mercoledì 19 ottobre 2011

Finale mondiale meno quattro

In questi tempi di spasmodica attesa, nella ipertesa Nuova Zelanda si fa un gran rivangar storie del passato, in previsione della finale Mondiale contro la Francia.
Le più gettonate ovviamente sono la finale del 1987, ma molto citata con intento scaramantico è anche la semifinale del 1999, Marc Lievremont in campo, diventata famosa - fuor di Aotearoa ovviamente - come la più bella partita dei mondiali di sempre.
Per rivangare i sentimenti di revanche non dimenticano il quarto di finale 2007, di certo non lo fanno Graham Henry e Richie McCaw, già ai tempi head coach e capitano; ma c'erano anche Ali Williams, Mils Muliaina, Tony Woodcock, più Andrew Hore e Isaia Toeava in panchina;  dei francesi attualmente nazionali giocarono Thierry Dusatoir e Julien Bonnaire, Vincent Clerc, David Marty e Cedric Heymans, con Szarzewski, Poux e Harinordoquy in panca.
Qualcuno ricorda anche l'ultima "straniera" a battere gli All Blacks sul suolo sacro dell'Eden Park di Auckland dove si giocherà la finale: sempre la Francia, nel 1994, con la famosa "try from the end of the World" finalizzata da Serge Blanco (altri tempi, altro champagne: in fondo il video).
C'è poi la più recente vittoria di una Boreale in Nuova Zelanda, il 13 giugno 2009: fu 22-27 a Dunedin, mete di Servat, Trinh-Duc e Médard vs. Messam e Ma'a Nonu (con i francesi in maglia bianca, come saranno nella finale pur avendo vinto il coin toss, per consentire cortesemente ai padroni di casa di vestire la maglia Tutta Nera).

Una vera e propria bete noire, questi Frogs per gli All Blacks; la guardia quindi va tenuta alta. Il cauto e già scottato coach Henry lo sa bene e lo predica a ogni piè sospinto: sa che la sua intera esistenza verrà giudicata sulla base dell'esito della partita del prossimo weekend, chissene se ha riportato sinora l'85% di vittorie.
Invece il giornalame locale, sportivo o meno, nell'intento di dare un ulteriore contributo alla mobilitazione delle masse down under già fibrillate per conto loro, arriva a definire l'arrivo in finale della Francia "un insulto". Del resto, inglesi, scozzesi o Maori sempre barbari sono, cresciuti a pane tabloid e chiamate alle armi; basti vedere come si sono aizzati tra loro per esorcizzare lo spauracchio Quade Cooper. Non per caso uno dei film più famosi prodotti laggiù s'intitolava "Once were Warriors".
Oggettivamente Les Bleus non han certo brillato contro il Galles, limitandosi a sfruttarne l'ingenuità e a contenerlo; ma sarà colpa loro se sono stati messi nelle condizioni di poterselo permettere? I francesi non avrebbero "onorato" la superiorità numerica? Beh, era una se-mi-fi-na-le mon-dia-le: per le lezioni di bel gioco, ripassare in tempi di Test Match. Casomai dovrebbero essere i fan francesi a prendersela, per i rischi che han corso.
Tant'è, questi attacchi a mezzo stampa e clima con dei barbari che ciancino di "insulto" non fa altro che caricare Les Bleus, noi latini lo sappiamo bene. I quali, contrariamente a tutti gli Australi, non pretendono di essere la miglior nazionale del Mondo, ma sanno di poter battere chiunque.

