Palle Australiane - e arbitrali
Westpac Stadium, Wellington | ||
Australia 11 - 9 South Africa | ||
Attendance: 34.914 - Half-time: 8 - 3 | ||
|
C'è una cosa che dobbiamo ai nostri lettori e a noi stessi: dovremmo chiedervi scusa dopo questa partita. Scusa per aver sempre sostenuto che nel rugby vinca sempre il migliore di giornata, che l'arbitraggio possa a volte risultare inconsistente, anche dannoso ma mai fino al punto di rovesciare il risultato del campo. Bene, oggi invece è avvenuto.
Ci salva il nostro aver da tempo apertamente declassificato le litanìe "l'arbitro nel rugby non si discute mai", perdonabili solo a chi non abbia mai frequentato uno spogliatoio infangato o soffra di sensi di inferiorità e di rivincita psicologica nei confronti del calcio.
Per quanto ci riguarda non faremo eccezione neppure questa volta e considereremo non discutibile il risultato finale sul campo (non l'arbitraggio); a costo di provare ad arrampicarci sugli specchi come fa coach Robbie Deans a fine gara: "i mei ragazzi han dato prova di raggiunta maturità", o capitan Horwill: "In partite come questa devi cercare una strada verso la vittoria, per trovarla c'è voluto un sacco di "guts" (che in italiano corrente si traduce "palle"). Palle appunto: l'unica non palla la dice Deans quando definisce epica la partita. Peter de Villiers invece non parla: presenta direttamente le sue dimissioni, punto e fine della discussione.
E' difficile far la cronaca di una partita che presenta come punti cardinali solo una meta non trasformata e due punizioni centrate da una parte, due punizioni piazzate su quattro tentate e un drop dall'altra, eppure densissima di gioco, di scontri, di ruck e di ritmo. Una partita assolutamente sudafricana nell'impianto, dominata non solo nelle statistiche ma anche nell'impostazione, in cui i Wallabies han dato sovente l'impressione di star per esalare l'ultimo respiro, in specie dal 50' all'ingresso del duo risolvi-problemi Bismark Du Plessis e Francois Hougaard. Con loro, se prima la partita era già a senso unico, è diventata leoni contro martiri cristiani al Colosseo. Eppure ...
Ci limitiamo a passare in rassegna i momenti topici prima di lanciarci nell'analisi.
Già dai primi minuti il pallino è saldamente in mano sudafricana, con Shalk Burger impressionante per workload nel portar palla, coi soliti errori e palle perse abbastanza inevitabili con quel tipo di gioco abrasivo per tutti. Il piede di Quade Cooper è chiamato spesso a togliere le castagne dal fuoco. I Wallabies comunque non dormono, da aquile abituate a volar alte, si trasformano in avvoltoi pronti ad avventarsi su ogni palla di recupero dalla spazzatura, come accade al 12' quando dalla solita rimessa laterale superbamente vinta da Matfield vien lanciato Burger, il quale placcato da dietro da Genia perde palla, questa rotola a McCabe che lancia in meta Horwill. Colpo d'incontro o della domenica, è 5-0; O'Connor fallisce la trasformazione, con l'arbitro a ignorare JP Pietersen che disturba il calciatore mentre si prepara.
Subito dopo la più limpida opportunità di tutta la partita per i Wallabies: Beale semina la linea (poi sparirà nella partita tutta difensiva), lancia nello spazio Moore, lo blocca Burger in recupero prodigioso. Poco dopo Morné Steyn falliva un tentativo di piazzare da metà campo. I tre punti arrivavano solo al 38', nel momento di maggior pressione dei Boks che son potenti e decisi ma anche imprecisi. Il massimo dell'avvicinamento è a un centimetro dal palo, a suon di pick and go, ma da sotto il mucchio spunta ben visibile in Mondovisione la manina (di Elsom?) a spinger palla fuori dalla parte sua. Per l'arbitro tutto bene.
In precedenza una punizione piazzata da O'Connor. Un aspetto che emerge già nel primo tempo è la pressione terrificante che i Boks attuano su Will Genia, ritenuto a ragione il playmaker, difatti riescono con successo a spegnerlo per tutta la partita. Quanto a Quade Cooper, ci pensa da solo: troppo complesso nelle scelte, sempre dettate dal criterio della spettacolarità più che dell'utilità. Ma oggettivamente le opportunità sono ben poche. A tempo scaduto, Steyn prova ancora da metà campo angolato ma solo perchè non ci sono alternative, sarebbe stato problematico anche per l'altro Steyn.
La sensazione nonostante il punteggio di 8-3 all'intervallo è chiara per tutti, che il tempo che passa sgretoli le opzioni dei Wallabies, stile lavoro ai fianchi nel pugilato.
Il secondo tempo è un incubo per i Wallabies, schiacciati sempre più nella metà campo nonostante qualche tentativo di Digby Ioane, gestito senza panico dai Boks. L'ultima spiaggia difensiva è sempre Pocock, che anche all'inizio del tempo strappa un possesso vitale a Pietersen. Il punto non è il suo lavoro sovente limpido e fatto in piedi: è quel che fanno tutti gli altri suoi compagni di pack prima (non rotolando via), durante (manine e piedini qua e là) e dopo (fuorigioco) ogni fase di contatto. Lasciando pur perdere i placcaggi alti (come quello in foto) che tanto i Boks mica s'intimidiscono. I sudafricani come sempre vogliono vincere contro tutto e tutti: non c'era nessun Settimo Cavalleggeri in soccorso ai loro avi, quando cercavano terre sul Veld in mezzo a tribù ostili.
Si mette in grande evidenza il ventenne Patrick Lambie, mai una palla o una presa aerea sprecata. Novello Frans Steyn, tenta anche il drop da metà campo, sfortunato di poco. Al 52' un volonteroso e impavido Habana cede il posto a Hougaard e il positivo John Smit lascia per Bismark: escono le tigri, entrano gli orsi Grizzly. Pochi minuti dopo un offside particolarmente vistoso (a Lawrence va ben tutto, tranne questo) procura a Steyn la punizione per l' 8-6; tre minuti dopo il drop del sorpasso 9-8. Con venti minuti ancora da giocare, le lingue Aussie tutte fuori e McCabe portato via col cucchiaino, nemmeno la mamma di Robbie Deans può pensare che i Boks non marcheranno almeno una meta.
