domenica 11 settembre 2011

Italia testata a North Harbour

Rugby World Cup, Pool C - North Shore City
Australia 32 - 6 Italy


Alla sua prima uscita al Mondiale 2011 gli Azzurri giocano quaranta minuti. Non lo diciamo noi, ma Martin Castrogiovanni a fine partita, lo stesso che aveva brillantemente riassunto la sconfitta contro la Scozia nell'ultimo dei Warm up Matches disputati dall'Italia: l'abbiamo persa noi, non l'hanno vinta loro. Aggiornando l'ordine cronologico delle cose, per un tempo la formazione di Nick Mallett mostra quanto di buono si può mettere in scena, in particolare quanto l'avversario è l'Australia di Robbie Deans che alla fine si impone per 32-6 con una seconda parte di gara nella quale va a marcare meta quattro volte. 
Funziona la mischia nell'arco di tutti gli ottanta minuti che dimostra il suo valore nei secondi finali di partita facendo venire il mal di testa agli avanti australiani, ma soprattutto funziona la rimessa laterale con Corniel Van Zyl valore aggiunto alla touch. Funzionano i mastini a caccia di palloni con Robert Barbieri e Alessandro Zanni che ingabbiano Quade Cooper e gli sfilano l'ovale di mano dopo che l'apertura parte a razzo ed evita accuratamente di servire Kurtley Beale che gli offre sostegno all'esterno dopo aver tagliato in mezzo al campo. Soprattutto - così molti staranno tranquilli - la difesa azzurra regge e detta, se possibile, l'impatto nel gioco aperto: a contatto non indietreggia e sfida apertamente i David Pocock nell'area del breakdown. E' ordinata, composta, semplice, fa il suo gioco ed è così che deve essere: due - tre passaggi fuori e poi piede, anche perché il tempo è quello che è tra vento e pioggia. E si guadagna il rispetto di coach Robbie Deans.
A onor di cronaca spicciola, siamo i primi ad andare vicini alla marcatura pesante, con Mirco Bergamasco anticipato da Cooper in area di meta in seguito proprio ad un calcio in profondità sul quale scattano le ali. Quaranta minuti, chiusi sul 6-6 con e con un errore per parte dalla piazzola. Ma dato che lo staff italiano ha considerato quella contro i Wallabies un utile Test Match in vista dello scontro dentro o fuori con l'Irlanda, sottolineiamo un paio di cose: quando il motore è in moto e si procede bene - per altro da rimessa - arrivando nei 22 avversari, tac, sarà la frenesia e il possesso passa di mano. Cose da evitare accuratamente nel prossimo futuro perché se questa era data per persa, le altre partite vanno vinte per raggiungere i quarti. 
Cooper allunga fino al 6-0 per un fallo di Leonardo Ghirladini (placcaggio in ritardo sull'apertura) e di Barbieri in ruck nei nostri 22. Al 37' Mirco accorcia e il pareggio a fine primo tempo è propiziato dalla rasoiata con la quale Fabio Semenzato sposta l'asse del gioco nella tana nemica, costringendo gli australiani ad un tenuto. Un conto: al 47' le statistiche ufficiali indicheranno undici falli Aussie, 6 italiani. 

I secondi quaranta minuti: subire quattro mete in una sola frazione non fa piacere, ma è conseguenza logica di alcuni fattori. Il primo è l'inserimento di James O'Connor al posto del centro Anthony Faingaa: succede così che al 49' il pilone Ben Alexander vada ad aprire le danze. Ci rubano la rimessa, tac, O'Connor fissa il punto debole (Luciano Orquera), Digby Ioane fa il centro della situazione e ormai il mare si apre, tra serie di ricicli che si concludono come detto. Cinque minuti più tardi, di nuovo O'Connor assorbe sia Semenzato che Orquera, per poi permette ad intervenire Cooper di servire Adam Ashley - Cooper per il 18-6. Il tutto comincia ancora da una rimessa laterale. 
Il vantaggio per gli australiani, che non ne hanno bisogno, è che l'Italia non placca più, o meglio: non li porta a terra. Nell'impatto gli avversari acquistano centimetri e metri, la linea di trincea non si alza più: non più attendisti come a Firenze lo scorso novembre dove la sponda del Piave gli assaltatori non la superavano rifugiandosi nei colpi di mortaio, ma fermi sui blocchi. Pensare che è in questo scenario che arriva una grossa occasione per gli Azzurri che altrimenti rimangono sempre nella loro metà campo: Sergio Parisse intercetta una trasmissione al largo di Cooper, corre spedito e cerca di evitare il ritorno di Beale e soci con un calcetto che gli si strozza sotto la suola e Tommaso Benvenuti non può arrivarci. 
Al 57' O'Connor conclude al meglio il suo ritorno in campo dopo i giorni trascorsi dietro la lavagna passando tra maglie azzurre che rincorrono (una decina i tackle mancati nella ripresa, ad occhio), al 66' anche Ioane timbra il cartellino. Benvenuti si ritrova invece un ovale sotto gli occhi lungo l'out di destra, fa per raccoglierlo: davanti a lui la strada è libera, ma gli scappa via. Sfugge al controllo anche di capitan Parisse (è la serata sbagliata, si vede) quando ormai sembra fatta: il pack travolge la prima linea avversaria ad un passo dall'ultima linea di fronte, vai e vai, si tratta solo di accudirla e poi schiacciare. Ma non accade. 

