sabato 10 settembre 2011

E ora tocca all'Italia

Esaurito il day two mondiale -a stasera per le considerazioni di sintesi al riguardo, quelle a mente fredda, accompagnate da bicchierino di whisky (o boccale di birra), le prossime a scendere in campo domani mattina presto (tardo pomeriggio neozelandese) son Australia vs. Italia.
Dei Wallabies già avevamo detto a suo tempo, mentre ieri Nick Mallett ha deciso: niente "berbizierate" di squadre B come all'esordio con gli All Blacks del 2007, si segue l'esempio dell'avversaria e alla prima si va coi migliori, coi famosi titolari, almeno sulla carta e fino a prova contraria - o infortunio.
Si prende quindi la strada dell'impostazione Test match, come ci pareva più raccomandabile, pur mettendo in conto il rischio di qualche infortunio, perchè ci serve come il pane un ulteriore warm up con una squadrona forte, per capir meglio limiti e potenzialità nostre. Anche se una cosa s'è capita da questi primi due giorni di Mondiale: la tensione attanaglia gambe e cervelli di tutti. C'è da provare (o trovare) il gioco Azzurro, ma sarà comunque privilegiato il "primo non prenderne troppe" come da mentalità mallettina.
Su RR Rugby in diretta la formazione resa nota ieri, priva di sorprese se non forse in seconda linea (ma è la conferma dello schieramento del Murrayfield), mentre rientrano Zanni e Ghiraldini.
Masi è in fondo tra Benvenuti e Mirco Bergamasco, in mezzo Garcia e Canale, mediani Orquera e Semenzato; in terza linea Barbieri e Zanni con capitan Parisse, in seconda recupero di fiducia per Van Zyl a comandare in aria e Del Fava per le terre, davanti ci sono Castro, Ghiraldini e LoCicero. Probabilmente di meglio oggi non si può avere, considerando lo stato di salute e limitandosi ai trenta convocati (nutriamo un retropensiero riguardo l'apertura: forse era meglio portarsene tre, e due soli mediani).
In panchina solito split nostro 4-3 con due mediani (Gori e Bocchino), un back (McLean) più un avanti per settore: d'Apice, Cittadini, Bortolami e Derbyshire.

Per i nostri è chiaro che si tratterà di partita prettamente difensiva, protesa a rallentare il ritmo, con i backs chiamati a difendere salendo e anticipando il più possibile, stando però attenti a non rompere le righe e non farsi irretire da Quade Cooper, che con noi potrebbe sentir aria di numeri. Per non menzionare Ioane e tutti gli altri soci dietro, come Ashley Cooper e Beale. Ah se sapessimo sfruttare le ripartenze da eventuali palle recuperate, magari su qualche tentativo di prodezza Aussie! A nostro avviso, il modello che ha in testa Mallett è l'Italia da trincea della sua prima tournée sudafricana.
Il modello ideale più vicino invece a nostro avviso potrebbe essere l'Argentina di stamane (sperando di esser più precisi nei piazzati): ben inchiavardata, i Pumas hanno attirato i beoni di Martin Johnson (ogni ... bulldog assomiglia al suo padrone) nella trappola dello scontro fisico, avessero avuto più fiato e precisione magari ce l'avrebbero anche fatta . Sarà in ogni caso un bello stress test per la nostra difesa, in primis disciplinare, sia in linea che nelle ruck.

E gli Australiani, come la vedono? Una articolata risposta arriva dall'indimenticabile campione del mondo 1999 Matt Bourke (nella foto). A suo avviso la conferma dei Wallabies vincitori del TriNations costituisce di per sè un segno di rispetto per una opposizione che sarà prettamente "fisica". Occhio, gli anglosassoni la mettono così quando parlano di minnows.
Per superarla senza rischi, Bourke crede che i Wallabies dovranno mantenere l'approccio "stand and deliver" (in alto le mani e fuori i soldi: aggressivo, intimidatorio) che ha caratterizzato la gara con gli All Blacks a Brisbane.
Samo secondo il campione del mondo si esalterà nel confronto con Parisse, "il miglior nr.8 al Mondo", mentre Vickerman controllerà i cieli e Horwill sarà tosto a farsi rispettare sotto, assieme ai flanker potenti e dinamici. Una volta stroncate le velleità del pack Azzurro con le cattive, le strade al largo si apriranno progressivamente ai Wallabies col passar del tempo.
I punti deboli degli Azzurri li ravvisa attorno alla ruck, dove Will Genia può far enormi danni, seguiti dai mismatch nella linea dei trequarti, in cui Bourke vede il punto debole Orquera (ma Mallett lo sposta fuori ... e allora magari anche loro ci spostano il gioco ...), mentre il pericolo pubblico da bloccare sul nascere sarebbero le fughe di Masi.
Devono aver ricevuto i dvd solo fino al Sei Nazioni, laggiù. Se fosse così, cioè se volessero dominarci sul terreno nostro, allora ci rimarrebbe un minimo di sperianziella di limitare i danni e quindi di caricarci moralmente per il proseguo.
D'altro canto, se l'approccio "stand and deliver" risultasse vincente per i Wallabies, rischierebbero di rilassarsi come nel 2007, quindi una vittoria con un po' di patema farebbe solo che bene pure a loro :)

