martedì 9 agosto 2011

Posti in ballo in Inghilterra

Mentre l'Inghilterra di Martin Johnson si prepara per il re-match del Millennium Stadium contro il Galles, due dei key players del gruppo scalpitano per diversi motivi. Il primo è Lewis Moody, il capitano del gruppo (anche se Johnno nei giorni scorsi aveva dichiarato che la fascia non è ancora stata assegnata in vista del Mondiale): sabato dopo una bella prova in coppia con Croft ha abbandonato il campo di Twickenham per un infortunio al solito ginocchio destro, una ricaduta, e sono ormai tre dallo scorso gennaio. Lo staff medico si è messo al lavoro per capire l'entità del problema fisico e la terza linea del Bath ha provato a calmare gli animi dei tifosi con messaggi incoraggianti. 
Coach Johnson ha commentato che non è certo un piacere, ma ha aggiunto che non si tratterebbe di qualcosa di serio. Si tratta di attendere il referto medico perché se verranno pronosticate otto settimane per un completo recupero, vorrà dire che Moody non sarà in Nuova Zelanda. Sotto osservazione sono i legamenti, gli stessi che lo avevano "azzoppato" dopo la partita di Heineken Cup contro gli Aironi in inverno. Ma anche se l'infortunio di Moody venisse giudicato di grado inferiore, potrebbe comunque saltare non solo il ritorno con il Galles, ma amche l'ultimo warm up  contro l'Irlanda del prossimo 27 agosto a Dublino. 
Johnson sta così cercando di trovare appiglio nel passato, ricordando che anche Lawrence Dallaglio nel 2003 non disputò alcun warm up match prima della Coppa del Mondo in Australia. Poi partecipò alla festa di Sydney. 

L'altro atleta in questione è Toby Flood, il mediano di apertura (nella foto). Nel suo caso, la situazione è più "sentimentale". Sabato Jonny Wilkinson ha riaffermato la sua posizione nei cuori dei tifosi, regalando anche il marchio di fabbrica, il drop. La stampa inglese ha la sensazione che Flood debba giocarsi il tutto per tutto contro l'ex compagno di squadra e mentore ai Falcons per essere il numero 10 titolare, come accaduto nel Six Nations. "Ci sono probabilmente 58 milioni di persone in Inghilterra che ritengono che non debba avere il possesso della maglia da apertura", si riporta abbia affermato. Un'affermazione da leggere così: ci sono 58 milioni di persone che vogliono Wilkinson al suo posto. 
Il ragazzo dei Leicester Tigers ha ripercorso i classici pensieri di tutti i suoi compagni: essere convocati per la nazionale inglese è dura perché c'è molta competizione e che comunque darà il tutto per tutto per farsi apprezzare. Deve aggirare la pressione: è infatti uno dei volti della sconfitta inglese all'Aviva Stadium di Dublino nell'ultima giornata di Six Nations (24-8 per gli irlandesi), quella che negò all'Inghilterra il Grand Slam. 
Lui e il socio in mediana Ben Youngs rimasero vittime della tensione respirata sul campo, in un paio di occasioni si guardarono negli occhi per tentare di capire cosa passasse nella testa dell'altro. Sabato gli verrà concessa l'occasione di mettersi in mostra.
La cosa che dovrebbe tranquillizzarlo sono le parole di coach Martin Johnson al riguardo: dopo aver lodato la classe intramontabile di Wilko, una "preziosa risorsa" per la nazionale, ha chiarito tra le righe che il punto non è chi sia più bravo, è piuttosto il tipo di gioco che l'Inghilterra farà. Se ne deduce che Flood, che gioca più a ridosso della linea, nella testa del coach dovrebbe essere il titolare all'apertura. Ma "tranquillo" è morto e il Toby stesso par tradire una certa paura di vedersi soffiare il posto. 

6 commenti:

massimo coppa zenari ha detto...

ma a chi vuole scocciare toby flood... è giovane, ha tutta la vita davanti... wilkinson è in finale di carriera e mi piacerebbe guardarmelo ancora un po', visto che seguo il rugby solo dal 2008...

Abr ha detto...

Il punto a mio avviso è, massimo, il tipo di gioco che Martin J. vuole: Wilko ha mostrato (in particolare con la meta di Tuilagi) di saper giocare più avanti, più a ridosso della linea dei 3/4 rispetto al suo solito, ma questo a Flood vien più "naturale".
Anche il discorso età/opportunità future poi: come sai, fuor d'Italia a 26 anni mica sei più "UN GIOVANE"!

ringo ha detto...

Beh, Flood ha tutto il diritto di rivendicare un posto al sole. Poi ovvio che se lo avrà, sarà perché conquistato sul campo agli occhi di Johnson. Il talento ce l'ha e l'ha messo in mostra. Ha assunto maggiore consapevolezza, tanto nell'attaccare quanto nel difendere. Guarda caso, la partita contro l'Italia: ricordi il placcaggio tosto di Wilko? Probabilmente si sarebbe trattenuto se non avesse notato che Flood si impegnava mica poco.

Abr ha detto...

Ringo, a certi livelli non è questione di chi sia più bravo o s'impegni di più, piuttosto di come le caratteristiche individuali s'adattino all'idea di gioco di squadra che il coach ha in testa.

Certo è che Wilko sta facendo di tutto per adattarsi e non tanto difensivamente (ha sempre difeso, mai stato un Mornè Steyn) ma come posizione in campo.
Quindi Flood fa bene a restar preoccupato. E' così che funziona dove possono, dicesi concorrenza, vedi All Blacks...

ringo ha detto...

Sulle qualità difensiva di Wilko nulla da mettere in discussione (Clive Woodward lo impiegava a volte centro con il compito di placcare). Sul resto, si concorda: concorrenza, dove si può.
C'è da dire che coach Johnson ci sta dando dentro, come ha fatto con Armitage: bravo, sì, ma deve rigare dritto. E passando per i trials ;)

Abr ha detto...

I Trials! Come godo ...

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