Se la stampa locale fa quindi inconsapevolmente il gioco francese, Lievremont non la smette di aizzare anche quella di casa sua: "la sacré presse, je m'en fous", ha dichiarato papale all'ultima press conference l'altro giorno, da cui il titolo su SudOuest: "l'allenatore della domenica". Del resto è oramai un "separato in casa" senza dialogo non solo con tutto l'ambiente che non vede l'ora di salutarlo per sempre, ma anche col "comitato di autogestione" dei giocatori. Lui ha scelto intelligentemente di ricavarsi un ruolo da "parafulmine", utile, che consente ai giocatori di rimanere defilati, anche se ultimamente i giocatori han preso ad imitarlo: una decina di giornalisti sono usciti dalla press conference dopo un paio di frasi "ruvide" di Aurelien Rougerie. Difatti il coach dichiara grande simpatia e riconoscenza per i suoi; definirli pubblicamente mocciosi viziati, serve per compattarli, oltre a metter le mani avanti. La risposta dei giocatori è con tutto il rispetto, non considerarlo, come si fa con un vecchio parente rimba: ad esempio aveva chiesto che non andassero a far bisboccia dopo la vittoria col Galles, ricordando la "sua" Francia che festeggiò troppo la vittoria in semifinale nel 1999 per poi venir schiacciata dall'Australia; ma loro sono usciti lo stesso, s'en fout.

Che tipo di partita sarà la finale 2011?
Viene in mente una analogia inedita ma a nostro avviso molto significativa con la finale del 2007. Checcentra, uno dice, quell'Inghilterra - Sudafrica?
Anche le finaliste del 2007 provenivano dalla medesima Pool; anche quella volta il primo incontro fu senza storia: 36-0 per i Boks, tre mete a zero, superiorità in ogni parte e situazione, proprio come nel  37-17 tra All Blacks e Francia del primo turno di questa edizione, cinque mete contro due.
[Inciso: quella gara fu l'esordio assoluto della "cerniera" Yachvili-Parra e di tanti altre innovazioni poi confermate: altro che "formazione B" ...]
L'indicazione interessante è che la finale fu tutt'altra storia: finì 15-6, senza mete e col risultato in bilico per almeno tre quarti. Boks in controllo ma rischiarono per una meta-non-meta di Mark Cueto al 42' che richiese lunghe analisi al Tmo Stuart Dickinson - a proposito, stavolta sarà Giulio De Santis, congratulazioni e buon lavoro, se l'è guadagnato con l'autorevolezza nel quarto di finale Irlanda-Galles.
Di fatto la finale è la finale, l'obiettivo di una vita, da giocare più come Francia-Galles che come All Blacks-Australia: se sei in vantaggio, lasci sia l'altra a rischiare e tu capitalizzi i suoi errori. Già nelle due semifinali, si son viste due mete in tutto.
Ora, dopo la gara col Galles, non v'è dubbio che la Francia abbia l'attitudine per giocare una partita "conservativa". Sarebbe in grado di farlo anche la Nuova Zelanda, come lo furono gli Springboks nel 2007? Ne dubitiamo, loro giocano per dominare non per mantenere.
Napoleone diceva che per potersi permettere un attacco frontale, serve una superiorità di almeno 3 a 1 sull'avversario. Sulla carta gli All Blacks attuali una superiorità del genere l'hanno dimostrata, l'altra domanda quindi è: riusciranno i Kiwis a giocare la finale come se fosse una partita quasi normale? Forse si, han già mostrato con l'Australia di essere in grado di trasformare la pressione in furia combattiva. Allora il problema francese sarebbe, reggerli finché non si apre uno spiraglio. Rispetto all'Australia, hanno il vantaggio di non arrivare da una partita fisicamente devastante, ma col Galles han mostrato qualche limite nel sostegno alle proprie azioni d'attacco.

Ecco, è tra queste due domande che a mio avviso oscilla questa finale: da un lato la capacità mentale degli All Blacks di sostenere la marea nera aggressiva su tutti i punti d'incontro, assieme a un gioco tattico sagace per partire da basi territoriali solide, per ottanta minuti; dall'altro la possibilità dei Bleus di gestire possessi prolungati in attesa dei falli e di qualche fortunoso blitz che consenta loro di provare a "chiudersi" e campar di rendita.
Jaques Brunel, prossimo coach dell'Italia, dice a l'Equipe che i francesi un piccolo vantaggio ce l'hanno: il fatto che sono francesi. E agli All Blacks non piacciono molto nelle fasi finali. Questo, a suo avviso, potrebbe essere un fattore, a un certo punto dell'incontro. Se Les Bleus rimanessero a contatto nel punteggio e il baco s'insinuasse nelle menti dei neozelandesi. Allora ...

