sabato 24 settembre 2011

Francia, bisogna placcare!


Sep 24, 2011, 20:30 local, 08:30 GMT, 10:30 CEST
Venue: Eden Park, Auckland
New Zealand 37 - 17 France
Half-time: 19 - 3
Tries: Dagg 2, Jane, Thomson, S Williams
Cons: Carter 3
Pens: Carter
Drops: Carter
Tries: Mermoz, Trinh-Duc
Cons: Yachvili 2
Pens: Yachvili



Cinque mete a due, primo tempo 19-3, risultato mai in discussione. Eppure doveva essere la sfida più alta nel Mondiale alla supremazia degli All Blacks, la destabilizzazione preventiva più credibile del sogno di cavalcata intonsa fino al Tessssoooro nazionale, la Webb Ellis Cup "riportata a casa", come dicono laggiù. Almeno, così "doveva essere" dopo l'inciampo australiano, i perduranti dubbi sui sudafricani, la fallosità inglese; anche sulla base dei numeri, si sfidavano le due compagni sole ancora a punteggio pieno dopo due giri. Le polemiche della vigilia sulla formazione presentata da Lievremont, letta da super eccitabili commentatori neozelandesi come smaccata dichiarazione di voler perdere, "conspiracy" vòlta ad arrivar secondi per approfittare di ipotetici spiragli favorevoli nelle semifinali (manco dei quarti: delle semifinali...una cospirazione stile Vilcoyote), avevano ulteriormente amplificato la portata di una sfida tra due team tutto sommato già qualificati.

I primi dieci minuti vanno sopra le attese: in una serata di Auckland finalmente perfetta dal punto di vista atmosferico, i padroni di casa vengono del tutto schiacciati nella loro metà campo "bassa", senza possesso, da una Francia aggressiva e spumeggiante. Certi sguardi sbarrati, certe liberazioni al piede frettolose, fan capire che la pressione sui Kiwis è già a livelli di guardia. La lunga parentesi si chiude con un tentativo di drop ben preparato dal pack e da Yachvili per Morgan Parra, finito diritto sul palo, ma la tanto vituperata scelta di una mediana tutta di ... mediani non par proprio rappresentare un limite per la Francia.
Il vero limite dei Bleus sta altrove, emerge alla primissima ma per nulla timida folata offensiva degli All Blacks: al 10' Ma'a Nonu in azione classica da ball carrier centrale, "buca" la linea infilandosi in velocità tra i pesanti "bradipi"  Bonnaire e Picamoles che se lo lasciano sfuggire. La ferita è profonda, anche l'estremo Traille viene spiazzato da una finta di corpo, il centro All Blacks arriva fin quasi sotto i pali placcato da Clerc in rimonta disperata; il sostegno è immediato, Weepu apre a sinistra verso Carter che appoggia al volo a Dagg; questi lancia l'ala avventizia Adam Thomson, che non deve far altro che schiacciare all'angolo.
Carter manca la trasformazione ma è 5-0 e quel che più conta, un mismatch cruciale è stato scoperto. Non tanto come dirà Dusatoir, la difesa tra ruck e mediano, quanto il fatto che non tutti i componenti della linea difensiva francese possono reggere il "situational play" dei trequarti neozelandesi, sempre e tutti in grado di "leggere" e scegliere dove e chi andare a sondare coi loro tagli. E' una questione di uno-contro-uno ma non ruolo-contro-ruolo, è piuttosto la ricerca attiva del mismatch. I backs Tutti Neri sono tutti costantemente a proporsi e a sostenere, "vai dove ti porta il cuore", altro che attendere disciplinati i passaggetti in linea come soldatini del Settecento. Non è un caso che Graham Henry schieri dietro due estremi e tre centri: le "ali pure" alla Rokocoko e Sivivatu han fatto il  loro tempo.

