fallout si sono visti anche nel Sei Nazioni. Il secondo torneo e' l'espressione del movimento rugbistico in un grande Paese, rampante e non limitato per concorrenza (Australia) o per popolazione (Nuova Zelanda); arricchito oltretutto dalla presenza di una selezione namibiana che in pratica e' la Nazionale con cui gli italiani faranno i conti nel tour estivo e dai Pampas argentini, inizio del percorso di integrazione di tutto il rugby australe immaginato dalla Irb ma reso concreto dai sudafricani.
Super14 - Tra continuita' e assestamenti Avevamo lasciato il massimo torneo per club australi al quarto turno, ha compiuto il sesto, nel prossimo weekend tocchera' la boa di meta' stagione regolare. In testa due sudafricane, una neozelandese e una australiana. I due turni passati hanno portato solo vittorie a Bulls, Stormers, Crusaders e Waratahs che guarda caso occupano i primi quattro posti in classifica; sono stati negativi (due sconfitte) per i Lions e i Western Force e non fa notizia, cosi' come non sorprendono le due sconfitte degli Highlanders, mentre lo sono i due passi falsi degli Hurricanes. Tra i quattro team che hanno effettuato nel frattempo il turno di riposo e quindi hanno giocato un a sola partita, vincono Blues e Reds, perdono Cheetahs e, sorpresa solo parziale, i Chiefs.
I Bulls han sinora giocato 5 gare sempre in casa - ma in un campionato in cui il 44% delle vittorie e' in trasferta puo' non significare molto. Nella quinta giornata dopo un turno di sosta han piazzato il loro abituale cinquantone (miglior attacco del torneo con 218 punti segnati) battendo gli Highlanders in una partita finita sette mete a cinque con le doppiette di Spies e Hougaard e la tripletta di Dagg sull'altra sponda. Nella sesta invece han dovuto gestire l'aggressivita' degli Hurricanes, partiti con un 0-12 nel primo quarto di gara. Una meta di Zane Kirchner e le punizioni di Morne' Steyn dominatore della classifica cannonieri con 106 punti marcati, han procurato la striminzita vittoria per un punto dei padroni di casa. Buon per loro, han dimostrato di saper vincere non solo le cavalcate in ampi spazi aperti ma anche le gare con punteggi limitati e tirate fino alla fine. La campagna di rafforzamento precampionato degli Stormers era stata impressive e i risultati si vedono: secondo posto in classifica e stessi punti dei Crusaders per la squadra di Shalk Burger, Bryan Habana e Jaque Fourie. Impressionante e' il loro score difensivo: han subito solo 59 punti sinora con la seconda migliore, i Reds, a concederne 105. Nella quinta giornata avevano sconfitto nettamente e col bonus gli Hurricanes, con l'estremo JC Pietersen secondo cannoniere in classifica a segnare 17 punti. Nello scorso weekend hanno abbattuto anche i Cheetahs, con Pietersen che continua a marcare calci ma anche mete (tre sinora, come Habana). I Crusaders proseguono imperterriti la loro marcia nei playoff con 5 vittorie e una sconfitta come gli Stormers; forse e' il team piu' consistente, col secondo attacco e la terza miglior difesa; 20 le mete segnate ma nessun monopolizzatore: Zach Guildford e Sean Maitland hanno tre mete segnate a testa, Dan Carter e' solo quinto tra i top scorer con 71 punti. Avevano vinto a Waikato con i Chiefs grazie a una super prestazione della mediana Fotuali'i (due mete) - Dan Carter (16 punti), poi han schiantato in casa i derelitti Lions con 5 mete di cui due di Sean Maitland. Ultimo posto playoff per i Waratahs lievemente staccati, con quattro vittorie e due sconfitte sinora, che avevano distrutto i Lions 73 -12 nel quinto turno con nove mete, tutte trasformate da Barnes, di cui 4 di Drew Mitchell che lo proiettano solitario in testa alla classifica dei metaman del torneo con sei, e due dell'altra ala Lachlan Turner; sono poi andati a Perth a strappare una risicata vittoria ai Western Force. Subito sotto ai Tah's ci sono gli altri australiani accreditati nella pre season, i Brumbies dal medesimo record di 4 vittorie e due sconfitte. Vincente per un pelo con gli Sharks in via di resurrezione, la squadra di Giteau, Elsom, Ashley Cooper e Mortlock ha poi perso