Il patatrac non è a 10 minuti dalla fine, quella è una conseguenza; il punto è che i Boks non riescono a tradurre un dominio sempre più imbarazzante in punti, fermati da qualche magia di Pocock e più spesso da un arbitraggio diciamo molto lasco. Quando Barnes riesce a portare i suoi a pedate nella metà campo Boks, s'avvera il miracolo: Matfield e Roussow commettono fallo su Samo in aria, Lawrence si perde pure questa - tutto sommato lui sarebbe consistente nel suo lassismo - ma non il guardalinee Poite, che lo avvisa. E O'Connor punisce la tracotanza degli Afrikaner che credevano d'aver già colonizzato l'Altipiano Westpac di Wellington. I Wallabies son talmente a pezzi che non riescono a gestire il gioco nel finale, esponendosi a un ritorno sudafricano che si fa minaccioso. Alla fine arriva la solita palla persa alla dodicesima ora, pardon fase a risolvere la questione.
Mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco, Maramao perché sei morto/pane e vin non ti mancavan: ce ne sarebbero di filastrocche che vengono in mente per i Sudafricani.
Iniziamo l'analisi con la questione arbitrale: l'ineffabile Lawrence, ironia della sorte molto criticato dalla stampa australiana prima della partita. Da noi gode di una certa popolarità, dopotutto fu l'arbitro dell'ultimo Italia-Francia ... Si, è quello che fa rifar la mischia ordinata cinque, sei volte, che la fa giocare a prime linee collassate purché la palla ne esca. Oggi non è la mischia in questione ma qualcosa di ancora più cruciale: il punto di incontro, dove i corpi s'intrecciano a caccia dell'ovale. Guarda caso, l'aspetto fondamentale del gioco fisico sudafricano.
Non criticheremo con parole nostre; per didattica, tradurremo lo sprezzante sarcasmo di Mark Reason che sul Telegraph di Londra - non di Johannesburgh - scrive: "Gli Aussies hanno già fatto diventare un arbitro neozelandese - Steve Walsh - uno di loro. Lawrence potrebbe essere il prossimo, s'è guadagnato la cittadinanza onoraria". Speriamo che i Gran Sacerdoti del rugby de'noantri non si straccino le vesti, scandalizzati da cotanto ardire ..
"I sudafricani credevano che il placcatore dovesse mollare il portatore di palla", spiega Reason, "Erano convinti che il fuorigioco andasse rispettato. Pensavano che si dovesse giocare rimanendo in piedi". E insiste: "Quella che poteva essere una grande partita di rugby è diventata un gran casino, perché Lawrence non ha saputo gestire il punto di incontro". Il messaggio da Londra alle nostre verginelle di provincia: "Le partite vengono influenzate più sovente di quanto si pensi dall'incapacità dell'arbitro a chiarire l'area del contatto". Il suo auspicio sarebbe "che gente con maggior familiarità alle regole – cioè gli arbitri Sudafricani e quelli dell'Emisfero Nord, non i Kiwi – fossero chiamati ad arbitrare le partite finali". Concludendo, riguardo la partita odierna: "I sudafricani si sentiranno ingannati. E avranno tutto il diritto di lagnarsi".
Tutto quello che possiamo aggiungere è una considerazione generale: il rugby è uno sport dannatamente difficile da arbitrare bene, inoltre si deve partire sempre dal presupposto della buona fede negli errori. Ciò implica il contrario del buonismo, la TOLLERANZA ZERO nei confronti di chi falsi le partite: a parte che son tutti Pro, c'è del sangue oltre che sudore e lacrime in campo.
Chiudiamo la parentesi e vediamola in positivo. Due gli eroi della giornata: James O'Connor, un ventiduenne col sangue freddo di un veterano (del resto di caps ne ha già accumulati parecchi), non solo per aver centrato il calcio di punizione decisivo a dieci minuti dalla fine, ma per essere entrato in un modo o nell'altro in quasi tutto quel poco di buono che i Wallabies son riusciti a produrre oggi; l'altro è David Pocock, senza più dubbi il singolo atleta maggiormente dominante nel gioco e influente nei risultati oggi.
Un altro da elogiare è Berrick Barnes: ha toccato un solo pallone calciandolo perfettamente e in direzione inattesa, consentendo ai suoi di uscire dalla metà campo forse per la prima volta nel secondo tempo. Oggi rappresenta una sicurezza rispetto al balbettante Quade Cooper beccato dal pubblico; non ci stupiremmo se Deans desse al primo una chance in semifinale.
L'altro elemento vincente per i Wallabies è stato la mancanza di cinismo degli Springboks. Una volta appurato che produrre gioco multifase insistito oltre un certo limite era rischioso, per via di Pocock e di Lawrence, i Boks avrebbero dovuto farsi più umili e previdenti, invece di godersi il gioco del gatto col topo. Bastava recuperare "filologicamente" antiche pratiche afrikaner - e Boreali - non risalenti al 2007 ma al secolo scorso, quando le difese ermetiche confinate nella propria metà campo s'allargavano con quattro o cinque drop in fila, non uno o due! Va ben fisicità, va ben non dare via il possesso: si fan quattro, cinque fasi alla volta, non nove o più! L'aver scordato tali sane, umili, ruspanti pratiche di un tempo è l'errore fatale nell'economia della partita. Ne avessero provati quattro di drop e centrati solo due, i Boks avrebbero vinto; dirò di più, avrebbero pure ottenuto un paio di mete as a byproduct, vista l'efficacia nel mettere pressione sui tentativi di alleggerimento dei Wallabies.
A considerare le performance di squadra - e questo è uno sport di squadra - c'è invece da tornar negativi: ne risulta la foto di una delle partite più a senso unico della storia del rugby di alto livello. A favore, ma che dico, a larghissimo favore della squadra perdente ci sono tutte le statistiche nessuna esclusa: possesso, territorio ( a livelli di 80%), mischie, gioco tattico, metri guadagnati, breakdown vinti, rimesse laterali (19 di cui 5 rubate per i Boks), pressione (oltre 145 placcaggi australiani contro 56 sudafricani) etc.etc. Con buona pace di quello che diceva qualche giorno fa, che "a difendersi e basta nel rugby, va a finire che perdi", mi pare fosse un qualche presidente federale.
Succede a volte anche nel rugby e la responsabilità è certamente della incapacità a finalizzare di chi attacchi; ma non s'era mai visto nulla di simile prima d'ora, in termini di dimensioni del vantaggio e di importanza della posta in palio.
