Mezze imboscate all'ombra delle Andes
The rugby Championship day two, Estadio Malvinas Argentinas, Mendoza,
Argentina 16 - 16 South Africa
(Primo tempo: 13 - 3)[Warning, stavolta niente cronaca: siamo troppo emotivamente coinvolti e non solo con una delle due nazionali, quindi data anche l'ora non abbiamo spazio-tempo da sottrarre alla torrenziale analisi e alla micidiale sintesi. Una cronaca minuto per minuto la trovate qui, ancorché in spagnolo e qui trovate gli highlights].
Ci sono andati vicini i Pumas a inaugurare il loro primo Championship con una vittoria (la vera prima per una debuttante è quella in casa), similmente a quel che seppero fare i cugini Azzurri alla prima del Sei Nazioni nel 2000, contro gli scozzesi allora campioni in carica. Basti il risultato del primo tempo a evidenziarlo. Nel secondo tempo gli SpringBoks han reso esattamente la pariglia 3-13, possibilità di vittoria inclusa (un penalty fallito da Morné Steyn al 73'), approfittando di un visibile calo fisico del team di casa.
Il cui morale scricchiolante veniva sostenuto dai 40.000 (più qualche migliaio di turisti africani) di Mendoza, splendido posto ai piedi delle Andes che più a ovest non si può, a 1.000km da Buenos Aires e 8.000 da Città del Capo. Della serie, ognuno si prende i vantaggi che può; Vittorio Munari in telecronaca decanta la strategia argentina "out of Buenos Aires" per coinvolgere l'intero Paese (forse pensa giustamente ai casi nostri), ma trascura che quasi la metà dei 40 milioni di argentini abitano nella capitale, quindi forse c'è stato anche del (legittimo) calcolo da parte loro, nell'allungare al massimo la logistica a tutte le visitatrici.
Tant'è, abbiamo titolato di mezze imboscate e detto che i Boks rendono ai Pumas la pariglia nel secondo tempo di quanto subìto nel primo; forse sarebbe più corretto dire che i sudafricani sbattono addosso all'avversario del primo tempo senza riuscire a divincolarsi e nel secondo riescono solo a raggiungerlo, non ad andare oltre.Alla fine la dicono lunga le dichiarazioni degli allenatori, non tanto sulle speranze e delusioni, quanto su chi sospiri di sollievo e chi invece debba ricominciare daccapo: Heyneke Meyer accusa se stesso e i giocatori di aver "tradito la Nazione" ("we have let our Country down": miii ... ma questo è il rugby d'altissimo livello ragazzi), mentre Santiago Phelan si dichiara soddisfatto del pari anche se "con un poquito de bronca" (amarezza).
L'Argentina gioca come sa, fermando con l'abnegazione e un po' di mestiere (ma senza esagerare, prova nei sia il conto dei penalty fischiati dall'ottimo Welsh) le percussioni sudafricane ed esaltando i trequarti nelle ripartenze a gioco rotto ma nel secondo tempo finisce l'ossigeno.
Gli ospiti invece insistono a sbatter la testa contro il muro nella speranza di sgretolarlo; nella realtà non sanno che altro fare, dato che l'alternativa up&under, alzati da Morné Steyn non trovano mai sotto né Bryan Habana nè Kirchner nè tantomeno Mvovo. Su quelli proposti dall'estremo Boks poi, avendo fresca negli occhi la prova offerta da Israele Dagg in quel di Auckland, preferiamo stendere un velo pietoso.
Ecco indentificata la prima area insufficiente di questi Boks: molto più della mediana (anche se i due Steyn sbagliano quattro piazzati di cui due "potabili", ma due ne fallisce anche Gurruchaga) è il triangolo allargato, in cui solo Habana meriterebbe una prova d'appello.
L'altra area insufficiente Boks è la terza linea. Non in assoluto, ma non basta per superare la motivazione stellare, il mestiere e i sostegni dei contrapposti argentini, i due non eccelsi Galindo e Farias Cabello a fianco del grande Fernandez Lobbe. Qui Meyer schiera al nr.8 privo di titolari affidabili Willem Alberts, ma così facendo si priva del miglior blindside (uguale ball carrier principale) senza aver nulla in cambio; raddoppia il problema mettendovi Ulrich Potgeiter dal capello molto a posto, che esalta il duo non eccelso sopra detto. Quanto a Marcell Coetzee, uno dei migliori la scorsa settimana, non può far reparto da solo: pareva Pocock nella prima contro gli All Blacks.