Nella giostra dei cambi italiani trovano spazio tutti, eccetto Tommaso D'Apice. Quanto ai Wallabies, la maturazione si vede: poco tempo fa, di fronte ad un avversario che non lascia respiro difensivamente, andavano in crisi - è accaduto recentemente anche con Samoa, sconfitta costata il posto a Matt Giteau. Deans vuole solidità e costanza (O'Connor, Ashley-Cooper, Pat McCabe) per evitare che il gruppo perda la bussola come accaduto in paio di occasioni a Cooper nella prima frazione. 
Noi passiamo oltre: il 20 settembre contro la Russia, la prima delle tre da vincere. 

24 commenti:

Abr ha detto...

"l'abbiamo persa noi": se contro la Scozia ci può stare, contro l'Australia mi par un tantinello esagerato, anche per la bocca di Castrogiovanni, non trovi?

Forse voleva dire, l'abbiam persa noi così tanto a poco, e lo stesso sono d'accordo solo a metà col mister.
Concordo solo sul versante dell'avere: una meta ci manca dallo score per sfiga pura, ma oltre a quella non è che abbiamo prodotto granchè.

Sul lato del dare, guardiamo le cose con oggettività: quando hanno alzato il livello - e i nostri eran lievemente esauriti, non tanto fisicamente quanto mentalmente, allora ciao core.

Ottimo, veramente ottimo warm up per cinquanta-cinquantacinque minuti, non solo quaranta. Ci osno cose importantissime che si son rivelate "à point" per l'Italia (la rimessa ad esempio).
Peccato per il morale, non segnar mete con l'occasione che abbiamo avuto per pura dabbenaggine e incuria nei dettagli, è grave.
Come risulta particolarmente grave la situazione in mediana: a parte Semenzato, non ci sta nisciuno. Gori poveretto incluso.

Abr ha detto...

l'insermento di O'Connor, è vero, ha dato una opzione "verticale" in più all'attacco Aussie, ma il vero nuovo ingresso in campo che ha fatto svoltare drammaticamente la partita è stato quello di Quade Cooper.
Nel primo tempo c'era un sosia in campo che giocava come Stephen Jones: s'era nascosto (ma anche ingabbiato bene dal salire dei nostri, come noti).
Nel secondo ivece, ha trovato la gentile concessione dei nostri di quel mezzo secondo e 5 metri che gli servono, e ha lanciato tutte le loro mete prima a parte (lanciata dal nostro errore in rimessa laterale).

Abr ha detto...

Maturazione dei wallabies: hai centrato veramente l'aspetto a mio avviso fondamentale che questa gara ha rivelato su di loro, la novità.
Se con gli AB è "facile" star sghisci e umili, con l'Italia si sono rivelati maturi: zero supponenze quindi zero nervucci, una squadra che sa aver pazienza e sa raggiungere i suoi obiettivi quando è il momento.
Mi sa che i miei soldi li ho puntati su uno dei cavalli giusti.

massimo coppa zenari ha detto...

è stato un primo tempo magnifico: non credevo ai miei occhi! ce la stavamo giocando alla pari con l'australia, vincitrice del tri nations, seconda al mondo, che qualche settimana fa ha umiliato gli all blacks! ma non era masi che quasi segnava la meta allontanata da cooper? e non era gori che non sapeva seguire bene il pallone quando, alla fine, abbiamo superato in mischia la linea di meta avversaria? cmq la touche mi ha riscaldato il cuore: e che cavolo, finalmente funziona! se l'italia gioca così, possiamo mettere sotto molte squadre: anche l'irlanda

ringo ha detto...

