giovedì 23 giugno 2011

Azzurrini segnali di vita, sarà lotta fino all'ultimo

S'era detto, il Mondiale in Veneto per l'Italia Under20 cominciava alle semifinali. Ovviamente quelle per evitare l'ultimo posto, non quelle dei primi. Orbene, gli Azzurrini hanno mostrato di aver recepito il concetto, con una prova non certo bella ma dal divario con l'avversaria meno marcato di ogni altra gara sinora disputata.
Lo spareggio con l'Argentina a Rovigo è finito difatti 12-8 e non c'è da mangiarsi le mani per l'opportunità non colta - onestamente sarebbe stato un piccolo furto; piuttosto consente di guardare con un minimo di fiducia in più all'ultima decisiva prova, domenica sempre al Battaglini contro Tonga.

Il punteggio finale di Italia - Argentina dice molto sulla gara. Non è stata crescita abnorme dell'Italia, il cui limite sta nello sviluppare l'attacco con idee (cioè affiatamento, capacità di giocare assieme, multifase) e senza errori, anche se riusciamo a marcare la seconda meta del nostro torneo, l'unica della partita. Il progresso c'è nella convinzione e nella determinazione difensiva, anche se attuata con disciplina approssimativa, fatto che paghiamo con due gialli e la sconfitta. In più c'è un avversario che raramente riesce a mandare l'ovale sulle fasce dove la nostra difesa ha sempre sofferto e ci stanno Moroni con lo spauracchio Montero.
La crescita di convinzione dei nostri, che per inciso copre una giornata un po' così della mischia ordinata, corrisponde di fatto a un calo di lucidità degli avversari, allenatisi poco per non dire nulla prima del Mondiale. Questo, oltre al tradizionale ritmo slow imposto dai Pumitas, spiega la vicinanza del punteggio.
 Alla mezz'ora le due squadre sono sul 6-3 per gli argentini con due penalty di Ormson e uno di Palazzani, quando il nostro piccolo grande mediano - rivelazione apre al centro Alberghini che a sua volta allarga all'ala chiusa Visentin, il quale approfitta dell'inaudita assenza di errori di handling per tre passaggi in fila e va in meta, nonostante il rude tentativo dell'ultimo difensore, che forse confonde testa con ovale.  Palazzani fallisce la trasformazione ma anche Ormson comincia a sentire la fatica e al 40' sbaglia il piazzato, mandando le squadre al riposo con l'Italia in vantaggio 8-6.
La ripresa è un inseguimento tra vecchietti in carrozzella: al 43' Ghiraldini si becca il giallo per placcaggio in ritardo del calciatore e Ormson piazza il sorpasso 9-8, poi fallisce un'altro piazzato e la superiorità numerica sfuma senza ulteriori danni per l'Italia. Ormson sbaglia ancora all'ora di gioco mentre l'Italia si riprende l'iniziativa in modo confuso e tra molti errori. L'ultimo quarto sarebbe da abolire per entrambe: lingue fuori ed errori a profusione da ambo le parti, al 70' arriva il secondo giallo, stavolta al nr.8 Conforti; Ormson stavolta centra il quarto piazzato su sette, il che costringe gli italiani a cercare il bersaglio grosso in inferiorità numerica e consente agli argentini a esser meno attenti alla disciplina. La partita si chiude significativamente con un errore italiano in una fase di pressione vicino all'area di meta avversaria.
Tant'è, c'è poco da rammaricarsi e qualcosina da gioire in prospettiva, notando come il peso di un torneo dai ritmi allucinanti (cinque partite di rugby in tre settimane) paia pesare più sugli avversari, anche se i nostri secondi tempi sono tutti da dimenticare (ricordano un po' in questo l'Italia prima del Sei Nazioni 2007).  Vedremo se sapremo cavarcela contro Tonga, che offrirà sicuramente spazi al nostro attacco poco produttivo e al predominio delle fasi statiche ma metterà la difesa a dura prova, al largo come sempre ma stavolta anche in mezzo.

Subito prima infatti, sempre al Battaglini, la Scozia s'era guadagnata la finalina per il 9' posto con l'Argentina battendo Tonga 30-11, spedendo quest'ultima a lottare per non retrocedere contro l''Italia domenica prossima - impresa già riuscita agli Isolani nell'edizione dell'anno scorso, quando eliminarono Samoa. Tre mete a una, con tre punizioni, tre trasformazioni e una meta per Duncan Weir all'apertura.