Tant'è, questa very ugly win potrebbe risultare un bel carburante per i Wallabies nella semifinale con gli All Blacks, se non ne risulteranno fisicamente triturati. Certo è che il Mondiale ha perso forse l'unica forza che con la sua ruvida determinazione, assieme alla imprevedibilità francese, poteva forse mettere in crisi i padroni di casa. Questi Ozzy non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli di Brisbane. Non con questo Quade Cooper e pur con questo David Pocock.
Ci salva il nostro aver da tempo apertamente declassificato le litanìe "l'arbitro nel rugby non si discute mai", perdonabili solo a chi non abbia mai frequentato uno spogliatoio infangato o soffra di sensi di inferiorità e di rivincita psicologica nei confronti del calcio.
Per quanto ci riguarda non faremo eccezione neppure questa volta e considereremo non discutibile il risultato finale sul campo (non l'arbitraggio); a costo di provare ad arrampicarci sugli specchi come fa coach Robbie Deans a fine gara: "i mei ragazzi han dato prova di raggiunta maturità", o capitan Horwill: "In partite come questa devi cercare una strada verso la vittoria, per trovarla c'è voluto un sacco di "guts" (che in italiano corrente si traduce "palle"). Palle appunto: l'unica non palla la dice Deans quando definisce epica la partita. Peter de Villiers invece non parla: presenta direttamente le sue dimissioni, punto e fine della discussione.
E' difficile far la cronaca di una partita che presenta come punti cardinali solo una meta non trasformata e due punizioni centrate da una parte, due punizioni piazzate su quattro tentate e un drop dall'altra, eppure densissima di gioco, di scontri, di ruck e di ritmo. Una partita assolutamente sudafricana nell'impianto, dominata non solo nelle statistiche ma anche nell'impostazione, in cui i Wallabies han dato sovente l'impressione di star per esalare l'ultimo respiro, in specie dal 50' all'ingresso del duo risolvi-problemi Bismark Du Plessis e Francois Hougaard. Con loro, se prima la partita era già a senso unico, è diventata leoni contro martiri cristiani al Colosseo. Eppure ...
Ci limitiamo a passare in rassegna i momenti topici prima di lanciarci nell'analisi.
Già dai primi minuti il pallino è saldamente in mano sudafricana, con Shalk Burger impressionante per workload nel portar palla, coi soliti errori e palle perse abbastanza inevitabili con quel tipo di gioco abrasivo per tutti. Il piede di Quade Cooper è chiamato spesso a togliere le castagne dal fuoco. I Wallabies comunque non dormono, da aquile abituate a volar alte, si trasformano in avvoltoi pronti ad avventarsi su ogni palla di recupero dalla spazzatura, come accade al 12' quando dalla solita rimessa laterale superbamente vinta da Matfield vien lanciato Burger, il quale placcato da dietro da Genia perde palla, questa rotola a McCabe che lancia in meta Horwill. Colpo d'incontro o della domenica, è 5-0; O'Connor fallisce la trasformazione, con l'arbitro a ignorare JP Pietersen che disturba il calciatore mentre si prepara.
Subito dopo la più limpida opportunità di tutta la partita per i Wallabies: Beale semina la linea (poi sparirà nella partita tutta difensiva), lancia nello spazio Moore, lo blocca Burger in recupero prodigioso. Poco dopo Morné Steyn falliva un tentativo di piazzare da metà campo. I tre punti arrivavano solo al 38', nel momento di maggior pressione dei Boks che son potenti e decisi ma anche imprecisi. Il massimo dell'avvicinamento è a un centimetro dal palo, a suon di pick and go, ma da sotto il mucchio spunta ben visibile in Mondovisione la manina (di Elsom?) a spinger palla fuori dalla parte sua. Per l'arbitro tutto bene.
In precedenza una punizione piazzata da O'Connor. Un aspetto che emerge già nel primo tempo è la pressione terrificante che i Boks attuano su Will Genia, ritenuto a ragione il playmaker, difatti riescono con successo a spegnerlo per tutta la partita. Quanto a Quade Cooper, ci pensa da solo: troppo complesso nelle scelte, sempre dettate dal criterio della spettacolarità più che dell'utilità. Ma oggettivamente le opportunità sono ben poche. A tempo scaduto, Steyn prova ancora da metà campo angolato ma solo perchè non ci sono alternative, sarebbe stato problematico anche per l'altro Steyn.
La sensazione nonostante il punteggio di 8-3 all'intervallo è chiara per tutti, che il tempo che passa sgretoli le opzioni dei Wallabies, stile lavoro ai fianchi nel pugilato.
Il secondo tempo è un incubo per i Wallabies, schiacciati sempre più nella metà campo nonostante qualche tentativo di Digby Ioane, gestito senza panico dai Boks. L'ultima spiaggia difensiva è sempre Pocock, che anche all'inizio del tempo strappa un possesso vitale a Pietersen. Il punto non è il suo lavoro sovente limpido e fatto in piedi: è quel che fanno tutti gli altri suoi compagni di pack prima (non rotolando via), durante (manine e piedini qua e là) e dopo (fuorigioco) ogni fase di contatto. Lasciando pur perdere i placcaggi alti (come quello in foto) che tanto i Boks mica s'intimidiscono. I sudafricani come sempre vogliono vincere contro tutto e tutti: non c'era nessun Settimo Cavalleggeri in soccorso ai loro avi, quando cercavano terre sul Veld in mezzo a tribù ostili.
Si mette in grande evidenza il ventenne Patrick Lambie, mai una palla o una presa aerea sprecata. Novello Frans Steyn, tenta anche il drop da metà campo, sfortunato di poco. Al 52' un volonteroso e impavido Habana cede il posto a Hougaard e il positivo John Smit lascia per Bismark: escono le tigri, entrano gli orsi Grizzly. Pochi minuti dopo un offside particolarmente vistoso (a Lawrence va ben tutto, tranne questo) procura a Steyn la punizione per l' 8-6; tre minuti dopo il drop del sorpasso 9-8. Con venti minuti ancora da giocare, le lingue Aussie tutte fuori e McCabe portato via col cucchiaino, nemmeno la mamma di Robbie Deans può pensare che i Boks non marcheranno almeno una meta.
