Assonanze da Nord a Sud
Alcuni numeri fuori dal campo sui quali ragionare. Cominciamo anzitutto con quelli televisivi, forniti gentilmente da Paolo Wilhelm, il Grillotalpa. Riguardano gli spettatori che hanno seguito i match dell’Italia in questo Mondiale dai canali di Sky Sport.
L’11 settembre, giorno del debutto contro l’Australia, alle 5.30 del mattino, tra dirette e repliche la partita è stata seguita complessivamente da 107.421 spettatori medi (427.286 i contatti unici, coloro che si sono collegati almeno per un minuto). Il 20 settembre, Italia – Russia (ore 9.30) ha raggiungo quota 96.577 spettatori medi (441.628 quelli unici). Infine, ieri per Italia – USA (ore 8.30) erano 145.500 quelli medi (523.298 gli unici).
Il fuso orario gioca contro e non solo, dato che la gente comune durante la settimana ha qualcosa da combinare, tipo andare al lavoro. A dirla tutta, alcuni rumors interni a Sky avevano preventivato numeri bassi. Questi alla fine sono.
Ce ne sono poi degli altri, molto, ma molto più alti. Linkiesta, con un articolo di Alessandro Oliva, racconta la guerra tra sponsor (Adidas v Nike) sui campi da rugby, cominciata con la famosa maglietta nera esibita dall'Inghilterra (con tanto di numeri che si staccavano dalla schiena) a partire dalla partita contro l'Argentina. La storia è questa, in soldoni: la Nike voleva gli All Blacks, uno degli obiettivi della società americana assieme alla nazionale di calcio del Brasile e al giovane Tiger Woods. Alla fine, i neozelandesi hanno in ballo un contratto di nove anni con l'Adidas che vale 150 milioni di euro. La clausola più impegnativa del contratto è che gli AB vincano il 75% dei match disputati ogni anno. Ma è molto più facile che vincano tutti gli impegni tra Test Match e Tri-Nations piuttosto che una Coppa del Mondo - anche se stavolta...
Poi salta fuori che i neozelandesi potrebbero non partecipare al Mondiale 2015 perché il torneo, per come viene gestito, rappresenta un salasso per le grandi Union. "We lose NZ$13.2m [£6.7m] worth of revenue after income from Rugby World Cup and costs are adjusted. It cannot carry on", ha dichiarato Steve Tew, Chief Executive della New Zealand Rugby Union (nella foto). Che ha aggiunto: "The IRB did put an extra £1m on the table for the major unions six months ago which helped and which was appreciated, but frankly the prospects of us going to England in 2015 under the current model are very slim. We cannot continue to sign on for an event that costs us so much money".
Le parole di Tew hanno un sapore particolare, se si considerano i salti mortali che la NZRU compie per trattenere in patria i suoi goielli, attirati dalle sirene europee e in particolare francesi. Ecco appunto, i francesi.
Ogni anno - stavolta non è ancora accaduto, ma c'è da scommetterci che prima o poi succederà, soprattutto una volta che avranno messo ordine nella Rugby Football Union -, i top club inglesi alzano la voce e chiedono che venga alzato il salary cap per tenere botta alle rivali del Top14 tra Heineken e Challenge Cup. A sostegno delle loro posizioni, fanno notare che così ne guadagnerebbe anche la Premier, ma dai board del massimo campionato albionico e della federazione rispondono che il loro obiettivo è assicurare che la competizione abbia un futuro nel lungo periodo, non nell'immediato.
Non si nota una certa assonanza di intenti, da Nord a Sud?
UPDATE: John O'Neill, chairman della ARU australiana, supporta la posizione di boycott neozelandese ai prossimi mondiali. Don't worry comunque, è solo un modo come un altro di batter preventivamente cassa.
L’11 settembre, giorno del debutto contro l’Australia, alle 5.30 del mattino, tra dirette e repliche la partita è stata seguita complessivamente da 107.421 spettatori medi (427.286 i contatti unici, coloro che si sono collegati almeno per un minuto). Il 20 settembre, Italia – Russia (ore 9.30) ha raggiungo quota 96.577 spettatori medi (441.628 quelli unici). Infine, ieri per Italia – USA (ore 8.30) erano 145.500 quelli medi (523.298 gli unici).
Il fuso orario gioca contro e non solo, dato che la gente comune durante la settimana ha qualcosa da combinare, tipo andare al lavoro. A dirla tutta, alcuni rumors interni a Sky avevano preventivato numeri bassi. Questi alla fine sono.