Il "situational play" dei Tutti Neri è fatto di opzioni e scelte istantanee, alla football americano: dopo sei minuti, Piri Weepu riceve da rimessa laterale presa in alto da Whitelock; riceve pure l'assalto di Szarzewski che ha fatto tutto il giro e si lancia sul mediano emergente dalla coda della rimessa. Grave errore di mancato coordinamento: Dusatoir si sta allargando, Weepu scarica a Cory Jane che arriva stretto e si trova in un'autostrada tedesca sgombra. Nessuno lo prende più, nemmeno Medard in seconda linea difensiva: è la seconda meta, un colpo di sbarra di ferro sulle ginocchia Bleus. Stavolta Carter trasforma, 12-0.
I Bleus mica demordono, ci mancherebbe, ma la reazione è per così dire fatalista, ripercorre monocorde strade oramai compromesse. Difatti non passano 5 minuti e Dan Carter si beve Picamoles con una finta di passaggio, supera la linea difensiva e serve Israel Dagg puntuale al sostegno per una marcatura in mezzo ai pali. A fine del primo quarto di gara è un umiliante 19-0.
Negli ultimi dieci minuti del primo tempo succedono tre cose degne di nota: la mischia All Blacks prende il sopravvento, con l'unico Woodcock che ammiriamo a scardinare regolarmente il malcapitato Ducalcon con molta tecnica e ovviamente un po' di mestiere; Cory Jane viene sostituito da Sonny Bill Williams, alle prime pare non volersene dare per inteso (forse ha un micro infortunio che voleva tenersi per lui almeno fino all'intervallo, notato dai solerti aiutanti dell'occhiuto Preside assiso in alto); infine una parvenza di reazione francese, si riportano nella metà campo neozelandese e ne ricavano tre punti con Yachvili per una gomitata a Parra di Jerome Kaino, nonostante questo anche oggi uno dei più positivi.

All'intervallo Lievremont prova a rimediare ai problemi: fuori l'evanescente Traille, il bradipo Picamoles (peccato per il Man of the Match della precedente gara dei Bleus) e il poco efficace Ducalcon, dentro Heymans, Harinordoquy e Barcella. Ma l'inizio del tempo ripropone i problemi della prima frazione: la mischia francese retrocede e certi elementi non placcano (13 errori di placcaggio a zero nel primo tempo!); al 42' Dagg si propone a ricevere in taglio interno da una ruck sui 5 metri francesi, si dirige diritto sul punto debole presidiato da prime linee, rompe il poco convinto placcaggio e atterra in meta per la seconda volta, bonus offensivo incamerato. Carter trasforma, e dopo un paio di minuti piazza anche una punizione centrale dalla linea dei 10 metri, è 29-3.
Un altro elemento debole dei Bleus viene rimpiazzato: Servat entra per Szarzewksi, i benefici si vedono subito, sebbene SBW mostri di trovarsi particolarmente a suo agio là dietro, ogni tanto ala ogni tanto centro, secondo l'estro e la "situation".
Il premio ai francesi per provare a rimettere un po' in piedi alla baracca lo trova Mermoz, che intercetta un passaggio un po' alla cieca di Carter e lo porta per metà campo in meta, festeggiando un po' troppo trionfalisticamente per la situazione (soy catalan ...). Yachvili trasforma, e immediatamente Dan Carter risponde con un perfetto drop per il 32-10.
Attorno all'ora di gioco cambiano le linee anche gli All Blacks; entra anche Trinh Duc al posto di Parra, con Pierre al posto dell'ultimo bradipo rimasto, Papé; lentamente i francesi recuperano terreno e anche il controllo della mischia ordinata, dove Woodcock ansima.
Attorno al 70' i Tutti Neri vengono schiacciati sulla loro linea di meta, dove Servat vien tenuto alto su una maul arrivata fino in fondo; commettono una serie di falli in mischia ordinata approfittando della pazienza di Rolland (arbritraggio sufficiente stavolta, non ci sono state gran decisioni da prendere); decide di tagliar corto Yachvili, che batte veloce la punizione servendo Trinh Duc che si fionda in meta, recuperando marcatura e tranvata sulla testa da Sonny Bill. Nulla di gravissimo, Yachvili trasforma anche questa per il 32-17 che non riapre nulla ma renderebbe più digeribile la pillola amara. Oggi però gli All Blacks non fanno sconti: replica immediatamente Sonny Bill Williams da ala pura, chiudendo sulla destra in meta una iniziativa classica di allargamento.