Il patatrac non è a 10 minuti dalla fine, quella è una conseguenza; il punto è che i Boks non riescono a tradurre un dominio sempre più imbarazzante in punti, fermati da qualche magia di Pocock e più spesso da un arbitraggio diciamo molto lasco. Quando Barnes riesce a portare i suoi a pedate nella metà campo Boks, s'avvera il miracolo: Matfield e Roussow commettono fallo su Samo in aria, Lawrence si perde pure questa - tutto sommato lui sarebbe consistente nel suo lassismo - ma non il guardalinee Poite, che lo avvisa. E O'Connor punisce la tracotanza degli Afrikaner che credevano d'aver già colonizzato l'Altipiano Westpac di Wellington. I Wallabies son talmente a pezzi che non riescono a gestire il gioco nel finale, esponendosi a un ritorno sudafricano che si fa minaccioso. Alla fine arriva la solita palla persa alla dodicesima ora, pardon fase a risolvere la questione.
Mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco, Maramao perché sei morto/pane e vin non ti mancavan: ce ne sarebbero di filastrocche che vengono in mente per i Sudafricani.
Iniziamo l'analisi con la questione arbitrale: l'ineffabile Lawrence, ironia della sorte molto criticato dalla stampa australiana prima della partita. Da noi gode di una certa popolarità, dopotutto fu l'arbitro dell'ultimo Italia-Francia ... Si, è quello che fa rifar la mischia ordinata cinque, sei volte, che la fa giocare a prime linee collassate purché la palla ne esca. Oggi non è la mischia in questione ma qualcosa di ancora più cruciale: il punto di incontro, dove i corpi s'intrecciano a caccia dell'ovale. Guarda caso, l'aspetto fondamentale del gioco fisico sudafricano.
Non criticheremo con parole nostre; per didattica, tradurremo lo sprezzante sarcasmo di Mark Reason che sul Telegraph di Londra - non di Johannesburgh - scrive: "Gli Aussies hanno già fatto diventare un arbitro neozelandese - Steve Walsh - uno di loro. Lawrence potrebbe essere il prossimo, s'è guadagnato la cittadinanza onoraria". Speriamo che i Gran Sacerdoti del rugby de'noantri non si straccino le vesti, scandalizzati da cotanto ardire ..
"I sudafricani credevano che il placcatore dovesse mollare il portatore di palla", spiega Reason, "Erano convinti che il fuorigioco andasse rispettato. Pensavano che si dovesse giocare rimanendo in piedi". E insiste: "Quella che poteva essere una grande partita di rugby è diventata un gran casino, perché Lawrence non ha saputo gestire il punto di incontro". Il messaggio da Londra alle nostre verginelle di provincia: "Le partite vengono influenzate più sovente di quanto si pensi dall'incapacità dell'arbitro a chiarire l'area del contatto". Il suo auspicio sarebbe "che gente con maggior familiarità alle regole – cioè gli arbitri Sudafricani e quelli dell'Emisfero Nord, non i Kiwi – fossero chiamati ad arbitrare le partite finali". Concludendo, riguardo la partita odierna: "I sudafricani si sentiranno ingannati. E avranno tutto il diritto di lagnarsi".
Tutto quello che possiamo aggiungere è una considerazione generale: il rugby è uno sport dannatamente difficile da arbitrare bene, inoltre si deve partire sempre dal presupposto della buona fede negli errori. Ciò implica il contrario del buonismo, la TOLLERANZA ZERO nei confronti di chi falsi le partite: a parte che son tutti Pro, c'è del sangue oltre che sudore e lacrime in campo.
Chiudiamo la parentesi e vediamola in positivo. Due gli eroi della giornata: James O'Connor, un ventiduenne col sangue freddo di un veterano (del resto di caps ne ha già accumulati parecchi), non solo per aver centrato il calcio di punizione decisivo a dieci minuti dalla fine, ma per essere entrato in un modo o nell'altro in quasi tutto quel poco di buono che i Wallabies son riusciti a produrre oggi; l'altro è David Pocock, senza più dubbi il singolo atleta maggiormente dominante nel gioco e influente nei risultati oggi.
Un altro da elogiare è Berrick Barnes: ha toccato un solo pallone calciandolo perfettamente e in direzione inattesa, consentendo ai suoi di uscire dalla metà campo forse per la prima volta nel secondo tempo. Oggi rappresenta una sicurezza rispetto al balbettante Quade Cooper beccato dal pubblico; non ci stupiremmo se Deans desse al primo una chance in semifinale.
L'altro elemento vincente per i Wallabies è stato la mancanza di cinismo degli Springboks. Una volta appurato che produrre gioco multifase insistito oltre un certo limite era rischioso, per via di Pocock e di Lawrence, i Boks avrebbero dovuto farsi più umili e previdenti, invece di godersi il gioco del gatto col topo. Bastava recuperare "filologicamente" antiche pratiche afrikaner - e Boreali - non risalenti al 2007 ma al secolo scorso, quando le difese ermetiche confinate nella propria metà campo s'allargavano con quattro o cinque drop in fila, non uno o due! Va ben fisicità, va ben non dare via il possesso: si fan quattro, cinque fasi alla volta, non nove o più! L'aver scordato tali sane, umili, ruspanti pratiche di un tempo è l'errore fatale nell'economia della partita. Ne avessero provati quattro di drop e centrati solo due, i Boks avrebbero vinto; dirò di più, avrebbero pure ottenuto un paio di mete as a byproduct, vista l'efficacia nel mettere pressione sui tentativi di alleggerimento dei Wallabies.
A considerare le performance di squadra - e questo è uno sport di squadra - c'è invece da tornar negativi: ne risulta la foto di una delle partite più a senso unico della storia del rugby di alto livello. A favore, ma che dico, a larghissimo favore della squadra perdente ci sono tutte le statistiche nessuna esclusa: possesso, territorio ( a livelli di 80%), mischie, gioco tattico, metri guadagnati, breakdown vinti, rimesse laterali (19 di cui 5 rubate per i Boks), pressione (oltre 145 placcaggi australiani contro 56 sudafricani) etc.etc. Con buona pace di quello che diceva qualche giorno fa, che "a difendersi e basta nel rugby, va a finire che perdi", mi pare fosse un qualche presidente federale.
Succede a volte anche nel rugby e la responsabilità è certamente della incapacità a finalizzare di chi attacchi; ma non s'era mai visto nulla di simile prima d'ora, in termini di dimensioni del vantaggio e di importanza della posta in palio.
Tant'è, questa very ugly win potrebbe risultare un bel carburante per i Wallabies nella semifinale con gli All Blacks, se non ne risulteranno fisicamente triturati. Certo è che il Mondiale ha perso forse l'unica forza che con la sua ruvida determinazione, assieme alla imprevedibilità francese, poteva forse mettere in crisi i padroni di casa. Questi Ozzy non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli di Brisbane. Non con questo Quade Cooper e pur con questo David Pocock.