Ce ne sono poi degli altri, molto, ma molto più alti. Linkiesta, con un articolo di Alessandro Oliva, racconta la guerra tra sponsor (Adidas v Nike) sui campi da rugby, cominciata con la famosa maglietta nera esibita dall'Inghilterra (con tanto di numeri che si staccavano dalla schiena) a partire dalla partita contro l'Argentina. La storia è questa, in soldoni: la Nike voleva gli All Blacks, uno degli obiettivi della società americana assieme alla nazionale di calcio del Brasile e al giovane Tiger Woods. Alla fine, i neozelandesi hanno in ballo un contratto di nove anni con l'Adidas che vale 150 milioni di euro. La clausola più impegnativa del contratto è che gli AB vincano il 75% dei match disputati ogni anno. Ma è molto più facile che vincano tutti gli impegni tra Test Match e Tri-Nations piuttosto che una Coppa del Mondo - anche se stavolta...
Poi salta fuori che i neozelandesi potrebbero non partecipare al Mondiale 2015 perché il torneo, per come viene gestito, rappresenta un salasso per le grandi Union. "We lose NZ$13.2m [£6.7m] worth of revenue after income from Rugby World Cup and costs are adjusted. It cannot carry on", ha dichiarato Steve Tew, Chief Executive della New Zealand Rugby Union (nella foto). Che ha aggiunto: "The IRB did put an extra £1m on the table for the major unions six months ago which helped and which was appreciated, but frankly the prospects of us going to England in 2015 under the current model are very slim. We cannot continue to sign on for an event that costs us so much money".
Le parole di Tew hanno un sapore particolare, se si considerano i salti mortali che la NZRU compie per trattenere in patria i suoi goielli, attirati dalle sirene europee e in particolare francesi. Ecco appunto, i francesi.
Ogni anno - stavolta non è ancora accaduto, ma c'è da scommetterci che prima o poi succederà, soprattutto una volta che avranno messo ordine nella Rugby Football Union -, i top club inglesi alzano la voce e chiedono che venga alzato il salary cap per tenere botta alle rivali del Top14 tra Heineken e Challenge Cup. A sostegno delle loro posizioni, fanno notare che così ne guadagnerebbe anche la Premier, ma dai board del massimo campionato albionico e della federazione rispondono che il loro obiettivo è assicurare che la competizione abbia un futuro nel lungo periodo, non nell'immediato.
Non si nota una certa assonanza di intenti, da Nord a Sud?
UPDATE: John O'Neill, chairman della ARU australiana, supporta la posizione di boycott neozelandese ai prossimi mondiali. Don't worry comunque, è solo un modo come un altro di batter preventivamente cassa.
3 commenti:
Nota bene: non è che in ogni coppa del mondo la NZRU abbia perso soldi... anzi! France 2007 grazie agli oltre 150 Milioni di € di surplus arrivati all'IRB di cui la NZRU ricevette un pò più di 24 milioni di euro (pari a oltre 50 milioni di NZ$ all'epoca) ... ovvero più di QUATTRO VOLTE gli incassi di una annata "standard".
La NZRU ritiene di perdere questi 13,7 milioni di euro (non si sa come) soprattutto perchè questa RWC rischia di lasciare dei buchi belli grossi, e immediatamente dopo ci sarà la fuga di molti giocatori AB verso lidi più generosi...
Stavolta però hanno chiamato il bluff sbagliato, perchè la RWC (fuori della NZ...) è una macchina da soldi che può tranquillamente passare sopra la NZRU se questa si mette di mezzo , anche insieme agli australiani....
E' una tattica commerciale anche quella di tirare in mezzo i limiti agli sponsor , anche perchè non è che proprio Adidas con la NZRU abbia fatto una figura eccelsa ... le maglie vendute in NZ al doppio del costo normale...
Già, dello scandalo maglie ne ha parlato qui in diretta in ns. amico AzzurriNZ (i post in inglese).
Sul resto la nostra l'abbiamo detta: è un "positioning game" (o bluff) per strappare più lira dalla Irb.
Notare il timing: siamo ancora nel pieno di QUESTO mondiale ma già si parla del prossimo: evidentemente i finanziari han stampato i conti. Che si sapevano deficitari sin dal quando assegnarono il mondiale alla Nuova Zelanda (stadi piccoli, posto lontano, etc.etc.), ma evidentemente è peggio di quel che si attendevano (parziale ulteriore debacle anche della mancanza del terzo stadio "grande", quello di Xchurch).
That's business. Onestamente la cosa non mi sorprende affatto.
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