venerdì 11 febbraio 2011

Inghilterra e Italia si aggiustano. E c'è pure l'economista

Da una parte e dell'altra, un paio di accorgimenti nei due XV che domani pomeriggio si affronteranno a Twickenham (kick off alle 14.30 ora londinese, le 15.30 italiane e diretta su Sky Sport). L'Italia di Nick Mallett opera un cambio in mediana, dove debutta ufficialmente dal primo minuto Fabio Semenzato, chiamato in gruppo sabato scorso dopo l'infortunio a Edoardo Ugo Gori. Doveva partire dal primo minuto Pablo Canavosio, che però si siede in panchina: "Ci ha informati di avvertire ancora un affaticamento generale", ha fatto sapere il manager della nazionale, Luigi Troiani. A questo punto, la scelta non è potuta che ricadere su Semenzato che quindi agirà al fianco di Luciano Orquera.
Per quanto riguarda l'Inghilterra, Martin Johnson ha deciso invece di schierare subito il pilone dei London Irish, Alex Corbisiero (nella foto). Il forfait di turno è quello di Andy Sheridan, alle prese con fastidi alla schiena. Corbisiero era già finito nella distinta del suo club per il turno di Aviva Premiership, dopo essersi allenato per tutta settimana con il gruppo di Johnson, al quale si era aggregato in seguito all'infortunio di Tim Payne. 23 anni, nato a New York da madre inglese e padre chiaramente di origine italo-americana, ha studiato alla London School of Economics - scusate se è poco -, ed è sceso in campo nelle ultime due settimane con la maglia dei Saxons, con i quali ha debuttato nella Chruchill Cup 2010. Da domani, diventa rugbisticamente maggiorenne.

- La versione di Abr - Affaticamento diplomatico quello di Canavosio, o palla colta al balzo dal coaching staff italiano dopo aver avuto una impressione positiva dagli allenamenti di Semenzato?
Era infatti stata palesata insoddisfazione per la prova dell'esperto mediano degli Aironi con l'Irlanda: nessun errore per carità, piuttosto scelte conservative, coinvolgimento della linea arretrata troppo scontato e sporadico. Pesa anche quel 32% di possessi calciati poco oculatamente, la maggior parte grubber suoi; certo che se la consegna ai trequarti è quella di mantenere la linea a tutti i costi e non farne salire mai almeno uno ...
Nella realtà e proprio per non colpevolizzare nessuno, è difficile continuare a fingere che il colpevole della nostra sconfitta minimale siano state le scelte in mediana piuttosto che "l'esperienza" o gli "episodi": l'Italia ha perso la partita dalla piazzola (5 punti persi) e con quel zero su due drop (altri sei), punto e fine delle trasmissioni. Se poi vogliamo chiamarla "esperienza", va bene ...
Ok, comunque cosa fatta capo ha, it's time to move on. Come fare per non rimaner travolti dalla corazzata pesante inglese, uscita dal porto a tutto vapore sulle ali di una vittoria, quella al Millennium, che non capitava dall'anno benedetto 2003 (Grand Slam e Coppa del Mondo)?
Gli inglesi han mostrato di saper giocare in modo decentemente espansivo pur senza mai sbilanciarsi (come invece capitato ai francesi, i peggiori difensori del primo turno con ben 25 placcaggi mancati), facendo convergere Ashton e Cueto verso il centro, usando Youngs e soprattutto Flood come "cavalleria esplorante" nei varchi delle difese avversarie. Quando sono stati schiacciati dalla foga gallese però, Albione ha mostrato di non aver dimenticato le basi del suo vecchio gioco, quello degli avanti e della linea con Tindall, dei duri che concedono poco, conservando il possesso e calciando per spostare avanti il gioco (pressappoco quanto l'Italia: 33%). La cosa che ha impressionato dei Bianchi della Rosa, oltre all'attenzione difensiva (solo 3% di tackles sbagliati, metà degli italiani che pure han fatto un gran bella partita difensiva), è stata l'efficacia: pur avendo speso meno tempo deigallesi nella metà campo avversaria, han segnato di più (a partire dalla piazzola, sfruttata dal 5 su 5 di Flood più uno su uno di Wilkinson).
Dovremmo quindi attenderci una grossa pressione offensiva sui nostri mediani, con le ali che convergono a sfruttare i buchi più che sollecitarci al largo. Oltre al tradizionale costante lavorìo spaccossa degli avanti, che però non temiamo - e da questo deriva il rispetto anche eccessivo che coach Martin Johnson mostra nei nostri confronti, preoccupandosi comunque che i suoi non perdano la concentrazione.
Dal canto nostro, se sistemiamo per davvero come annunciato quel rapporto aperture vs. drive (solo 7 ruck aperte su 73 gestite inclusa quella della meta, mentre gli inglesi ne aprivano 23 su 78 col Galles) e il numero di passaggi (solo 128, i peggiori: gli scozzesi han fatto 203 passaggi) MA SENZA per questo aumentare egli errori, dovremmo poi tentare di mantenere l'ottima disciplina (solo 5 punizioni concesse agli irlandesi, una sola nel secondo tempo, contro le nove concesse dagli inglesi al Galles) e sperare di tenerci in range col punteggio. Se nella prima ora riusciremo a non far dilagare i padroni di casa, si potrebbe sperare perdessero la compostezza e/o diventassero più "chiusi", restituendoci vuoi coi calci tattici, vuoi con gli errori da foga, un po' di possessi da giocarci nel finale.
Lasciando stare l'ultimo 12-17 a Roma, così simile nei rimpianti all'ultima gara con l'Irlanda, la vera pietra di paragone tra le due nazionali è il 36-11 del 2009 a Twickenham. Si proprio a famigerata partita con Mauro Bergamasco mediano di mischia per un tempo e Andrea Marcato massacrato a furia di palle-uomo: probabilmente il punto più basso dell'intera gestione Mallett, la fine
dei suoi sogni di demiurgo del rugby italico. Non lo ricordiamo certo per "chiamarla" all'esordiente mediano Semenzato o per pronosticare guai all'ottimo Orquera che pure un po' fragilino è, ma solo per dire che potremmo certamente far di meglio, checchè ne pensino i bookmakers. Anche se questa Inghilterra è molto cresciuta.

2 commenti:

carlo ha detto...

Povero Marcato.. che trauma!

Abr ha detto...

Quella volta fu devastante, fu assalito come una diligenza solitaria nella Monument Valley.
Ma come diceva Berbizier, se non sei in grado di reggere il colpo, allora questo non è il tuo sport.

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