Lo stile di arbitraggio è sempre più fondamentale. L'ideale per gli All Blacks sarebbe stato qualcuno possibilmente ni Boreal ni Sudafrican, uno che lasciasse correre le squadre in campo, un Lawrence un po' meno palese: confesserò che avevo maliziosamente trovato la migrazione australiana di Welsh e il suo ripescaggio, quasi costruiti ad hoc in vitro.
L'arbitro sarà invece un sudafricano, e Graham Henry ha dovuto fare buon viso a cattiva sorte: Craig Joubert , cognome Ugonotto quindi anticamente francese, s'è guadagnato la finale sul campo ma già era l'arbitro che ha diretto più partite al mondiale (7 se non vado errato), quindi offre garanzie.
Le offre sulla carta ai francesi: come sudafricano è abbastanza competente su mischia ordinata e punti d'incontro. Però piace ai neozelandesi, ha contribuito coi suoi fischi a tener sottotraccia Pocock sia nel TriNations (diresse la gara d'andata, il 6 agosto) sia in semifinale.
Con lui gli avanti All Blacks saran costretti a non esagerare, ma anche con lui son molto riluttanti a rotolar via dopo il placcaggio e Yachvili dovrà farglielo notare
; l'altro punto che si scopre girando per i forum stranieri è che ogni tanto Joubert si distrarrebbe sugli offside, altra area in cui i Kiwis provano sempre a guadagnar spazi. Si rivelasse attento sulle partenze dell'aggressione Tutta Nera ai lati delle ruck come lo è stato sul rimanere in piedi, potrebbe rivelarsi l'arbitro punitivo perfetto per il probabile game plan francese. Altrimenti, pace. Altro aspetto da tener d'occhio da parte di Joubert: la partita All Blacks - Wallabies è risultata una delle più "sanguinose" nel senso letterale degli ultimi tempi. Lo ha notato anche Zach Guildford in un suo twitter. Della serie, coi Boks ci si stanca ma contro gli All Blacks ci si fa male ...
Nel frattempo i bookmaker quotano la vittoria della Francia a sei o anche sette a uno, mentre gli All Blacks sono dati quasi alla pari.  

6 commenti:

Carletto ha detto...

Che meta

Abr ha detto...

DA fine del mondo, non "dalla fine del ...".
Robe da francesi di una volta (Saint'André, prossimo ct, è il primo che parte)

Nick ha detto...

Anche a voi sembra che laggiù abbiano un pò - ma solo un pò, eh - esagerato cogli ululati ad personam?

Abr ha detto...

So' barbari Nick. Ipertesi per giunta. Me par Roma sottoderby.

Nick ha detto...

Ah ecco... Perchè vedi, mi pare che al refrain "L'arbitro non si discute" da questo mandiale abbiano aggiunto "E neanche tutto ciò che è kiwi".
Poi ci domandiamo perchè quando parla Paddy credi di aver ascoltato Graham e viceversa.

Abr ha detto...

Eh si, ammaestramento in corso. Tutti bravi tutti belli tutti competenti di rugby e tutti simpatici, oltre che corretti. Proprio come gli arbitri. Bah ...

Sul Paddy, a indagare si scopre che ai suoi tempi era un Lawrence, notorio nel suo paese per avercela con le squadre di Auckland, tanto che un certo Zinzan Brooke, uno dei miei miti, una volta lo insultò durante una partita "you fucking..." etcetc gli disse (a proposito di quelli che di arbritri non si parla mai).

Di lui si ricorda un Nzl - Fiji passato alla storia come una delle tre partite peggio arbitrate di sempre.
Ma chi non sa, comanda o insegna ...

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