mercoledì 11 maggio 2011

Occhio agl'inglesi

E' stata una vittoria storica e foriera di sviluppi "mondiali", quella del Sei Nazioni da parte dell'Inghilterra quest'anno. Solo, essa è stata "sordinata" dalla sconfitta a Dublino nell'ultima giornata - ma se fossimo coach Johnson, non ce ne dispiacerebbe affatto: non della sconfitta, quanto della "sordina" scaccia-eccessi-di-pressione.
Del resto, nei cromosomi storici del Torneo delle Nazioni Europee c'è la sfida uno-contro-uno, Scozia meglio di Galles, Francia vincente su Inghilterra; quindi non c'è nulla che riesca a sminuire l'importanza di un Grand Slam (la vittoria contro tutti gli avversari).
La conseguenza del mancato Grand Slam è che il segnale della nuova supremazia inglese, affermato sulle ali di una serie di baldissimi giovinotti supportati da qualche veterano, è stato ampiamente sottovalutato. Invece, recenti avvenimenti corroborano tale segnale: il rugby inglese sta mostrando nell'anno mondiale un insieme di sintomi da "risveglio dal letargo" oltre al Sei Nazioni che mancava dal 2003. Se due indizi fanno una prova, quest'anno è arrivato anche il loro inopinato piazzare delle finaliste in ambo i  tornei continentali, alla faccia della Francia spendacciona o dell'Irlanda focalizzatissima.

In tale contesto di "uscita dal letargo", assume ancor più importanza il tradizionale momento di fine stagione (regolare) e assegnazione degli Award della Aviva Premiership all'Old Billingate di Londra, anche quest'anno particolarmente azzeccati ad avviso di chi scrive.
A cominciare dal titolo di Aviva Player of the Season assegnato al flanker 24enne Tom Wood (nella foto), al primo anno ai Saints dopo esser cresciuto nei Worcester Warriors ed esordiente in Nazionale dalla prima gara del Sei nazioni 2011. Il flanker nativo di Coventry ha prevalso sugli altri nominati Chris Ashton (vincitore l'anno scorso), Schalk Brits (Saracens), Brian Mujati (Northampton Saints) e Thomas Waldrom (Leicester Tigers).
Il titolo Land Rover Discovery of the Season, riservato al miglior Under21 è andato anch'esso giustamente al centro dei Tigers Manu Tuilagi, ultimo esponente di una dinastia di sei fratelli sparsi per tutta Europa, cresciuto nell'Academy di Leicester (non federale, come del resto quella dei Warriors da cui è sorto Wood), autore di sette mete in campionato e selezionato nei Saxons.
L'ultimo titolo "maggiore" è il QBE Director of Rugby of the Season, assegnato quest'anno al coach dei Northampton Saints Jim Mallinder, ancora in corsa (teorica) per un favoloso double tra Premiersip e Coppa Europa. Forse la sua maggiore abilità dell'anno, oltre a esaltare e far maturare giovani talenti del calibro di Foden, Ashton, Hartley, Lawes, Wood etc,, è stata riuscire a recuperare le posizioni di inizio anno dopo la flessione subita durante il Sei Nazioni, quando la sua squadra dalla rosa non vastissima era stata "depredata" dalla Nazionale. In Heineken Cup i Saints sono stati indubbiamente agevolati dal calendario tutto casalingo della fase ad eliminazione diretta, ma non vanno dimenticate le splendide performance complessive, che li rende l'unica squadra ancora imbattuta di tutto il torneo europeo.

Il capitano degli Exeter Chiefs  Tom Hayes è stato nominato capitano dell'Espn Dream Team selezionato dai due commentatori Ben Kay e Austin Healey; il team comprende 5 Saints, 3 Saracens, 3 Tigers, 2 Quins, un Falcons e appunto un Chiefs:
15 Mike Brown (Harlequins), 14 David Strettle (Saracens), 13 Manu Tuilagi (Leicester Tigers), 12 Anthony Allen (Leicester Tigers), 11 Chris Ashton (Northampton Saints), 10 Jimmy Gopperth (Newcastle Falcons), 9 Danny Care (Harlequins), 1 Soane Tonga'uiha (Northampton Saints), 2 Schalk Brits (Saracens), 3 Brian Mujati (Northampton Saints), 4 Courtney Lawes (Northampton Saints), 5 Tom Hayes (Exeter Chiefs), 6 Tom Wood (Northampton Saints), 7 Jacques Burger (Saracens), 8 Thomas Waldrom (Leicester Tigers).

L'altro titolo vinto da un Chiefs è stato il Gatorade Performance of the Season assegnato a Tom Johnson per la sua prestazione individuale nella vittoria contro i Sale Sharks in novembre; il titolo è stato assegnaot utilizzando gli indici statistici risultanti dalle analisi automatizzate del programma Opta Sportsdata di cui avevamo fatto cenno a suo tempo - metri guadagnati, numero di ovali portati, cambi di possesso e placcaggi etc.
Il MBNA Try of the Season è andato all'hooker dei Saracens Schalk Brits per la meta contro Gloucester nella penultima di campionato (un calcio di punizione degli avversari colpiva il palo, attacco dei Saracens da fondo campo, finalizzazione di Brits dopo aver attraversato tutto il campo: le mete che piacciono).
Jimmy Gopperth dei Falcons, oltre a essere apertura dell'ESPN Dream Team, ha vinto per la seconda volta in fila il trofeo Gilbert Golden Boot, grazie ai 215 punti al piede segnati su 230 totali marcati personalmente, con una hit rate dell'80%.
Alesana Tuilagi fratello magggiore di Manu, anch'egli nei Tigers, ha agguantato il titolo di Guiness Top Try Scorer of the Season, grazie alle prestazioni nel finale di stagione: 12 mete con quattro in una gara e una nell'ultima partita di stagione, per un totale di 37 in carriera, fatta di 92 partite di Premiership tutte con Leicester.
Infine, il primo titolo di miglior giocatore Sevens è stato assegnato a Kevin Barrett, mediano dei Saracens che hanno vinto il primo torneo Sevens sponsorizzato JP Morgan tra le squadre della Premiership, battendo i Falcons in finale a Bath.

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