E' una vittoria che ha finalmente rivelato uomini e  linee guida del "gioco espansivo" messo a punto dagli All Blacks per vincere la RWC2011. Si è trattato di un "dry run" apparentemente semplice anche se non del tutto gratis: Adam Thomson, Israel Dagg, Richard Kahui e Cory Jane sono finiti nella injury list. Aldilà di questo, è stata quello che ci voleva per assumere una nuova consapevolezza di essere a un livello superiore a tutti, incrinata da quella sconfitta a Brisbane che gli è costata il TriNations. Non c'era modo migliore per festeggiare il 100' cap di Richie McCaw, anche oggi oscuro ma fondamentale lavoratore in miniera, uomo sempre immischiato nei punti di incontro e nei recuperi palla.
Per quanto riguarda i francesi, non è la tattica, la comunicazione in campo,  il coordinamento o la scelta dei "due mediani" a finire sul banco degli imputati, quanto i troppi errori individuali, sia nella trasmissione dell'attrezzo che nei placcaggi. E, gravissimo, l'aver subito la mischia ordinata avversaria per 50 minuti: in assenza di Mas e Servat, torna sulla Terra anche la mitizzata prima linea francese.
C'è da considerare la concentrazione per tutti quegli errori individuali: tipico da sconfitta data per scontata o meglio, trattandosi di francesi, di partita rien à gagnér. Alla fine i Transalpini, per vedere un bicchiere mezzo pieno - troppo: meglio dire un quartino -  non rimane che aggrapparsi ai quei primi 10 minuti dominanti e a un secondo tempo chiuso due mete pari, perdente "solo" 18-14.
Da oggi il torneo ha un chiaro, incontrastato Owner.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so voi ma a me la Francia ha deluso e non poco. Molto poco di positivo, primi 10 minuti a parte. Molti errori individuali, mischia messa sotto fino all'entrata si Servat, dominati nei brakdown, reggono solo l'impatto fisico e la touche. Non riescono quasi mai a rompere il primo placcaggio e le due mete sono abbastanza casuali. Mi aspettavo molto di piu.
PS Nel secondo tempo il conto di mete non è alla pari?

Vince

Abr ha detto...

Sorry è due pari, correggo; il concetto non cambia, si son parzialmente rifatti nel secondo tempo.

Sono deluso anch'io, sono letteralmente stupefatto dalla prestazione delle mischia: la smetterò di pensare che la Francia sia la migliore, è solo MAS ad esserlo (con Servat).

Deluso, ma comprendo. Lo vedo un problema di concentrazione.
I franchi o meglio, i visigoti (mai visti franchi a sud della Loira) come i nostri han bisogno di stimoli "veri" non platonici: non siamo anglosassoni.

C'è anche un altro aspetto che ho evidenziato tra le righe: gli AB hanno usato questa partita per manifestare appieno il loro approccio.
Non è che Picamoles (man of the match la scorsa partita) fosse un mismatch in sè, ma se un Tutto Nero veloce è capace di cercare l'intervallo tra lui e Bonnaire, così va a finire.
Hai notato quel NON stare mai in linea degli "All BACKS" (no refuso) in fase di possesso? (tranne quando serve: ultima meta di SBW).
Tutti a tagliare per offrire opzioni multiple e sostegno ai portatori di palla.
Gli avversari ora sono tutti avvisati.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo sul fatto che sia un problema di concentrazione. Non so se la convinzione di essere una squadra vincenta che si era persa dopo le due batoste contro Australia e Italia sia ritornata in pieno. O forse è solo il fatto di non avere una squadra tipo (è notizia di oggi Parra ancora a second-five...).
Comunque nelle interviste post partita i giocatori pur ammettendo di non aver espresso un buon rugby di aver ritrovato la voglia di soffrire insieme, il che è un buon segno. Che dire, la storia la scrivono i vincitori, staremo a vedere.

Si ho notato il non-allineamento degli All Blacks seguendo in un'analisi post partita del match contro il giappone (su un canale inglese o giù di li..) come se non fossero già abbastanza forti ^^

Vince

Abr ha detto...

Vince,
ho riportato il mood positivo dei francesi post sconfitta in na rugb-rica, parlando di "paradosso francese": quado vincono alla grande polemizzano tra loro, ma quando le prendono di brutto, allora si ritrovano ...

Han riconosciuto tutti , secondo me giustamente, che non è certo stato un problema di Parra o di canale 10-12; dicono errori individuali, o meglio del canale tra raggruppamento e 9, forse...

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