28 commenti:
Dovremmo metterci i like ai post. Per pigiarci sopra più volte.
C'è - sul facebook. :)
Ho già messo "like" sul tuo dell'Argentina, anche se trovo sia stato un po' tenerone con gli AB.
E' domenica, si è più misericordiosi.
Ma il regno dei cieli non era dei poveri - di skill?
Infatti dovremmo chiamare i piani alti per chiedere come vanno i Mondiali lassù.
E il like lo pigierei anch'io ;-)
Questo post mi rinfranca: stamane non mi capacitavo di cosa stesse facendo l'ineffabile Bryce, e stavo quasi dare la colpa di un mio rincitrullimento alla levataccia domenicale. Bah, una cosa mai vista.
Che dire? Peccato che con 2 squadroni come questi si debba finire - è inevitabile - a parlare dell'arbitraggio: non lo meritano loro, e neppure gli appassionati boreali mattinieri... (neanche gli australi se per questo, ma almeno loro hanno potuto subito sfogarsi al pub).
Sul serio, grazie di cuore per il vostro blog: riuscite sempre ad essere competenti e chiari, e non è merito da poco, visto che oggi si fa a gara a esser poco chiari proprio per far finta di essere competenti ;-)
Grazie Cornelio, molto apprezzato :)
Non è vero che l'arbitro nel rugby non si discute mai? Ma allora i sudafricani che pur essendo danneggiati dall'arbitraggio non hanno protestato per tutta la partita cosa sono, rincitrulliti? La tanto decantata personalità di uno Smith dov'è andata a finire? Secondo me anche i sudafricani pensano che l'arbitro non si debba discutere. Verginelle?
Errori arbitrali, errori strategici dei giocatori, ecc...ecc... stringi stringi, però, la partita la stavano vincendo gli Springboks, o no? Qualcuno se la sente di spiegare a Matfield che non si deve ostacolare il saltatore?
Caro Anonimo, Matfield e soci sono abbastanza grandi da badare a se stessi. Il focus lo abbiamo concentrato soprattutto nell'area del breakdown, quindi il discorso si fa leggermente diverso.
Quanto all'arbitro che non si contesta, beh, il buonsenso dovrebbe aiutare. Nel senso che ci sono diversi modi per contestare il suo operato: il bar sport o il rispetto delle parti, anche perché nel rugby se ti metti a fare rogne finisce che puoi beccarti dieci metri di penalità.
Però smettiamola di girarci attorno: sugli spalti la gente manifesta la propria contrarietà di fronte a certe decisioni (non c'è nulla di male, ricordandosi che non si è al bar sport per l'appunto), in conferenza stampa gli allenatori garbatamente dicono che non hanno condiviso certe scelte e se incrociano il giudice di gara nei corridoi degli spogliatoi, talvolta chiedono lumi su alcune chiamate. Senza prenderlo per il bavero.
E' tutto così tremendamente normale. Ma forse a furia di navigare nella epopea, ci si dimentica di tutto il resto.
Perfetto.
Sotto tutto questo c'è secondo me un grande malinteso. Certo che si può parlare dell'arbitro, non siamo mica sotto il fascismo, che diamine!
L'epopea si crea perchè le persone estranee a questo sport vedono atleti che non protestano anche quando subiscono un torto, addirittura qualche volta si vedono giocatori che si rivolgono all'arbitro parlando al proprio capitano affinché riferisca...insomma cose curiose, d'altri tempi, che hanno contribuito a creare il mito per cui sembra che se sei al bar e dici la parola "arbitro" vieni fulminato seduta stante. Del resto è assai "strano" per gli "esterni" sentire un arbitro che dice "usala!" oppure che ti avverte di toglierti dal fuori gioco prima di fischiare, o vedere un giocatore chiedere all'arbitro se può intervenire su un pallone... più che curiose, buffe, quasi ridicole.
Ti immagini un calciatore che prima di correre chiede al giudice di linea se è in fuori gioco?
Ringo, Matfield ha dimostrato di non saper badare a sé stesso, caspita! Questa sera ha un peso sulla coscienza grosso come una casa!
Eh, però Lawrence oggi ne ha combinate di belle.
Se vi siete chiariti sul "grande malinteso" che non ho capito, meglio per voi. Tanto di guadagnato.
Quanto a Matfield, a parte che è stato punito Roussow (Poite indica il suo numero con la manina) e non lui, il ragionamento sulle sue "responsabilità grandi come una casa" è viziato in due punti anzi tre.
Primo, questo non è il calcio, non funziona ad episodi. Tutto il resto a parte infatti, le diciannove (19) rimesse tirate giù dai due, di cui cinque (5) lanciate dagli avversari, dove le lasciamo, in beneficienza?
Secondo, è spiegato nel post e lo dicono pure i telecronisti: a certi livelli come questi si gioca ADEGUANDOSI PRIMA DI TUTTO ALLO STILE DELL'ARBITRAGGIO.
Se hai un arbitro che lascia correre come Lawrence, ti adegui. Fai ad esempio quello che vedi nella foto sopra, Vickerman le prova tutte in rimessa, mai fischiato, Rocky Elsom nel primo tempo si becca uno schiaffone mentre salta , nessun fischio, etcetc.
Lawrence ha applicato lo stesso metro per ambo le squadre. Difatti nel posto lo chiariamo, anche stavolta era andata liscia; solo che stavolta arriva Poite col SUO metro, diverso da quello di Lawrence.
Anticipiamo la prossima domanda che sentiamo incombere: ma se Lawrence è stato consistente nel suo modo di arbitrare, perché i Boks possono LEGITTIMAMENTE sentirsi defraudati dall'arbitraggio sui punti d'incontro, come affermiamo noi ma anche un INGLESE che beato lui fa le corrispondenze sul Telegraph di Londra?
Vivaddio, ma perchè ci son stati 150 punti di incontro coi Boks a portarci palla dentro contro 50 degli avversari !!!!!!
Ps.: Come mai John Smit non protestava? Questo non è il calcio coi giocatori che fan capannello attorno all'arbitro (anche perchè come ricorda Ringo, ci si prende 10 metri di penalità). Smit parla con l'arbitro.
Ma per sapere come la pensino i sudafricani sull'arbitraggio (peste e corna), consiglio un giretto sul sito ufficiale della SARU, la loro federazione.
