mercoledì 19 gennaio 2011

Arriva l'indicatore delle prestazioni

In questo blog si chiacchiera e si descrive (quasi) ogni singola partita internazionale ma alla fine molto è sensazione personale, sensibilità individuale, maggiore o minore "occhio" per certe fasi e certi ruoli in campo. E' normale, la discussione e le opinioni (motivate) sono uno dei belli dello sport, del rugby in particolare; molto spesso però affermazioni del tipo "Tizio ha giocato bene", aldilà della autorevolezza di chi le fa lasciano il tempo che trovano, spesso sanno di calcistico; soprattutto non aiutano a rispondere a domande del tipo:" è meglio Tizio o Caio in quel determinato ruolo?", domanda classica da selezionatore della nazionale - o da appassionato che analizza le scelte.
Dopo lungo tempo e molti studi è finalmente disponile il primo metodo scientifico di rilevazione delle performance dei singoli atleti del rugby, basato su formule e modelli matematici, ruolo per ruolo: è l'Amlin Opta Index, sviluppato dalla Opta, società di analisi e raccolta di dati sportivi; porta il timbro ufficiale ERC e analizza e compara le prestazioni in entrambe le Coppe Europee. Viene citato e usato anche dal nostro giornale preferito, il Telegraph, quindi chi siamo noi per tirarci indietro? Non lo fa di certo l'anima più "statistica" di questo blog.

L'indice funziona così: ogni turno delle competizioni europee viene analizzato raccogliendo automaticamente statistiche individuali dettagliate, mediante software di analisi delle immagini che riconoscono, catturano e catalogano automaticamente le azioni rilevanti. A ogni azione personale il sistema assegna un punteggio che dipende dall'esito e dalla sua importanza nel contesto della gara, "pesandola" rispetto al minuto di gioco, alla posizione in campo e a quando vengono marcati punti; quindi ad esempio un placcaggio mancato non vale sempre "meno 5", bensì vengono pesate le conseguenze dell'errore.
Dopodichè ai singoli punteggi accumulati individualmente, vengono applicati dei coefficienti di gara, basati su dati storici delle Coppe che determinano la difficoltà di quella certa partita, in modo da tener conto delle differenti "opposition" che gli individui trovano in campo. Questo consente di ottenere dati che, comparati ruolo per ruolo, possono dare una base quantitativa di un certo spessore all'antico "ieri Tizio ha giocato meglio di Caio", anche se si trovavano a trecento miglia di distanza ed erano impegnati con avversari di livello diverso.


Prima dell'ultimo turno delle Coppe, l'indice Amlin Opta del quarto round disegnava il seguente "All Star European Team" - notare la presenza di giocatori inpegnati sia in Heineken che in Challenge, a riprova della "imparzialità" del modello rispetto alla qualità degli avversari incontrati.

15. Ben Foden (Saints)
14. Tim Visser (Edimburgh)
13. Henry Fa'afili (Leeds)
12. Tom May (Toulon)
11. Matt Banahan (Bath)
10. Felipe Contempomi (Toulon)
9. Ruan Pienaar (Ulster)
8. Louis Picamoles (Toulouse)
7. Alfie To'oala (Leeds)
6. Rob Harley (Glasgow)
5. Corniel Van Zyl (Benetton)
4. Mick O'Driscoll (Munster)
3. Brian Mujati (Saints)
2. Schalk Brits (Saracens)
1. Davit Kinchagishvili (Brive)