Per quanto riguarda la mischia ordinata, la nostra è molto rispettata in giro, addirittura temuta. Va detto però che gli Aussie han fatto passi da gigante negli ultimi mesi: non è più il loro punto debole, Ben Alexander, Stephen Moore e Sekope Kepu sinora han tenuto benissimo ogni prima linea con cui si siano confrontati.
Secondo il tallonatore Moore: " (Scrum) it's the heart and soul of Italian game. We are coming up against a quality scrum". E chiarisce che se gli australi lavorano più sul timing e sull'impatto, "The Italians' trademark is that they want to wrestle their opponents at scrum time''. Agli italiani piace tirarla lunga: "We watched some scrums from the Italy-Scotland Six Nations game, and one of their scrums went for 30 seconds, when they held the ball at the back of the scrum … until they got a penalty. They will be a big test''.

Il ritorno alla "produttività" della mischia ordinata australiana ha portato (o è stata causata da?) un maggior rispetto percepito dalla classe arbitrale. "Prima a ogni collasso della mischia l'arbitro pensava, non possono che esser stati gli australiani, e ci fischiava contro" ricorda Ben Alexander, "adesso per fortuna è tutta un'altra storia". Non aspettiamoci quindi passeggiate manco lì. Sia per LoCicero, se sarà costretto a correr tanto in giro per il campo, ma anche per Castro con Kepu, uno che ha mostrato di sapersi far rispettare.
A proposito di arbitri, in campo ci sarà l'ineffabile Alain Rolland. Ieri l'altro irlandese Clancy ha prodotto a mio avviso una ottima interpretazione nel gioco dinamico, lasciando il tempo minimo alle situazioni 50-50 affinché si chiarissero da sole e fischiando le punizioni dovute (tante come al solito quelle concessa dai neozelandesi); oggi invece siam tornati al tradizionale, con arbitraggi interventisti e ossessivi e le solite distrazioni, a dire il vero con qualche chiarimento opportuno sui fuorigioco vicino alle ruck. Vedremo se Rolland, solitamente malato di protagonismo e cartellinismo, sarà in grado di forzare sè stesso e diminuire il numero di fischi o se invece dovremo rassegnarci a vederlo imitare i suoi colleghi del day two. Se sarà la seconda che ho detto con Roland interventista, la vedo dura per noi sul fronte disciplina.
Non altrettanto positiva è stata la prova di Clancy con la mischia ordinata, mentre nel day two non ci sono stati gran problemi, le supremazie eran fin troppo chiare. Vedremo il più esperto Rolland come se la caverà, ma le aspettative non sono ottimiste.

6 commenti:

Madflyhalf ha detto...

Bello!
Non ho niente da aggiungere.

A parte che probabilmente pioverà! :D Il gap si può chiudere, ma paradossalmente se piove e non sai produrre gioco, rischi di segnare tondo a fine partita.

Vi lascio con una modesta analisi dell'Australia, che seguo con particolare interesse da anni e per svariati motivi che vanno oltre il mero tifo/simpatia.

Nel 2010 l'Australia "bagnata" era quasi un disastro, ma nel 2011 la squadra è cambiata: è terribilmente più concreta, fisica, cinica e concentrata. Tutti i giocatori, dal punto di vista mentale, hanno fatto un passo in più e non è un caso che abbiano vinto il Tri-Nations.
Sono andati in Sudafrica e hanno dominato fisicamente gli Springboks in una giornata meteorologicamente molesta, in cui "it was raining cats and dogs".

E la vittoria a Brisbane è arrivata dopo 2 giorni di piogge torrenziali, senza pioggia quella sera, ma con un terreno bagnatissimo e pesante.