Sorry mi son scordato il terzo punto su Matfield: il vecchio adagio "chi non fa non sbaglia".
Tanta roba questo articolo.
Told you so 'bout Oz. ;)
Hanno palle e sono molto più solidi di quanto la gente pensava.
Grazie a dio esiste poi David Ayers Rock Pocock. Chi ha bisogno di un altro monumento nazionale downundah'?
Lawrence ha fatto schifissimo ma per tutti.
Ricordiamo che ha mancato un bel giallone a Morné Steyn per una carica in ritardo e di sola spalla su Ioane dopo che aveva calciato e il fallo sul saltatore il Sudafrica l'aveva fatto almeno 3 volte (compresa l'ultima).
L'ultima di Rossouw.
Ci tengo a sottolineare la qualità della chiamata del gl.
- Lawrence, come suggerisce il regolamento, prende posto verso fondo touche - vede Matfield che contesta un po' ma non è falloso
- il gl è ovviamente davanti allo schieramento e vede Rossouw che prende per un piede (!!) il saltatore aus (Samo). Quando Samo cade per terra, Rossouw ha ancora in mano il suo piede dx.
Fate un po' voi che razza di fallo idiota è.
Riguardo alle mischie: vero il Sudafrica era sempre in avanzamento, ma avete visto con che velocità faceva uscire la palla?
Appena Spies l'aveva tra le gambe ripartiva (e veniva ribaltato da Pocock, Elsom e anche The Rabbit).
Allora io non dico di fare come Parisse che la tiene dentro 2h, però se hai un vantaggio competitivo, non ne devi abusare, ma vedi almeno di sfruttarlo.
Sudafrica immaturo, G&GR titolava qualche giorno fa "Gli 'abbagli' nella selezione (dei giocatori nelle formazioni) saranno decisivi in questa partita?"
Chiedetelo ad Alberts, Bismarck, Hougaard e forse anche Butch James...
Il grande malinteso era riferito al fatto che dell'operato dell'arbitro non si dovrebbe parlare, nel rugby. Nel senso che fischia e allora amen, si dovrebbe chiudere lì. Cosa che per il sottoscritto rimane appunto un malinteso, nel senso che dell'operato dell'arbitro si parla e, aggiungo: bisogna parlarne. Visto che se il giudice di gara ha il compito di guidare il match, se fa vaccate, rovina tutto. Lo stesso principio per cui richiama i capitani e ordina loro di dire alla propria squadra di comportarsi bene.
Qualche tempo fa, in Premier, gli allenatori alzarono profonde lamentele perché stavano, gli arbitri, determinando "più del dovuto" la lotta per la salvezza.
Poi io ribadisco il mio punto di vista: parlare dell'arbitro non è un malinteso. Fa parte del gioco.
Riguardo invece a Matfield, il "chi non fa non sbaglia" è per l'appunto il "è abbastanza grande da badare a sé". Poi vero, l'arbitro ha punito Rossouw nell'occasione, su segnalazione del guardalinee tra l'altro.
@ madflyhalf: 'Lawrence ha fatto schifissimo ma per tutti'.
Libero di pensarlo ovviamente, ma perdonami se ti dico che non riesco a capire come si possa aver visto la partita e arrivare a questa conclusione. Tifo? ;-)
Bada bene, te lo dice uno che ha 'sprecato' un pomeriggio lo scorso novembre a Peretola, da schifosissimo fanboy :-) per scambiare 2 chiacchere con Genia, Pocock, Elsom e compagnia bella appena scesi dall'aereo per la partita di Firenze, prima che divenissero ahimé irraggiungibili o quasi nell'eremo del loro buen retiro.
E che diamine, costerà tanto dire che sì, l'Australia ha vinto e complimenti, ma a finir fuori è stata la squadra che ieri ha giocato meglio? Una tantum (speriamo), siamo costretti a dirlo anche nel rugby.
Poi si può discutere di tutto il resto, per carità, delle guts australiane e di Pocock come degli errori Boks, però nell'ordine giusto.
Eh, magari l'Australia tira fuori la prestazione contro la Nuova Zelanda e va in finale, e allora son contento di lodarla, mica ho qualcosa da perderci o guadagnarci a dire diversamente. E' evidente che la classe c'è, nello zainetto australiano, pronta a essere tirata fuori.
Ma riguardo a ieri, per favore, evitiamo di dire che 'tutti rubano alla stessa maniera' (cit.)
Non confondiamo "giocato meglio" con semplicemente "giocato".
Perdi 24 palloni in tutta la partita e hai giocato meglio?
Gestisci in malo modo la mischia tuo grande punto fermo e hai giocato meglio?
Hai il 76% di territorio e 57% di possesso, segni 9 punti e hai giocato meglio?
No.
Hai giocato.
Giocare meglio di un'altra squadra, per me significa:
- prendere tutte le chance che essa ti offre (2 limpide occasioni da meta, sprecate da un passaggio avanti di JdV e le mani di burro di Du Preez)
- far fruttare ogni tuo vantaggio competitivo e giocare con intelligenza
- saper giocare su come fischia l'arbitro
- saper mettere gli uomini giusti nei ruoli giusti. Qua c'è una colpa ENORME di PDV.
Il Sudafrica non ha giocato meglio, ha giocato di più e basta.
Chi era alla partita ed è andato a bere e a fare delle chiacchiere con i "neutrali" allo stadio ha sentito dire principalment questo.
E a mente fredda, lo cominciano a dire anche in molti sudafricani...
Sta di fatto che io in 12 anni che seguo il rugby di alto livello (e ci gioco ma a scarso :D) non ho mai visto fare una prestazione così da un flanker. Mai.
Nemmeno Dusautoir contro gli ABs nel 2007.
David "Ayers Rock" Pocock
[IMG]http://images4.hiboox.com/images/4111/diapoe8f8259bd3e71b0961f8be9d89034ade.gif[/IMG]
Vabbé, e allora diremo che ha giocato meglio l'Australia.
Madflyhalf, evidentemente, non vuoi capire il punto principale della partita di ieri. Il fatto di maggiore impatto sulla partita è stato un qualcosa che impedisce qualsiasi possibilità di usare a scopo di analisi le categorie solite, e di arrivare così a conclusioni così sicure come quelle che elenchi (che in un'occasione normale sarebbero possibili e anche condivisibili).