La frase "l'abbiamo persa noi" intendevo riferirla esclusivamente alla partita con la Scozia. Castro non ha detto "l'abbiamo persa noi", ha detto "abbiamo giocato 40 minuti". Così leviamo qualsiasi equivoco. 40 minuti che son però valsi la sveglia alle 5.30 di domenica mattina.

Abr ha detto...

anche 50 di minuti, non aolo 40 se è per quello.
E la mia tiritera non era intesa riferirsi a te, ma a chi lo dice e lo pensa.

ringo ha detto...

Tranquillo, nessuna tiritera: era solo per mettere in chiaro la cosa perché effettivamente poteva suonare fuorviante. Poi se qualcuno pensa che si possa vincere contro questa Australia, beh, l'immaginazione non ha mai limiti, no? Anzi: che noi concedessimo a loro di vincere, addirittura.

Abr ha detto...

A proposito,niente da dire sull'arbitraggio? io ovviamente si: insopportabile Rolland, il maestrino dalla penna rossa. Equamente insopportabile.
E lasciali giocare, no? E statte un po' zitto nei casi 50-50, lascia che si dipanino da soli e se non capita, allora e solo allora intervieni prontamente, no?
Invece gnente, me par un vigile urbano di quelli di una volta, dell'era pre-semafori: "circolareee, fiiii!".
Son state veramente brave le squadre in campo a sopravvivere senza farsi cartellinare.

ringo ha detto...

Rolland si vede che ha il dna francese :D
Poi ormai ha questo taglio di capelli a mo' di preside scolastico, non pare? Il direttore Skinner dei Simpson. Con le italiane ha sempre qualcosa di combinare, alcuni precedenti "celtici" lo dimostrano.

Abr ha detto...

Macchè francese, al massimo bretone, irlandese celtico purosangue! E vedrai Clancy, ce lo ritroveremo contro gli Usa ...
Senza nukla voler insinuare per carità - nel rugby prima sei arbitro, poi solo poi irlandese, chissà a cosa stava pensando Paddy O'Brien quand'ha fatto le designazioni: a San Siro?

ringo ha detto...

Luci a S. Siro ;)
Che spreco.

Madflyhalf ha detto...

Io sono disgustato dall'Italia.

Non si prova a fare nulla.

Non so se avete letto sul sito del SMH una delle analisi della partita... beh il primo pezzo, quello che guarda all'Italia, finisce così:

"There's a good reason Italy is shaped like a boot, as that's almost exclusively how they play their rugby – with the boot. They have a conservative and predictable game which is at odds with their persona. They don't try anything grand and, until they do, neither will they become anything grand"

Questa è l'analisi del gioco dell'Italia contro le "grandi". Ed è frustrante e stupido e assurdo, ma del resto il mio pensiero l'ho già esposto abbastanza volte su rugby.it


Questo è l'articolo

http://www.smh.com.au/rugby-union/union-news/italian-job-has-wallabies-on-track-20110912-1k4tr.html

equilibrato e giusto, non ci trovo niente di scorretto in quello che dice.


Firmato da un signore che di rugby e mondiali ne sa qualcosa...

Abr ha detto...

Beh Mad, ammetterai che non era certo il luogo per provarci. Certo che, come abbiamo sottolineato nella rugb-rica, due tentativi e mezzo di attacco in 80 minuti, so' un po' pochini.
Ma è un portato delle consegne mallettiane, uno convinto nell'intimo del concetto esposto su smh che siamo "boot shaped" (magari significasse che calciamo pure!) e possiamo solo limitare i danni. Invece per crescere bisogna alle volte gettare il cuore oltre la barricata. Non certo ai Mondiali comunque, qui si raccoglie solo quel che si è seminato per 4 anni.

(Beninteso, su Mallett ho un giudizio più luci che ombre, dato il contesto federale in cui s'è trovato.
Una sola cosa trovo ingiustificabile per un commander in chief: in 4 anni non aver coltivato un paio di aperture. Al contrario, le ha bruciate tutte, a partire da Marcato. Gli restava solo Gower, e s'è fatto fregare da Dondi-Checchinato che in fondo desideravano che affondasse, e come beffa finale gli han appioppato Bocchino, quasi a mo' di gogna.
Lì io avrei piantato la guerra mondiale, fin quasi a rimetterci di tasca mia!
Stava per far la stessa fine in mediana, se non avesse casualmente pescato il jolly Semenzato dal mazzo).