Salendo nel livello delle sfide, per le posizioni tra 5' e 8' giocate al campo di via Plebiscito di Padova, Figi batte Galles per 34-20, dimostrando che quei Pacifici sono la bestia nera dei Dragoni di tutte le età (ricorderete gli ultimi mondiali). Sono tre mete per parte, con doppietta per l'estremo Talebula e giornata nera di Matthew Morgan che fallisce due trasformazioni su tre e due penalty su tre, mentre il centro Lalagavesi  piazza cinque punizioni su sette (male la disciplina dei Dragoncini) e due trasformazioni.
Più tardi il Sudafrica conferma la supremazia australe spazzando via l'Irlanda con un sonoro 57-15, nove mete a due, segnano anche la "stellina" Jaco Taute arrivata fresca dal SuperXV e Francois Venter metaman del torneo,ma in evidenza sono Tahostsho Mbovane (nella foto) che sigla un hat trick e Wandile Mjekevu con un double, a sottolineare che la transformation policy qualche volta funziona . Figi e Sudafrica se la vedranno per il 5' posto, le due delusissime celtiche per il 7'.

Saliamo infine ai piani massimi, disputati in quel di Monigo di fronte a un folto pubblico con molti stranieri (mentre al Battaglini gli spettatori non erano tantissimi: lo ripetiamo spesso, son due concezioni diverse del supporto sportivo, una sana l'altra meno; la prima lo vede come un'ottima scusa per farsi una gita fuori porta con famiglia, amici e birra, l'altra come una bandiera in mano a ragazzotti più o meno cresciuti, ma solo se d'è il caso).
Inghilterra - Francia è una bellissima sfida molto aperta almeno per tre quarti della gara, terminata con un ingiusto (nel senso di troppo ampio) 33-18. Nella realtà le due squadre si rispondono colpo su colpo fino a dieci minuti dalla fine, ognuna coi suoi mezzi: l'iniziativa metodica inglese, i break improvvisi e brucianti francesi. Al 70' le squadre sono sul 18-23 e l'equilibrio si rompe mediante un penalty di George Ford, autore di una meta e 18 punti totali (ottima la scelta del coaching team di affidarsi all'apertura a questo giovanissimo di Leicester al posto del più quotato campione di Premiership Owen Farrell). All'ultimo minuto, mentre i francesi tentano alla disperata di rimontare il campo, un intercetto del capitano Alex Gray del Newcastle li punisce oltremisura.
In precedenza, alla meta di Christian Wade ala dei Wasps (due gare in Premiership, due in Challenge e una in Anglo-Welsh Cup) rispondeva quella del pilone diciottenne Sebastien Taofifenua delle Espoirs di Perpignan; alla meta di Ford a fine del primo tempo rispondeva al 50' quella di Marvin O'Connor, ala del Grenoble prelevata per la prossima stagione da Bayonne; la meta di Ben Ransom, estremo diciottenne dei Saracens (3 partite in Anglo Welsh Cup con una meta), portava le due squadre in parità all'ora di gioco, la trasformazione di Ford dava il vantaggio agli inglesi, poi l'epilogo. Inghilterra in finale, la Francia in mano a Doussain e con  Bezy fuori per infortunio, ha giocato alla pari per tre quarti di gara.
Più tardi, partenza lenta ma epilogo scontato per Nuova Zelanda- Australia, finita 37-7. Andavano in meta per primi gli Aussie con l'ala figiana naturalizzato Nasyqaniyavi, ma alla fine del primo tempo era già 13-7, meta dell'ala Saili e punti al piede di Anscombe. Il secondo tempo è solo All Blacks, con tre mete del solito Piutau, di Anscombe stesso (22 punti in totale per il figlio del coach e capocannoniere del torneo) e del mediano di rincalzo Weber.
Finalona a Padova domenica prossima con sapore quasi d'anticipo mondiale "senior" tra Nuova Zelanda imbattuta da tre anni e Inghilterra, mentre Francia e Australia si giocheranno il terzo posto.

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