Il fatto è che 2 grandi squadre non hanno potuto disputarsi una partita come si meritavano per colpa di un incompetente (absit iniura verbis.. ma anche no :-)) che ha trasformato per 80 minuti l'area più importante del gioco in un casino totalmente random. E tutto il resto, fatalmente, non può che passare in secondo piano.
Non stiamo parlando di singole decisioni sbagliate, come piace tanto fare sul forum degli ultrà, dove, tra gente che pure ci capisce, vedo però che spuntano sempre di più altri che parlano a casaccio e son pronti ad inventarsi colpe e 'comblotti' a buon mercato.
Stiamo parlando di un qualcosa di mai visto a questi livelli, che spinge un giornalista come Reason a non trovare di meglio che titolare un clamoroso "Referee Bryce Lawrence cost South Africa their place in the semi-finals". Lì non siamo al Brogiesso, mi pare, e allora qualcosa vorrà dire, no? Una extraordinary headline, per un (a suo modo) extraordinary refereeing.. e proprio per questo non un extraordinary match, come avrebbe dovuto e potuto essere.
Passami questa analogia 'sperimentale': non si possono arrivare a conclusioni generali basandosi sulla partita di ieri, che ha avuto evidentemente tutte le caratteristiche dell'evento 'particolare'.
Dico solo questo: peccato. E per me tutto il resto passa in secondo piano.
@madfly: molto d'accordo che Lawrence abbia fischiato male (o meglio fischiato poco) per tutti.
Solo che interviene la matematica: come dico in un commento e nel post odierno, se tu sei la squadra che porta 150 volte palla dentro al punto di contatto e i tuoi avversari meno di 50 volte, chi risulta più danneggiato dalla "leggerezza" arbitrale?
As simple as that: la partita si spiega tutta qui.
Pocock è il singolo giocatore più influente oggi, ma se arrivasse a rubar 10 possessi in una gara, avrebbe stabilito il record mondiale; quanti altri possessi "persi" in modo inspiegabile rimangono? Hai presente quella manina (forse di Elsom) che sbuca da sotto la ruck a dieci centimetri dal palo, nel primo tempo? Ecco, tutto così.
La "cazzata" di Roussow: guarda il caso, Lawrence non la "vede" manco quella. L'ha vista Poite. Il metro di Lawrence, come si diceva, è stato lasco per tutti.
Maturità/immaturità Boks: beh, tesi ardua da sostenere, schieravano in campo la squadra più esperta mai vista a un mondiale, 836 caps complessivi (cito a memoria).
Invece personalmente ho cpaito P.Divvi: tener Bismark e Hougaard nel ruolo di "impact", non era stupido anzi. Guarda Habana come s'è speso, e lo stesso Smit!
Ergo, la lascaggine di Lawrence ha terribilmente falsato la gara (per via del 150 vs. 50) ma l'intervento di Poite, ancora di più.
E' stato come se come se il gruppo arbitrale avesse scientemente deciso di applicare due pesi e due misure, penalizzando solo una delle due in campo.
@Cornelio: molto bella la cosa delle "singole decisioni sbagliate". Difatti a parte qualche placcaggio alto, Lawrence non ha commesso nulla di marchiano. Semplicemente, non ha arbitrato il punto d'incontro.
Nel post odierno mi lancio in un palrallelo tra le due grandi partite "falsate" della storia, questi quarti di finale e quelli del 2007 al Millennium, il famoso Franci-Al Blacks con l'in avanti non visto da Barnes.
Ne concludo che proprio il fatto che Barnes fosse incolpato di un singolo episodio, ipso facto lo assolve sull'esito finale e accusa la Nuova Zelanda di non aver saputo raddirzzare la partita.
Qui invece abbiamo una miriade di non-decisioni, come fai a reagire?
Poi t'arriva pure Poite con la sua ciliegina assolutamente difforme dal metro utilizzaot per tutta la gara, a distruggere una torta fino a quel momento ancora mezza integra.
Premesso che non ho potuto vedere la partita, vorrei capire una cosa riguardo al 150 vs 50. Una volta che capisci che giocare in attacco il punto di incontro diventa uno svantaggio non conviene a quel punto cambiare tattica e andare per scarichi veloci o addirittura calciare O droppare ogni volta che possono?Ai boks non mancano giocatori con le capacita adeguate...
Han provato con Hougaard, anonimo, che col passo rotto poteva creare, ma non ha trovato varchi. Il rugby è sport di squadra e non individuale, la marcia della squadra quella era ed è difficile cambiarla.
L'unica alternativa nelle loro corde che avevano secondo me era giocare più per i drop, tra l'altro pratica classica da mondiale.
Se però non arrivava l'alzata d'ingegno di Poite (correttissima eh! Solo che ha falsato tutto il metro arbitrale farlocco, adottato PER TUTTI e penalizzante i Boks, sino a quel momento, ma l'estemporanea "ritaratura del metro" li ha penalizzati ancor di più), vincevano lo stesso.
Con uno sforzo sproporzionato magari (76% di possesso e territorio per 1 punto di vantaggio), ma vincevano.
Incredibile.
Arrivi a dire che Poite ha sbagliato a segnalare a Lawrence un fallo potenzialmente da cartellino giallo!
Il tuo metro di giudizio è 2 torti fanno una ragione.
Fantastico, vado a buttare nel cesso patentino da arbitro, allenatore (tanto è scaduto è del 2005) e pure il tesserino da giocatore.
:D
Dopo
128 ruck
203 passaggi
76% di territorio
57% di possesso
Mantenimento del possesso in ruck più alto degli avversari (89.9% contro 86.5%)
Una partita dove il secondo centro ha toccato 1/3 dei palloni del terza linea lato chiuso (Fourie 11, Burger 33), la metà del n.8 (21), 2 in più di un pilone (Steenkamp) e di una seconda linea (Matfield).
Segni 9 punti?
Una squadra che fino a 1 mese fa ogni volta che arrivava davanti alla 22 avversaria faceva un drop.
Voi siete qui a dire che il Sudafrica meritava di più? Che ha giocato meglio?
Meglio implica un giudizio sulla qualità, la qualità la puoi misurare in efficacia, in numero di decisioni corrette prese, in capacità di adattarsi agli avversari.
Con 800 e sblisga cap in campo, in una partita con quei numeri DEVI uscirne VINCITORE, fanculo gli arbitri i guardalinee e David Pocock.
