giovedì 23 giugno 2011

Tutto il mondo è paese

Per certi versi, in Italia l'argomento non di quelli nuovi: in Inghilterra coach Martin Johnson è già al centro del dibattito, prima ancora che la sua nazionale scenda in campo perché otto dei 45 convocati per il ritiro pre Mondiale sono nati fuori confine. C'è da capirli, questi inglesi: già non apprezzano quando la nazionale di cricket si rifugia nei naturalizzati, figuriamoci se tocca al rugby. E Johnson ha risposto ai mittenti.
"Se giochi bene e lavori sodo, puoi essere qui. Ho visto ragazzi nati all'estero farlo così come quelli nati in patria. Mostrano attaccamento alla cause nel modo in cui si allenano, giocano, come si comportano e come si preparano. Questi ragazzi si meritano la loro opportunità".
L'allenatore inglese ha poi ribadito che i tifosi non devono avere reazioni negative nella scelta di uomini "non inglesi": "Loro vogliono solo vederci vincere" e a quanto pare Johnson per esaudire i desideri non ha intenzione di tornare indietro. 
Al centro del dibattito c'è soprattutto la scelta di Thomas Waldrom, terza linea di origine neozelandese dei Leicester Tigers: "Ha disputato una lunga stagione. E' un ottimo elemento che potrà darci qualcosa di diverso", ha affermato Johnson. Waldrom ha scoperto all'inizio dell'anno di avere una nonna inglese e prima di arrivare a Leicester nel 2010 ha giocato nel Super 15 con Hurricanes e Crusaders (nella foto). 
"Ho detto a tutti quanti che ci sarebbero dozzine di altri giocatori che meriterebbero un'occasione. Sono qui per competere. Se pensi di essere il migliore, il top, non ci rimarrai a lungo". E dopo tutto, anche Simon Shaw a guardare l'atto di nascita, è venuto al mondo abroad
In tutto sono tredici i convocati non nati fuori dal regno d'Inghilterra: Manu Tuilagi (samoano), Matt Stevens (sudafricano infatti, arrivato in UK per motivi di studio), Hendrie Fourie (altro boero), Mauritz Botha (il cognome dice tutto), Dylan Hartley (ha sangue neozelandese), Shontayne Hape (idem), Riky Flutey (che ha giocato per i New Zealand Maori), il già citato Waldrom, Joe Simpson (australiano), Delon Armitage (da Trinidad), Alex Corbisiero (genitori italiani trapiantati negli Stati Uniti), Simon Shaw (nato in Kenya), Matt Banahan (di Jersey, quindi suddito di Sua Maestà ma non inglese). 

4 commenti:

Abr ha detto...

Già ai tempi di Mike Catt, anche lui nativo sudafricano ...
Che poi son fortunati, dal nome non si noterebbe di primo acchito, sudafricani degli Altipiani a parte ...

Proprio come gli argentini da noi (tranne rivelarsi col nome proprio, quando fa Gonzalo o Pablo).

Anonimo ha detto...

E se pensiamo ai miti del rugby inglese: Lawrence Dallaglio, padre italiano e mamma irlandese. Proprio NULLA di inglese, anzi!

ringo ha detto...

Eh già, ma sono tutti colpi che alla fine fanno parte del gioco. Che poi, fossero dei brocchi e invece la lista è molto interessante.

Abr ha detto...

Alla Catalano: quelli bravi e capaci li accolgono tutti; son quelli brocchi e poveri che non li vuole nessuno.
Tranne in Italia of course, e non si parla (solo) di rugby.

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