lunedì 31 ottobre 2011

Irlandesi di ritorno in Pro12 mentre i Leoni osservano

Chiuso il settimo turno di Pro12, è tempo di dare un'occhiata a come sono messe in classifica le protagoniste. Perché ormai gli equilibri andranno a consolidarsi maggiormente, considerato il rientro dei pezzi grossi impegnati con le nazionali alla RWC e l'avvicinarsi della coppe europee, tra Heineken e Challenge Cup e conseguenti strategie stagionali diverse.
Comandano il gruppo ancora gli Ospreys, pur venerdì sera incappati nella prima sconfitta in quel di Glasgow: 24 punti, frutto di sei vittorie e nemmeno un punto di bonus. Il fine settimana per le gallesi è stato piuttosto drammatico: non solo Swansea, soprattutto i Dragons che sabato sono tornati a Newport con la scoppola rimediata nella Marca (mani nei capelli per il pilone Phil Price e la terza linea Andrew Coombs, nella foto). Due realtà diverse del rugby made in Wales, gli Ospreys bacino di utenza della nazionale - anche se durante la gestione di Warren Gatland le percentuali sono cambiate, grazie in particolare all'affermarsi di nuove leve in altre franchigie. Tra queste, proprio i Dragons che da sempre  scommettono sui ragazzi del settore giovanile e che al di là di sabato, in campo sanno essere maledettamente rognosi. Uno shock al di là della Manica, il ruggito dei Leoni veneti che vi abbiamo raccontato live in diretta. 
In compenso, gli Scarlets hanno vinto per 24-17 sull'Ulster, grazie alle mete dell'ala Liam Williams e del centro Adam Warren e ai punti al piede di Aled Thomas. Di Andrew Trimble la marcatura pesante dei nordirlandesi, mentre il solito Ian Humphreys infila quattro calci di punizione. In un altro incrocio Galles / Irlanda, i Cardiff Blues hanno la meglio sul Connacht, vincendo 26-20 in trasferta e con i padroni di casa che avevano chiuso la prima frazione addirittura sul 17-6: un parziale nella ripresa di 20-3 segnato dalle mete dell'ala Alex Cuthbert e del centro Casey Laulala, mentre lo scozzese Dan Parks ha dettato i tempi dalla piazzola. 

Su Connacht non si può mai far affidamento: perdendo a Galway, si fanno sfilare il quarto posto dai Blues, sarebbe stato in coabitazione con la Benetton Treviso: ora sono 20 punti per i gallesi, 19 quelli biancoverdi, che hanno un record positivo di quattro vittorie e tre sconfitte come i Blues e i Warriors (a 18 punti) e tre punti di bonus raggranellati fino ad ora, il primo offensivo in due stagioni guadagnato proprio ieri. Non male sfiorare la zona playoff alla settima giornata su ventidue,  a un terzo del cammino della seconda stagione Celtica.
Treviso ha firmato un poker notevole sinora, raggiunto grazie a vittorie all'estero, prima a Glasgow poi a Belfast, non solo affidandosi alla oramai notoria solidità casalinga. La buona notizia è che il prossimo turno è ancora in casa, contro un avversario "tradizionale", i Gunners della capitale scozzese.
La formazione di coach Franco Smith fu piacevole rivelazione nell'inizio della scorsa stagione e lo è ancora di più quest'anno - considerando che tra l'altro la tripletta messa a segno prima dell'ultimo turno era giunta senza l'impiego dei nazionali. Tanto che l'ingresso dei reduci viene ancora abbastanza centellinato dal coach: mezza razione alla volta,  ieri erano titolari Zanni, Van Zyl, Cittadini, Semenzato, Sgarbi e Benvenuti, con Derbyshire, McLean e Barbieri in panchina e Ghiraldini, Garcia e Gori in tribuna. Non è una novità: a febbraio arrivò il successo storico sul Munster mentre l'Italia era impegnata nel 6 Nations e qualcuno ai piani alti della FIR, tale presidente Giancarlo Dondi, apparentemente non la prese molto bene; si vede che quando gli Azzurri perdono, i club dovrebbero dimostrarsi "solidali".

