martedì 21 febbraio 2012

Appuntamento a Twickenham

Quando sabato sera a Twickenham Inghilterra e Galles si affronteranno nel terzo turno del Six Nations 2012, due mondi andranno a impattare tra loro: da una parte la nazionale ai comandi di Stuart Lancaster che adotta una strategia spartana o, per usare l'espressione dell'amico Total Flanker, semplicemente non gioca a rugby; dall'altra la squadra di Warren Gatland che sa bene come una vittoria a Londra aprirebbe definitivamente la strada per il titolo finale. In palio c'è la Triple Crown, visto che i gallesi hanno già battuto Irlanda e Scozia

La vigilia è caratterizzata dalla sensazione che il Galles sia il favorito, se il pedaggio degli infortuni che i Dragoni pagheranno non sarà pesante. Tanto che in Wales monta la polemica sul dilemma: nel caso di assenza di Rhys Priestland, che senza clamori ha apportato razionalità alla manovra gallese senza perdite di ritmo, meglio all'apertura "il perdente" James Hook o "il vecchio" Stephen Jones? Un ritorno al passato che riapre ricordi penosi, da quelle parti. Comunque per ora i gallesi stringono i denti e Gatland può in sostanza confermare contro l'Inghilterra la formazione che ha battuto la Scozia, più il rientro di Sam Warburton al posto di Shingler e del ristabilito specialista Alun-Wyn Jones, preferito in seconda linea a Ryan Jones; in meno, solo il tallonatore degli Scarlets Ken Owens è al debutto come titolare per gli infortuni a Bennett e Rees.

Gli inglesi dal canto loro, pur sempre i campioni in carica e pur bistrattati dalla critica per il (non) gioco mostrato, han portato a casa le due trasferte del Murrayfield e dell'Olimpico: due vittorie su due incontri con uno nuovo staff alla guida del gruppo - e un nuovo gruppo, quello del post Mondiale, con gente che sta testando per la prima volta cosa si provi ad indossare la maglia della nazionale. E si sa, le vittorie ugly fan gran bene al morale, più di quelle nette. 

E' giunto il momento di costruire la pressione psicologica sull'avversario e ci pensa Dylan Hartley per gli inglesi. Il tallonatore dei Northampton Saints non sembra più lui in campo: lo prendono di mira, sperando che dia fuori di matto come gli è accaduto diverse volte. Invece incassa il colpo, non reagisce, se ne va in giro con quell'espressione un po' così, come a voler dire: ma perché ce l'avete con me? Hartley ha raccontato come non sia stato per nulla facile preparare la trasferta a Roma: prima il maltempo nel Surrey, base operativa dell'Inghilterra, poi la neve nella capitale italiana. "Nel primo tempo non siamo stati in grado di dettare il gioco, finendo nelle loro mani (quelle degli Azzuri, ndr)", ha dichiarato a The Rugby Blog. "Ma nella ripresa abbiamo cambiato ed ha funzionato".
Fino ad ora, gli inglesi hanno messo a segno 227 placcaggi: in attacco non si fanno notare, in difesa si fanno sentire, eccome. Contro il Galles il leit motiv non dovrebbe cambiare.

"Non dobbiamo preoccuparci troppo di cosa farà il Galles", ha aggiunto Hartley. Affaracci loro, se davvero si credono i favoriti vengano a Twickenham e ce lo dimostrino. "Dobbiamo badare a noi stessi". La preparazione sotto il comando del sergente maggiore Lancaster proseguono, "sono stati molto duri a livello fisico". Il gruppo è tranquillo e con i due successi precedenti ha guadagnato in sicurezza, "adesso dobbiamo crescere di un altro 10% in intensità". Preparate la birra.

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