Su smh concordo, rivelo una delle mie fonti: solo grandi firme.

ringo ha detto...

Mamma mia, Bocchino... Amen, non pensiamoci.

Abr ha detto...

Dèi poveretto non abbattiamolo ulteriormente. Orquera titolare fa gridare ancor più alto. Potrebbe forse venir buono il ragazzo, secondo le mie teorizzazioni sulla "Nazionale A" da schierare contro Russia e Usa.

Questo dualismo tra due set di Azzurri, tra i due campionati distinti che giocherà l'Italia, è l'unico modo per giustificarmi come si possa lasciare a casa Burton. Che non sarà certo un fenomeno, ma in questi chiari di luna qui ...

Abr ha detto...

Tornando all'Italia in generale, lo ammette anche l'assistant Orlandi: la cosa che non è "andata benissimo" a North Shore è stato il link tra punto d'incontro e "gioco".
Non siamo mai riusciti a rimetterci in moto avanzante dopo la conquista. Problemi di trasmissione palla (mainly Orquera) e di scelte tattiche.

ringo ha detto...

Beh, Socio, ma mica è lui già quello contento di essere ai Mondiali che mica se lo aspettava? Magari scende in campo sgombro di pensieri e fa il suo dovere, tu pensa. Magari.

Madflyhalf ha detto...

Il fatto è che se passi 40' a difendere poi è normale che alla prima meta crolli.
Perché hai preso il doppio delle botte che hai dato, e incide molto di più sul fisico.

Solo che i soliti commenti "Ah, ma dobbiamo fare quello che sappiamo fare bene" "Ah ma contro l'Australia non si può" "ah ma fai figure di merda".

Alla fine però sono sempre loro che dicono "si può vincere anche contro l'Australia" e ci rimangono delusi! Delusi!! Incredibile!

Come vuoi vincere scusa?
Notate i nostri 2 calci: sono arrivati da 2 cagate clamorose australiane. Le uniche però... sai com'è è dura vincere una partita sperando che gli altri sbaglino da soli


Chiudendoti a riccio pregando qualche divinità che gli altri inciampino prima di arrivare oltre la linea?

Segnando 0 sullo score finale?

Aprendo 5 palloni in un tempo e 2 in un altro?

Sovrautilizzando 9 persone e lasciando le altre 6 a raccogliere margherite?

Crediamo di essere gli unici che se prendono una meta nei primi minuti, tendono a partire con la testa? Guardate cosa è successo all'Australia B (ma con gente con 90 caps in campo) contro le Samoa, guardate le loro facce dopo 40' a vedere se non erano come le nostre dopo la meta di AAC...

Se non si prova a fare niente, non si farà mai niente.
E non si crescerà mai.


Me ne frego di chi va in campo, di chi sta in panchina.
Mi frega di uno straccio di piano di gioco che non sia aspettare.

Francamente, finché non si cambia, fanculo Italrugby!

Abr ha detto...

Talebano ;)

Le cose cambieranno se si faranno le cose giuste ma it won't happen overnight, ci vorrà un paio di generazioni almeno.
Per adesso gli Azzurri vanno giudicati sulla base del potenziale che l loro movimento gli consente di esprimere.
Poi anche, perchè no, sulla base delle scelte puntuali fatte dai responsabili.
R
ifiutar tutto in blocco perchè "non all'altezza" non mi pare un contributo costruttivo.
Anch'io personalmente per godere rugby d'alto livello "adottai" per tanti motivi una certa seconda nazionale non italiana, tanto e tanto tempo fa.
Ma ciò non elimina una cosa che non ho scelto io (nè di certo i miei avi), ma di cui nemmeno mi vergogno, cioè l'essere italiano. E' un dato di fatto.

Ciò detto, le cose partono da molto, molto lontano: ce lo dice un insider, dalla Nuova Zelanda nella nuova rubrica chronicles.
Senza saperlo prima, con i nostri post e tutto questo lungo dibattito, siamo sulla strada giusta.

Madflyhalf ha detto...

Sono attaccatissimo alla logica però:

se i nostri giocatori titolari giocano spesso titolari nel loro club (Estero o italiano)

se nei ripsettivi campionati di club producono qualcosa di decente (Orquera compreso nel suo periodo di forma)

come mai questo non viene trasmesso alla nazionale?

È solo colpa dei nostri avversari, oppure c'è una profonda mancanza di un piano di gioco, di un input di qualità proveniente dall'alto?