Non solo terza linea da incubo - relativamente agli altissimi standard dei verdeoro - ma tutti i loose five: se Etzebeth continua a fare il suo, pur essendo quello che più cede alle "provocazioni" dei gauchos (è giovane), gli strascichi dei gravi problemi fisici di Bekker esplodono irrimediabili fin dal primo quarto. Non ne va di mezzo la rimessa laterale, sufficientemente sotto controllo, quanto la prima linea d'arresto, da cui la velocità con cui il mediano Vergallo (ottima prova la sua stavolta) può rilanciare le azioni dei Pumas. Il problemone di Meyer sia in seconda che in terza linea sono i rincalzi disponibili.
Chi resta dei Boks? La prima linea: impeccabili Adriaan Strauss (classe, forza e personalità, è già vice capitano alla seconda partita da titolare) e Tendai Mtawarira, i soliti problemini di Jeannie duPlessis. Qui le buone notizie vengono da due rincalzi di assoluto livello: il tallonatore Tiaan Liebenberg esordiente Springboks a trent'anni (quanti campioni ha tenuto fuori quel raccomandato di Ralepelle!) e il pilone Cilliers, pronti e positivi quando chiamati.
Al centro impeccabile anche capitan Jean de Villiers; Frans Steyn non è Fourie ma ci dà dentro, ci crede e alla fine pesca il jolly dal mazzo con l'intercetto che procura il pari. In median Francois Hougaard fa come sempre il suo, ma si esalta quando può partire palla in mano sul lungolinea: è un'ala e pure di quelle bravine, c'mon ...
Capitolo Morné Steyn: se lo schieri è perché vuoi un certo tipo di apertura poco flyhalf, che giochi dietro col piede mentre il mediano sta in linea e apre ai ball carrier - indifferentemente trequarti o avanti. In sé non è così diverso da Dan Carter o Jonny Wilko ... Certo è che da tutti loro non ti aspetti certi errori dalla piazzola.
Veniamo agli argentini: non andavano abbattuti dopo la prova incolore della settimana scorsa fuori casa, non vanno esaltati per questa ouverture casalinga tutto sommato positiva - anche se con bronca: guai se i Pumas smetteranno di stay humble oltre che foolish, tanto per rifrasare Steve Jobs. Se ci riusciranno, in casa porranno dei pesanti quesiti anche alle altre due avversarie.
Dei Pumas spicca sempre l'andamento di squadra più che i singoli, la garra, l'impegno, l'abnegazione. In tal senso eleggiamo l'instancabile Patricio Albacete a simbolo, ma gli esempi si sprecano: da capitan Fernandez Lobbe ai citati flanker, all'immarcescibile Rodrigo Roncero dei nove placcaggi in gioco aperto. Ci pare poi che l'assenza di JM Hernandez aiuti, nel senso che "livella" e responsabilizza tutti. I suoi sostituti non han fatto granchè: nè Nicolas Sanchez si mette in luce né tanto meno il piazzatore designato Rodriguez Gurruchaga fa meglio. Fa molto meglio di Amorosino nel ruolo: con lui la linea dei tre quarti si muove foolish in fase di possesso, trasformando in oro - e una meta- ogni fase di gioco rotto nel primo tempo fin che han fiato, soprattutto coi centri Santiago Fernandez e Marcelo Bosch, mentre le ali Agulla e Camacho ancora una volta un po' latitano.
Davanti la prima linea soffre - Figallo è l'anello debole, pur avendo in Guinazu un tallonatore molto potente; gli altri cinque vengono come detto esaltati dall'inefficacia degli avversari più che dai propri meriti, eccezion fatta per quelle bestie disumane di Albacete e Fernandez Lobbe, sempre più simile quest'ultimo a un Rambo barbuto.
Alla fine le due mete, una per parte, si somigliano, nel calcio le definirebbero "episodi": frutto di una dormitina difensiva collettiva quella di Santiago Fernandez (uno dei migliori in campo nel primo tempo) che identifica il buco e subitaneamente lo sfrutta; esito di un errore individuale non provocato dell'incolpevole Marcelo Bosch quella di Frans Steyn, che ha il merito di credere nell'intercetto.