ad Auckland una combattuta gara coi Blues, condotta nel primo tempo e quasi riacciuffata nel finale. Matt Giteau marca di piu' col piede (19 punti) ma i Blues segnano piu' mete (5, di cui due di Rokocoko). Sotto i Brumbies in classifica ci sono con tre vittorie e due sconfitte i Chiefs, deludenti dopo la partenza a razzo, e la sorpresa Reds: a riposo nell'ultima giornata, nella precedente avevano rifilato 50 punti a Western Force. Sopravanzano le tre vittore e tre sconfitte dell'altra delusione dopo l'inizio promettente, gli Hurricanes, poi troviamo i Blues a chiudere il novero delle potenziali candidate all'ultimo posto nei playoff (sei squadre in quattro punti). Dopo un gap di 5 punti nel punteggio in classifica abbiamo le squadre con record perdente: con due vittorie e tre sconfitte ma nettamente migliorata rispetto alle passate edizioni ci sono i Cheetahs, mentre con una sola vittoria troviamo gli Sharks e gli Highlanders. Per la squadra di Durban in particolare e' finalmente arrivata alla vittoria, in trasferta e proprio a Dunedin, dopo aver sfiorato il risultato positivo a Camberra in un finale che ha lasciato uno strascico di polemiche per via di una decisione arbitrale nel finale (un "kill the ball" deliberato sull'ultimo passaggio a un metro dalla linea di meta, punito con un calcio di punizione e non con la meta tecnica) costata la vittoria ai sudafricani e il posto nel torneo all'arbitro. In fondo classifica senza vittorie Lions e Western Force.
Vodacom Cup - A meta' strada fatta Da disputare la gara cinque sulle sette previste nella regular season del torneo tra le 14 Province (o meglio Unions) Sudafricane piu' le rappresentative namibiana e argentina. Nei quattro turni disputati sinora alla media di piu' di sette mete per partita, a Nord emergono i Blue Bulls, unica squadra ancora imbattuta, tallonati da Golden Lions e Griquas; da segnalare gli Atlantic Pumas, due vittorie e due sconfitte ma miglior attacco del torneo con 24 mete segnate in 4 gare, 159 punti marcati e il flanker Alisatair Kettledas leader del torneo con 5 mete. Soffrono i Welwitchias namibiani con una sola vittoria ma superano Griffons e Valke in classifica; possono contare sul piede del ventunenne Chrisander Botha, secondo marcatore del torneo con 56 punti. Nel girone Sud primi i Free State Cheetahs a pari punti coi Boland Kavaliers, ma anche Western Province e' ancora in corsa - con l'anziano e sfortunato Willem DeWaal terzo marcatore del torneo, inseguiti da Natal. Buon esordio per i Pampas XV: una vittoria un pareggio una sconfitta e una gara da recuperare, proprio con gli Eagles unica squadra del torneo davanti agli argentini per prestazioni difensive. Tra gli argentini in evidenza Avramovic (due stagioni a Montauban, prima a Worcester) e Gosio con tre mete. Assieme agli Eagles, Eastern Province e' sotto con una sola vittoria nonostante Justin Peach, miglior marcatore del torneo. Border Bulldogs a zero vittorie.
L'Italia al Sei Nazioni 2010, il dibattito e' aperto: siamo andati bene? Siamo andati male? Sempre fermi li' al medesimo posto da diec'anni a questa parte stiamo? Se tra i i tifosi come al solito infuria il dibattito, l'ambiente invece, segnatamente Mallett e i giocatori, mostra un uniforme cauto ottimismo. Il quale se significa morale e ulteriore voglia di miglioramento, e' il benvenuto. Tra le dichiarazioni al contagocce dei boss della Federazione pare invece serpeggiare qualche scetticismo, se non distacco, con qualche frecciatina -avviso indiretto al management tecnico. Traduciamo allora qui un contributo esterno: la incoraggiante visione della situazione italiana che delinea James Mortimer per il netowrk sudafricano Sportingo. Da distante spesso si perdono dei dettagli, ma capita di vedere meglio il quadro d'insieme. Col vantaggio che distacco significa anche disinteresse, nel senso buono del termine. A parte infatti richiamare l'attenzione dei sudafricani nei confronti dell'Italia prossima visitatrice, James non tira l'acqua al mulino di nessuno. Non sempre, o non piu', ci pare si possa dirlo per quello che si legge dalle nostre parti.