Nel 2010 l'Australia ha segnato tante mete da prime fasi (mischie, touche, ma anche turnover e palloni di recupero), con movimenti semplici a spostare la difesa e i talentuosi giocatori in grado di leggere cosa c'è di fronte a loro e prendere decisioni giuste. Play what's in front of you è il dettato di Deans dal 2008. Lo facevano contro qualunque squadra in qualunque campo.
Però nel momento in cui il loro avanzamento veniva fermato non si ritrovavano più, veniva allargato con frenesia il pallone e spesso lo perdevano subito.
Già dal EOYT del 2010 sono cresciuti tatticamente, sanno fare mantenimento, sanno aspettare il momento giusto, e riprendere abbrivio prima di allargare.
L'inserimento in squadra di McCabe a 12, Vickerman, Higginbotham e Samo sono tutte funzionali ad una maggiore fisicità necessaria per avanzare (in attacco quanto in difesa eh?!).
Quest'anno infatti hanno definitivamente imparato a prendere metri con gli avanti e a segnare dopo diverse fasi, con pazienza.

Madflyhalf ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Madflyhalf ha detto...

Sarà dura, praticamente impossibile, però non sappiamo quanto si vorrà esporre: quest'anno hanno fatto vedere pochissime chiamate in rimessa laterale e ancor meno strutture di gioco.
Ce n'è solo una identificabile, ce l'hanno dal 2010, segnò Cooper a Hong Kong, hanno segnato contro il Sudafrica a Durban e stamattina l'ho vista fare dall'Inghilterra.

E' relativamente semplice ed entra sempre nell'ottica di "play what's in front of you".

Si presenta una miniunit dal lato aperto di 3 avanti a 5-6m da un raggruppamento e poco profondi; dietro stanno schierati i 3/4 con l'apertura o un centro dalle mani buone, molto larghi;
il 9 passa palla ad uno di loro: se di fronte hanno una difesa di uomini leggeri o comunque malposizionata vicino al raggruppamento, entrano loro assicurando avanzamento.
Ma se di fronte hanno i "ciccioni" lenti schierati stretti, sono in grado di fintare la miniunit e di passare dietro all'apertura (che può essere quello che chiama avendo l'opportunità di guardare la difesa al largo e non di tenere gli occhi direttamente sul pallone), che va a giocare il mismatch al largo su una difesa schierata male e/o lenta.

Quade Cooper @ Hong Kong
http://www.youtube.com/watch?v=NQUxzxFIvSQ#t=54s

McCabe @ Durban
http://www.youtube.com/watch?v=yxXQNnYMM24#t=10m31s

È un po' poco su cui focalizzare l'attenzione, ci sono altri aspetti che si potrebbero affrontare, ma di altri pattern d'attacco non ne ho visti.
Forse si sono davvero nascosti molto quest'anno in attesa del Grande Evento... chissà.

Questo vuol dire, secondo me, che l'ideale è portare una difesa il più possibile ordinata. Aggressivi ok nei primi minuti, ma poi sarà fondamentale essere ordinati, anche a costo di salire più lenti, altrimenti il passivo aumenta esponenzialmente.

Se la pioggia fa il suo lavoro, il punteggio lo si può contenere un po', almeno fino all'ora di gioco. Oltre si rischia di cedere, ma è normale.

Io credo che se il meteo è quello previsto, purtroppo saremo più noi a segnare meno del previsto, almeno in proporzione.
E ritiro quello che dicevo su un 42-20 toh, con una speranza di farli faticare e 2 mete ben segnate da noi.

Australia 29 (4) - Italia 11 (1)

Genia, Horwill, Beale, Ashley-Cooper
Derbyshire verso la fine per noi!


Scusate la lunghezza.

Abr ha detto...

Grazie per l'ottimo contributo madfly. Mi sa che ne pubblicherò delle parti.
Una sola nota, sull'ora di gioco che reggeremmo: con Mallett (Scozia nel sei nazioni a parte) reggiamo bene fino alla fine, anzi sopravanziamo (vedi Francia). Merito anche della cresciuta qualità dei rincalzi.
Rimane solo da provarlo anche alle Australi...

Madflyhalf ha detto...

Sono d'accordo, ma credo che alla RWC i ritmi siano diversi, l'intensità rischiesta è superiore...
Ma soprattutto mi fanno tremare le recentissime prestazioni difensive contro Giappone e Scozia... sperando che fosse colpa solo delle gambe pesanti e di una preparazione ancora (giustamente) non "arrivata".

:(

Abr ha detto...

He, pensa invece di proiettarci nella intensità e nel belief di Romania e Giappone, solo attrezzati decisamente meglio di loro come effettivamente siamo, e in grado di reggere fino alla fine ...

In fondo basterebbe convincersi che la pressione sia tutta sui wallabies, come in effetti è giusto che sia ...
Basta sognare.

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