Già, Munster e Leinster: le due big irlandesi del gruppo sono ad una ruota di distacco dagli Ospreys. Entrambe a 22 punti e venerdì prossimo si scontreranno al Royal Dublin Society in quello che è turno di derby.

Il tabellone ha in programma anche Dragons - Blues (sempre venerdì), Ulster (13 pts.) - Connacht (15 pts.) e Ospreys - Scarlets (15 pts.). Per le due italiane, è attesa in casa delle scozzesi: gli Aironi ospitano Glasgow, il Treviso accoglie Edimburgo. Per i veneti è una occasione ghiotta tra le mura amiche di Monigo, anche se gli Scots, oramai a ranghi più che completi, saranno avvelenati per essersi ridotti a condividere il penultimo posto con Newport a 10 punti. Sta di fatto che Benetton, vincendo, potrebbe guadagnare altro terreno dato lo scontro diretto tra Munster e Leinster e la trasferta di Cardiff al Rodney Parade che così semplice a questo punto non sarà, c'è da levare dell'imbarazzo tra gli uomini di coach Darren Edwards.
Anche per i mantovani l'affare casalingo non sarà semplice: ultimi con 6 punti, ma ancora a tiro delle penultime a 10, affrontano i Warriors che ne hanno messi da parte 18 fino ad ora, tallonando dal sesto posto la Benetton - e si sono appena presi lo scalpo della capolista. Sarebbe il momento giusto, facendosi prima di tutto un favore a se stessi, che i Lumbard lo facessero anche ai cugini della Marca,  liberandone i talloni dai Guerrieri scozzesi: una applicazione delle famose "sinergie nazionali" e del rinnovato "gioco di squadra Celtico" di cui tanto si parla in Fir  ;)

5 commenti:

gsp ha detto...

"Non è una novità: a febbraio arrivò il successo storico sul Munster mentre l'Italia era impegnata nel 6 Nations e qualcuno ai piani alti della FIR, tale presidente Giancarlo Dondi, apparentemente non la prese molto bene; si vede che quando gli Azzurri perdono, i club dovrebbero dimostrarsi "solidali".

Dondi non mi sta simpatico, ma questa affermazione mi sembra un po' ingenerosa.

Dondi disse che se treviso vinceva e la nazionale no, allora c'e' un problema. che e' una affermazioni assolutamente incontrovertibile.

Dondi pero' voleva dire che la colpa era Mallett per liberarsene e dare la colpa sempre a qualcun'altro. non ha mai detto che deve perdere anche Treviso. anche perche', siamo onesti, il livello nazionale ed il livello celtic sono due cose diverse.

pero' Dondi a parte il problema e' reale. come fai ad evitare l'esperienza scozzese, per cui entrambi i club ottengono risultati eccezionali in CL, e la nazionale ne risente in modo molto limitato?

ringo ha detto...

Dondi se la prese con Treviso direttamente, tirando in ballo i giocatori che a sua detta non erano in condizione per colpa del cattivo uso da parte del club veneto.

Abr ha detto...

Gsp, era una battuta, let's move on aldilà delle schermaglie interpretative del dondi-pensiero che poco ci appassionano.
Il punto comunque a mio avviso rimane: se il presidentissimo avesse voluto rimproverare costruttivamente il "fratellone maggiore pigro" (la nazionale), avrebbe LODATO il fratellino minore vincente (Benetton), non cazziato.
Ergo se ne deduce. come fai tu, che il suo intento fosse lontano dal voler evolvere il rugby locale ma fosse meramente politico, della serie Mallett, Munari, Zatta e Benetton, tutto un complotto contro di me e quindi contro il rugby nazionale.
Quando uno crede di esser circondato solo da idioti incompetenti, fa la figura di quello che sente per radio che c'è un pazzo contromano in autostrada e dice: "uno?! Ne avrò incontrati almeno dieci sinora!"

Ciò detto, arriva la parte interessante: come evitare la "sindrome scozzese", cioè enne anni di Celtic tutto sommato con qualche vertice (un paio di stagioni fa Glasgow ai playoff) senza analoghi progressi nazionali?

A mio personalissimo avviso l'esperienza degli Scots indica che l'assioma di base alla strategia Fir è fallace.
Esso in sintesi è (mi scuso delle ripetizioni): esponiamo i "campioni nazionali" accuratamente selezionati all'alto livello, giocoforza l'alto livello nazionale salirà di livello.