Ad esempio Ben Foden era primo nel suo ruolo per aver accumulato punti grazie a 108 metri corsi in otto drive contro Cardiff, rompendo la linea difensiva tre volte e battendo sette avversari; Matt Banahan aveva segnato una meta e portato palla 10 volte contro Ulster, con nove placcaggi "buoni" su nove tentati e sicuramente resterà ben piazzato anche nel quinto turno, dopo le 4 mete segnate agli Aironi. Contepomi vinceva l'apertura All Star per un sei su sei dalla piazzola, più una meta e un assist nella partita contro gli Irish. Che dire poi delle 25 portate di palla di Picamoles nel turno?
Diventa allora un segno dei tempi nuovi il Telegraph che, sulla scorta dei dati dell'Index, raccomandava la settimana scorsa a coach Martin Johnson i Saints Tom Wood e Phil Dowson (in foto) -quest'ultimo superato nel ruolo da Corniel Van Zyl della Benetton - mai selezionati nella nazionale inglese, al posto degli infortunati Croft e Lawes. E' un nuovo modo di approcciare l'annoso tema di chi sia meglio o più in forma; sarebbe la fine dell'opinionismo come lo si conosceva fino a oggi, a chi urla più forte e a chi sa articolar meglio la favella.

7 commenti:

ringo ha detto...

Mica male il XV sopra riportato...

tagus ha detto...

azz,se gli algoritmi che già mi perseguitano quotidianamente prendono piede pure in ovalia non mi restano che il pallone elastico ed il calcio fiorentino.
scherzi a parte è senza dubbio interessante;penso ad un selezionatore che va a vedersi una partita:non può seguire tutti i 30 in campo e quindi si focalizza solo su alcuni giocatori.
un indicatore del genere può aiutare.
certo,i parametri andrebbero settati temperando le istanze di un nerd dell'mit e di un pilone basco.
poi resta sempre la mia fiducia nel potere di definizione dell'occhio umano;ricordo nembo kid bonetti che quando dava un'opinione su cose di rugby non sbagliava mai,ed aveva anche l'eleganza di premettere sempre"secondo me",lui che avrebbe potuto far cadere le sue opinioni dall'alto di una carriera leggendaria.

p.s. in mancanza del nerd dell'mit va bene anche un'apertura

Abr ha detto...

don't worry tagus, niente algoritmi, avremo solo tabelle di risultati, da "utilizzatori finali" :)
Ci sono i nembo Kid ma anche molti quacquaracquà in giro, e anche i migliori ogni tanto prendono un abbaglio o sono "biased", magari sul loro vecchio ruolo o reparto, è umano.
Quindi strumenti del genere aiutano, come lo farebbe un contachilometri o un navigatore satellitare.
Alla fine è analisi, dati: nulla per ora sostituisce il cervello umano nella capacità di sintesi finale e di discrimine, nemmeno in una cabina di Airbus.

ps.: meglio un flanker o al limite un mediano di un'apertura: questi ultimi spesso hanno il difetto di guardare il campo e la linea, poco il pack .... ;)

ringo ha detto...

Io non sto capendo una mazza. Mi sembrate quei coordinator della difesa o dell'attacco della NFL che stanno ai piani alti per avere una miglior visuale e comunicano con l'head coach a bordo campo, tra codici enigmatici che hanno un solo scopo: placcare se c'è da difendere, trovare il buco se c'è da attaccare.

Abr ha detto...

Eh si, l'obiettivo è quello. Il punto è come raggiungerlo. C'è ancora chi si fida dell'occhio clinico, c'è chi ogni tanto invece guarda anche il contachilometri per sapere la velocità.
Senza andare nell'Nfl, basta guardare le panchine del rugby serio (anch'esse in alto in tribuna, francesi a parte): ce n'è uno senza un video analyst e un pc vicino?

ringo ha detto...

Assolutamente no, tutti a sponsorizzare spesso una nota marca con una mela morsicata come simbolo ;)
D'altronde ci sta tutto, in un'ottica diversa del rugby serio, fatto di impegni per tutto l'anno.

Abr ha detto...

Proprio la mela morsicata è un indizio potente: quando ce l'hai o sei un designer gay o un fashion victim, oppure hai bisogno di elaborazione di immagini potente. Parlo in genere, eh ...

Quel finale tra il romantico e il rassegnato: "un'ottica diversa del rugby serio, fatto di impegni tutto l'anno", mi da' lo spunto per un post. Vediamo stanotte.

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