Gli altri episodi che determinano la gara sono gli errori dalla piazzola: non vanno a senso unico, anche Rodriguez Gurruchaga fallisce due tentativi nel primo tempo ma da parte Boks si contano due errori di poco dalla lunghissima distanza di Frans Steyn e pesano un errore per tempo di Morné Steyn, uno "gratuito", l'altro che poteva assicurare una sudata e un po' immeritata vittoria. Quelle che piacciono di più insomma.

2 commenti:
Io sono disperato. I presagi peggiori si sono avverati a mendoza. Boks bullizati dagli avanti argentini, distrutti in ruck. E il game plan kick&hope (in un errore avversario o in un turnover)ci ha solo impedito di guadagnare momentum. Habana non era pronto a giocare, e molti altri hanno avuto un partita veramente sotto i propri standart. Inoltre penso sia ora di fare pulizia, via Morne: basta coi calci, oltretutto adesso sbaglia pure i penalty, nessuna capacità a imbastire un buon gioco sfruttando i 3/4. Via Kirchner: solito in ricezione, pessimo nei rilanci, quei suoi passi alla campese per poi finire SEMPRE in bocca agli avversari mi hanno rotto, al massimo in panca. via Bekker, utile solo in touche, in tutti gli altri aspetti del gioco è inutile, non pulisce, si nasconde all' ala per tutta la partita, non è un uomo di mischia, ridatemi Kruger. via Jannie e Van der Merwe, macchine da penalty. via Movovo e daniels, non sono a "test level". La cosa che comunque mi ha preoccupato di più è stata la totale mancanza di aggressività dei boks, sono stati dominati, penso che l' assenza di BdP sia emersa sotto tutti gli aspetti del gioco. ora devo uscire, quando torno riprendo lo sclero.
Beh rugbyburger, che questi Boks fossero un vantiere con materiale non di primissimo ordine ... Calma e gesso, ci vorrà del tempo, soprattutto per uno come Meyer che rivuole i "suoi" Bulls.
Premessa: in Argentina faran fatica tutti, soprattutto ora che sono SENZA JM Hernandez (ancor di più se mai Phelan capirà di schierare Santiago Fernandez al 10).
Non è stata mancanza di aggressività Boks: solo, tutto è relativo, i Pumas in casa non si fan bagnare il naso in fase di contesa, fuori dalla realtà aspettarselo, e in più ci mettono la capacità di farti girare le palle a ogni azione.
Quel che manca ai Boks è un Piano B in caso di muro contro muro.
Concordo (da tempo) sull'inadeguatezza di Kirchner, sul aridatece Juandre, sul a casa Mvovo (JP Pietersen s'è rotto ma di ali chiuse meglio ne hanno anche i Border Bulldogs).
Mi addolora l'inadeguatezza di Daniel, che stavolta ha giocato poco.
Grande esordio invece per Tiaan Liebenberg, che ha rimpiazzato per pochi minuti un perfetto Strauss e ha fatto solo cose giuste.
Quanto a Morne, lui gioca così e si sa. Meyer vuole esattamente QUEL TIPO DI APERTURA LI' a mio modo di vedere.
E ci mancherebbe solo che lo cambiasse! Deve risolver eben altro prima di cambiare quel modello di gioco lineare.
Il vero problema dei Boks è difatti a mio avviso, Bekker a parte, tutta la terza linea.
Alberts aveva la pubalgia fino alla fine del SuperXV e come nr.8 è depotenziato, Potgieter starebbe bene in Currie Cup. Per togliere Daniel dal nr8 il coach ha generato due casini e lasciato Coetzee senza sostegno. Ti serve un nr.8 e non ti va Daniel? Ma richiama Spies o qualche altro gigantone, ne hanno a bizzeffe, al limite Ashley Johnson dai Wasps!
M'è piaciuta la lucidità di Jean de Villiers, ma oltre lui mancano le ali/estremo capaci di tagliare.
In più Hougaard è in gamba ma non illudiamoci, non sarà mai DuPreez. Magari come ala, chissà ...
Al posto di Jannie vedo bene Cilliers, Flip sta bene in panca.
Non è l'anno per i Boks, mi pare.
Del resto senza terza linea non è l'anno di nessuno (gli AB schierano un trio con milioni di anni e di caps cumulativi, e se manca Vito c'è Messam che è pure meglio).
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