"There are lots of ways to win games. Sometimes you win with speed and finesse. Sometimes you need power and relentless intensity. Sometimes constant pressure and great goal-kicking will get you home. Sometimes things are just not going your way, but you still have to find a way to win. The Wallabies yesterday had to call on incredible courage and commitment – against what is arguably the most physically committed team in world rugby. We’ve played better and lost, but we found a way. Again, well done!"
Bob Dwyer.
Capisco che chi tifava Sudafrica sia rimasto deluso, ma fatevi un giro a leggere i commenti dei neutrali su The Rugby Forum (neutrali poi... Neozelandesi, Inglesi e Gallesi soprattutto... gente che non guarda di buon occhio il rugby Australiano).
Non ho detto che ha sbagliat Madfly: chi ha sbagliato è Lawrence. Mi osno limitato a prender atto dei FATTI. Ho sottolineato che, nel paradosso di un metro arbitrale lasco che ha danneggiato oggettivamente i Boks, l'intervento di Poite è stato NEI FATTI uno SQULIBRIO.
E' stato come gridare "il re è nudo", e tutti si sono accorti che lo era. L'arbitro.
Non buttare tutti i tuoi sudatissimi certificati e attestati, madfly: prova solo a lasciar per un attimo "la fede", e tutto d'incanto si chiarità :D
Le cifre che snoccioli: spiegami perchè si segnano solo 9 punti. Per me è perché l'arbitro NON ha fermato la difesa sporca. Per te? 836 caps in campo e parli di "inesperienza"? Cercane una meglio, dài...
Non siamo noi a dire che il sudafrica ha GIOCATO (non meglio, ha giocato) e l'Australia invece no. Lo dice chiunque abbia visto la partita. Persino Deans, che arriva a dire "la difesa è il nuovo attacco".
Trovane di meglio, madfly: la questione non è chi sia deluso per l'uscita del sudafrica, è che giustificare così la vittoria della australia come fa dwyer non solo è very cheap ("esistono tanti modi di vincere, bisonga trovarne quello giusto": grazzzziiiieeeee papi ....), ma espone a devastazioni prossime venture.
Ricordo che gli AB a Brisbane si son battuti SOFFOCANDOLI SUL NASCERE, non facendo la trincea.
Dovevano segnar di più? Caro Dwyer e Madfly, con Poite arbitro e non guardalinee (così comprendi il punto precedente) I BOKS TIRAVANO 5 o 6 CALCI DI PUNIZIONE IN PIU'.
Ti rammento che il sottoscritto ha scommesso in settembre AUSTRALIA VINCENTE, non Sudafrica. Ma così non si va lontano.
Lo dicono le cifre, non solo chi ha visto la gara, che Saf ha GIOCATO e l'Australia no.
Gli Aussie han fatto la canna che si piega ma non si spezza e alla fine han sollevato il capino dal fango e, meraviglia, avevan vinto loro! Eran decisamente i più sorpresi del mondo, immagino Deans nel box, emmo' che je dico alla stampa? E ha scovato quella solfa simil-dwyeriana, "i ragazzi son diventati maturi". Si, come mio padre sotto le bombe della 2' guuerra mondiale ...
L'unico motivo per cui questo esito finale mi rende lieto, è poterlo usare con quelli che "a forza di difendersi, va a finire che si perdono le partite. Bisogna attaccare". Dipende caro presidente, dipende ...
Non parlo di inesperienza.
Parlo di immaturità nella gestione della partita.
Vai a segnare quel drop se vedi che non riesci a segnare altro.
Sì è immaturi anche a 31 anni con 100 caps.
Così come si può essere maturi a 19 (vedi Frans Steyn, 2007).
Voi non volete vedere la partita sotto lo sguardo inequivocabile di come si gioca per vincere:
ESECUZIONE
e
DECISIONE.
Esecuzione perfetta è il primo e più importante passo verso la vittoria.
Decisione giusta è il secondo.
Senza questi presupposti non si vince.
Le decisioni prese dal Sudafrica sono state orrende, ancora peggio è stata l'esecuzione visto che 3/4 delle palle perse venivano da LORO Errori.
Manuale del rugby di Bob Dwyer.
Lui di mondiali ne ha vinto uno, noi siamo ancora qui a scrivere di un arbitro.
Ci sarà un motivo...
buon rugby a tutti è stato un piacere
Ah ecco, l'immaturità. Che è diversa dall'inesperienza, eh! :D
Questo non è il forum dei tifosi col bandieròn, Madfly, qui nessuno difende posizioni e non lo farai nemmeno tu: qui si analizza, e ovviamente ci si forma opinioni.
Se non sei riuscito a vedere l'arbitraggio, problema tuo: riguardati la partita, succede a tutti di guardar una squadra sola e magari perdersi "qualcosa", quando ci sono investimenti emotivi in ballo.
Che poi va ben che siamo in Italia, ma qua siamo al rovesciamento della prova: si dovrebbe giustificare chi è stato danneggiato e non chi ne ha tratto vantaggio, senza manco afferrar bene, tra le bòtte che prendevano, cosa stava succedendo?!
Mica lavorerai per Equitalia?! :0
Quanto a Gwyer, capisco il suo sollievo più che entusiasmo, ma mi pare un tantinello circondato: fatti un giro di stampa in Inghilterra, tanto per dire di qualcuno mai molto tenero coi Boeri ...
Spero solo, da scommettitore, nel potere delle ugly win; fidandomi di Deans, nel chiuso dello spogliatoio credo abbia fatto il ragionamento da persona intelligente e non da "paraocchiato":
"Questa partita è stata il contrario di quella dell'Irlanda: là siamo stati outplayed e abbiam perso, stavolta siamo stati outplayed ma grazie a sapete bene cosa, abbiamo salvato la sghirba. Bene la persistenza ma occorre cambiar completamente canovaccio, se non vogliamo prenderne trenta dagli AB. Torniamo a Brisbane con la testa - aggressività e non passività - altrimenti ci torniamo con l'aereo".
E' sempre un piacere.
"come cominciano a rendersi conto anche in Sudafrica".
Seee, il sito "banniamo Lawrence (Bryce non Mark) dasl rugby" ha raccolto in poche ore oltre 46.000 adesioni .... forse anche quella di Gwyer. ;)
A proposito del quale, se vuoi ti presento un camion rimorchio di ex giocatori, anche di alto livello, che di analizzare rugby, mioddio ....
Nel caso Gwyer ho sovente apprezzato il suo punto di vista ma stavota non ha colto. Stavolta aveva il paraocchi, il bandieròn davanti agli occhi.
Posta un commento