Non funziona così: quel che conta è il livello medio del movimento, la sua "depth", esattamente come la panchina per un club.
E 30-50 "campioni" non fanno movimento. Esattamente come non lo fecero la dozzina di italiani nei campionati esteri, accompagnati da altrettante "nazionalizzazioni" di australiani e argentini.

L'esempio opposto che mi viene in mente è quello neozelandese: notare, una nazione con meno abitanti del Veneto.
Questi allestiscono la miglior nazionale di tutti i tempi per rivincersi il mondiale in casa, ma perdono la pedina fondamentale e insostituibile Carter. Perduto anche il vice Slade, pescano sul loro immenso movimento, prima Cruden poi Donald. E se cadevano questi, potevano anche richiamare Nick Evans che sta portando i Quins a dominare la premiership, oppure Gopperth che salva da due anni i Falcons, o McAlister che brilla a Tolosa etc.etc.etc. Slo per rimanere tra i famosi, perchè si poteva pescare nell'NPC (un nome su tutti oltre a Cruden : Gareth Anscombe, visto al JRWC in Veneto).

Di converso invece, cosa succede all'Italia dei 30-50 selezionatissimi? Fuori Gower, cadono 2-3 anni di lavoro per assenza di ricambi.

Come la Scozia, tocchiamo con mano che conta di più il livello MEDIO del movimento che la sua punta. Errori fatale Fir, copiare le bad practices altrui (affossare il campionato nazionale in primis) solo perché assicurano più potere e controllo.

gsp ha detto...

@abr, sono daccordo con te. il problema e' che tra 2/3 anni dovremo capire se siamo come la scozia e quindi meritiamo 2 franchigie, oppure siamo come la scozia PERCHE' abbiamo solo 2 franchigie. perche' se treviso fa seconda un anno, e gli aironi terzi l'anno successivi, allora dovremo necessariamente interrograrci se non vinciamo almeno 3 partite al 6n.

per quanto riguarda la NZ, hanno 5 (10) aperture perche' il rugby e' il gioco nazionale (vedi il Galles altrettante 5 aperture), tutti giocano a rugby, quindi c'e' un numero notevole di giocatori ed una numero notevole di allenatori a tutti i livelli, incluse strutture, campi, scuole ed una cultura diffusa. se fai il paragone col calcio ogni italiano/a sa come si stoppa la palla e la si passa di piatto.

vorrei pero' aggiungere che avere slade e donald per tutta una RWC non so se avrebbe prodotto lo stesso risultato. secondo me la squadra era cosi' solida che qualsiasi apertura (carter a parte) avrebbe avuto lo stesso effeto che ha avuto donald.

il paradosso rispetto all'italia, se invece il confronto lo sposti dall'apertura alla prima linea, allora non penso si possa dire che la NZ ha piu' piloni di buon livello dell'italia. abbiamo tradizione nel formare piloni, ma non abbiamo capito come si creano le aperture.

Abr ha detto...

@gsp, secondo il mio ragionamento di franchigie potremmo anche "meritarne" 30, o zero, gli effetti sulla nazionale non sono in nessun caso garantiti.
Dipende da com'è strutturato e profondo il "volano" tra alto livello (Celtic per noi, Superrugby per rimanere nell'esempio Nzl) e campionato locale (Eccellenza per noi, NPC per Nzl).

Da noi ci son meno praticanti in percentuale perchè non è sport nazionale? vero, ma a parte che potrebbe anche diventarlo ... in Veneto (non c'è mancato molto negli anni '70), siamo pur sempre 60 milioni contro 4, quindi in teoria varrebbe di più un uno percento qui che il 10 percento da loro.

La mia idea sulle aperture (e sui 3/4 in genere): bisognerebbe diffondere tanto tanto League e Sevens.
Da noi ci so' tanti piloni/terze perchè è nettamente prevalente lo Union, per giunta giocato ad "andamento lento", per cui lì competono e vengono selezionati, in altri ruoli meno.
Inoltre il dodicenne "robusto" ha poche altre alternative sportive, mentre il ragazzone alto e veloce se lo contendono il basket, il volley e ora anche il calcio. Vale anche per le seconde linee.

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