La mia domanda sott'intende una persona che dopo essersi ritirato dal rugby ha fatto una velocissima carriera da assitant-coach, senza mai essere passato dalla classica gavetta che dovrebbe esser sacrosanta...

D'accordo che siamo in un paese dove la meritocrazia è stata dimenticata probabilmente ai tempi dell'Impero Romano, però...

Abr ha detto...

He, come ti capisco sull'assistant :(
Hai notato che da un po' Mallett non lo fila neppure come marconista, scende le scale alla professor Kranz (robe della tv in bianco e nero) per dare direttamente lui le istruzioni ai giocatori?

Tu dici,i giocatori non sono messi nelle condizioni di esercitare il loro massimo potenziale.
Indubbio che avessimo Wayne Smith (o un qualsiasi assistant coach per l'attacco SCELTO DA MALLETT), probabilmente vedremmo qualcosa di più consistente.
Delresto, è bastato vedere il salto in tre mesi di lavoro di Mouremie sulla difesa (chiamato da Mallett) per capire che, se tanto mi da tanto ...

D'altro canto, è vero che oggi abbiamo giocatori nominalmente testati da campionati di alto livello, molto di più che in era BBZ, quando i più che stavano nel Top14 vedevano gran parte del campionato dalla panchina.
Però: i celtici, cioè i 3/4 della squadra, hanno appena iniziato ad entrar nel ritmo (tant'è che Mallett stesso dice, vorrei restare due anni ancora per cogliere quel tipo di maturazione); degli "stranieri", tolto Parisse abbiamo Canale, Masi, Mirco usati dai coach dei loro club non certo negli "schemi" ma come ball carrier -difensori "da macello".
Gli special team di prima e seconda linea poi non fan testo. Castro incluso, gioca Azzurro come nei Tigers.
Quanto a Orquera beh, a Brive al culmine della carriera faceva la riserva, massimo il "situation player".

Madflyhalf ha detto...

Guarda, al culmine della sua carriera (2007-2009) Orquera a Brive veniva messo in campo per mettere un po' di imprevedibilità e brio nell'attacco (che si affidava a Andy Goode).

Io lo vidi giocare come riserva a Parma in Challenge Cup nel 2008, e fu l'unico che ci provò in un Brive che uscì sconfitto dall'Overmach.

Tra parentesi: i tifosi del Brive non presero bene la sconfitta in trasferta da una squadra considerata "minore", e accolsero i giocatori al rientro non proprio con savoir faire.
Tutte le loro macchine parcheggiate al campo erano state rigate completamente.
Tranne quella di Orquera

:|

storia vera giuro ;)

Abr ha detto...

Orquera nei su' cenci era (ed è) un libro stampato dell'apertura. A me non dispiaceva, negli anni che citi (quelli di Masi apertura) mi chiedevo come mai non venisse convocato.

Serio, diligente e preparatissimo. Ricordo che sfidava tutti in un esercizio in cui azzeccava regolarmente a chi passare tra una serie di opzioni in linea che si chiarivano solo a movimento di passaggio iniziato.
E' uno che possiede gli skill quasi per realizzare per davvero quei video "fake" australiani e neozelandesi prima del SuperXV, se li ricordi.

Tra questo però e non dico un campione, ma un titolare stabile di Top14, ce ne passa.

Mi ricorda un mio allenatore, perfetto fino al maniacale nei fondamentali ma negato in campo: si muoveva come un automa, "pensava" troppo e pensando, cannava le scelte e "sporcava" i suoi skill.

Ciò detto, mi hai descritto quello che io chiamo "situation player", cioè uno che metti dentro in particolari situazioni tattiche, nel suo caso per dar brio rispetto all'iper specialista Goode (uno che non per caso è andato a farsi un giro in Sudafrica).
Un momento di splendore durato sino all'inizio della stagione passata (era titolare - alternato - sino almeno alla 7' giornata, prima della prima sosta di coppa), poi col 6Nazioni e infortunio e a Brive non s'è mai più visto

Abr ha detto...

il tutto per dire: il Mondiale si gioca adesso, non nel 2009-10 ...
Orquera l'avrei portato in NZl? Si ma al posto di Bocchino, a mo' di Canavosio dell'apertura.

Anche perchè mi pare che il peso di responsabilità eccessive non gli giovi: hai visto quel calcio a sorpresa invece di cercar la rimessa all'inizio, hai visto certe aperture alla mano? Da uno che era un libro stampato?!

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