Gli sviluppi nel Six Nations italiano promettono bene per il futuro degli Azzurri
by James Mortimer per Sportingo
Mentre gli Azzurri hanno concluso il loro Six Nations al quinto posto - e' la terza volta di fila che chiudono in cantina - gli italiani possono tirar le somme di una campagna solida. Quattro sconfitte non costituiscono un successo in termini classici ma non c'e' dubbio che gradualmente il rugby italiano sta diventando piu' solido, interrompendo una striscia perdente lunga due anni nel Six Nations con la sconfitta di Scotland per 16-12 e con buone prestazioni contro i team piu' potenti. Tra l'altro la loro vittoria contro "the Thistles" andrebbe considerata nella prospettiva di Scotland che rompe la festa irlandese al Croke Park, una sconfitta che ha assicurato un bel po' di ottimo craicper i loro tifosi nel terzo tempo post match a Dublino.
Una analisi delle partite degli italiani mostra il loro sviluppo. Nel secondo tempo contro l'Irlanda han perso 3-6; un risultato notevole considerando che erano stati messi alle corde dai campioni uscenti nella prima meta'. Quando a Roma e' arrivata l'Inghilterra pochi avrebbero predetto che gli italiani avrebbero avuto la vittoria alla loro portata per gran parte della partita - per perdere alla fine 12-17 - con un drop al 74' di Jonny Wilkinson a chiudere la partita per gli ospiti. E contro la Francia sono riusciti a risalire la china negli ultimi 12 minuti con un parziale di 14 a zero. Due mete contro i campioni del Six Nations – lo stesso numero segnato dal Wales, piu' di ogni altra squadra del torneo.
Il futuro dell'Italia e' luminoso. Dalla prossima stagione la Magners League accogliera' il Benetton Rugby e il nuovo super club Aironi Rugby, il che significa che il rugby italiano ora ha una strada piu' naturale per progredire – dal Super 10 alla Magners, al rugby della Heineken Cup fino al Six Nations. Ma piu' che tutto questo, la squadra italiana si sta guadagnando qualche riconoscimento. il coach Nick Mallet mostra di andare avanti rispetto al game plan rivolto a minimizzare i danni da lui favorito nel passato: se l'attacco al largo ancora soffre, altri aspetti del gioco sono certamente a livello di Test rugby. "This team never lack heart," ha dichiarato l'ex coach degli Springbok. "Sono contento della nostra difesa. Abbiamo concesso solo tre mete al Wales, in passato ne prendevamo otto. Sono dei bravi ragazzi col desiderio di crescere e abbiamo segnato 5 mete molto belle nel torneo."
Quando l'Italia registrava i suoi migliori risultati alla fine del secolo passato, molti di questi erano dovuti al piede di Diego Dominguez: l'Italia ha sofferto la mancanza sia del suo controllo dell'apertura che i suoi calci teleguidati. Anche se suddivisa tra due giocatori, l'Italia parrebbe aver trovato una soluzione in queste due aree. Il veterano Mirco Bergamasco sta diventando un kicker di tutto rispetto, mentre l'ex playmaker dei Penrith Panthers Craig Gower sta costantemente crescendo. Anche se l'Australiano gioca spesso centro nel suo club Bayonne – la qual cosa inibisce la sua crescita come apertura – la sua capacita' di difesa tipicamente rugby league e la sua confidenza con l'ovale in mano sta agevolando gli italiani. "Gower non e' una apertura naturale ma e' un giocatore di talento" ha dichiarato l'ex avanti della nazionale Giampiero de Carli alla Reuters. "Per adesso e' la nostra miglior soluzione. La squadra puo' predisporre giocate con quelle mani, creare opportunita'.”
L'Italia ora sposta la sua attenzione agli Springboks, con Mallet senza dubbi pronto a lamentare ancora l'orrendo calendario riservato alla sua squadra, per il quale li vedremo vantare a partire da inizio anno sette incontri contro le potenze del Tri Nations piu' dieci partite del Six Nations in circa 16 mesi. Ma questo accelera l'evoluzione della squadra. E' improbabile che gli italiani possano celebrare la loro prima volta vittoriosa contro il South Africa avendo perso tutti i precedenti otto incontri. Ma le ultime due sconfitte per 26 e 22 punti hanno mostrato continui miglioramenti e negli anni a venire potranno cominciare a provare a prendere qualche scalpo a squadre del Tri Nations. Se i loro progressi continuassero, potrebbero essere i Wallabies o gli Irlandesi nel corso della Coppa del Mondo 2011 a diventare una sorpresa preda degli Azzurri?
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