Resa dei conti nella RFU?
Le scosse telluriche a Londra continuano a susseguirsi. La Rugby Football Union ha deciso di prendere in mano la situazione dopo l'eliminazione dal Mondiale, affidando a Fran Cotton la gestione di una commissione indipendente per fare luce sulla triste fine della spedizione dell'Inghilterra in Nuova Zelanda. Probabilmente basterebbe dare un'occhiata ai replay delle partite disputate dalla nazionale allenata da coach Martin Johnson per arrivare al dunque, ma evidentemente non basta per qualcuno.
Cotton, ex pilone con un passato da Lions (nella foto, è il primo a destra assieme ai compagni di prima linea Graham Price e Peter Wheeler durante il tour del '77 in NZ), è stato incaricato di passare in rassegna l'atteggiamento poco disciplinato degli atleti mentre si trovavano down under e tanto che c'era ha subito fatto un nome, quello di Mike Tindall, definendo "imperdonabile" il comportamento del trequarti: "He was England captain and there’s a big difference between going out for a few beers and that. It will have affected his performance". Le perplessità sulla gestione dei gradi di capitano da parte del giocatore erano sorte anche su questo blog dopo la partita inaugurale contro l'Argentina, quando era Nick Easter a parlare con l'arbitro: la terza linea aveva poi svelato di essersi fatto carico del ruolo di portavoce perché Tindall aveva un taglio al labbro che gli procurava fastidio.
La stampa britannica sta battendo il chiodo e Cotton ha fornito altro materiale per proseguire: "The players have let themselves down as well as Martin Johnson down. He can’t be on their shoulders the whole time. What’s gone on has not done the reputation of English rugby any good. If you follow English rugby, you’d be very, very disappointed".
E guarda caso, è tornato a circolare il nome di Clive Woodward. Per due motivi: il primo, perché Cotton ha ammesso di essere un suo grande fan; il secondo perché sempre Cotton ha dichiarato che è giunto momento di mettere ordine nella federazione inglese e il nome del manager che ha guidato l'Inghilterra al titolo 2003 è da sempre il più accreditato per un posto al vertice. Peccato che Woodward al momento non abbia alcuna intenzione di assumere qualsiasi ruolo manageriale, rispondendo che prima preferisce portare a termine il suo mandato nel board per le Olimpiadi 2012.
La RFU in compenso ha dettato il termine entro il quale Martin Johnson dovrà sciogliere le proprie riserve. Quattordici giorni per decidere se rimanere coach della nazionale o meno. Martyn Thomas, chief executive in carica, ha detto che "what I need to know is if he wishes to be considered for appointment. I have given him seven to 14 days (from leaving New Zealand) to advise me of his position". Il conto alla rovescia è quindi cominciato dallo scorso fine settimana.
"I really want to make sure we get this right this time. If we have to appoint a temporary coach to see us through the Six Nations, that's fine", ha aggiunto Thomas. "As far as I'm concerned this time we do it right. We've wasted a lot of time since 2003".
L'aria da resa dei conti c'è. Poi si vedrà.
UPDATE 14/10: Tira una bella aria di tutti contro tutti in Inghilterra: del resto si sa, se a volte la vittoria compatta, di certo la sconfitta divide. Mark McCafferty, Chief Executive della Lega dei club Pro inglesi - la Premiership Rugby - si è detto "furious" per la decisione della RFU di investire Fran Cotton della responsabilità della review di cui sopra, affermando che la decisione rompe gli accordi presi tra tutti i constituents del rugby inglese di usare il Professional Game Board (PGB). Procedere da soli indica un certo livello di panico, dice, nella Federazione:"It is about time the Rugby Football Union acknowledged that the professional game has to be managed by professionals. End of story", afferma. Sarebbe una frase riportabile paro paro in altri Paesi, più ... latini ... McCafferty enfatizza il fatto che il giudice si sia già sbilanciato in aperte critiche, film già visto recentemente :"We have yet another review with people who are already commenting heavily in the press, disclosing their hand on certain issues; so how can that possibly be independent, when people are expressing their conclusions?".
Cotton, ex pilone con un passato da Lions (nella foto, è il primo a destra assieme ai compagni di prima linea Graham Price e Peter Wheeler durante il tour del '77 in NZ), è stato incaricato di passare in rassegna l'atteggiamento poco disciplinato degli atleti mentre si trovavano down under e tanto che c'era ha subito fatto un nome, quello di Mike Tindall, definendo "imperdonabile" il comportamento del trequarti: "He was England captain and there’s a big difference between going out for a few beers and that. It will have affected his performance". Le perplessità sulla gestione dei gradi di capitano da parte del giocatore erano sorte anche su questo blog dopo la partita inaugurale contro l'Argentina, quando era Nick Easter a parlare con l'arbitro: la terza linea aveva poi svelato di essersi fatto carico del ruolo di portavoce perché Tindall aveva un taglio al labbro che gli procurava fastidio.
La stampa britannica sta battendo il chiodo e Cotton ha fornito altro materiale per proseguire: "The players have let themselves down as well as Martin Johnson down. He can’t be on their shoulders the whole time. What’s gone on has not done the reputation of English rugby any good. If you follow English rugby, you’d be very, very disappointed".
E guarda caso, è tornato a circolare il nome di Clive Woodward. Per due motivi: il primo, perché Cotton ha ammesso di essere un suo grande fan; il secondo perché sempre Cotton ha dichiarato che è giunto momento di mettere ordine nella federazione inglese e il nome del manager che ha guidato l'Inghilterra al titolo 2003 è da sempre il più accreditato per un posto al vertice. Peccato che Woodward al momento non abbia alcuna intenzione di assumere qualsiasi ruolo manageriale, rispondendo che prima preferisce portare a termine il suo mandato nel board per le Olimpiadi 2012.
La RFU in compenso ha dettato il termine entro il quale Martin Johnson dovrà sciogliere le proprie riserve. Quattordici giorni per decidere se rimanere coach della nazionale o meno. Martyn Thomas, chief executive in carica, ha detto che "what I need to know is if he wishes to be considered for appointment. I have given him seven to 14 days (from leaving New Zealand) to advise me of his position". Il conto alla rovescia è quindi cominciato dallo scorso fine settimana.
"I really want to make sure we get this right this time. If we have to appoint a temporary coach to see us through the Six Nations, that's fine", ha aggiunto Thomas. "As far as I'm concerned this time we do it right. We've wasted a lot of time since 2003".
L'aria da resa dei conti c'è. Poi si vedrà.
UPDATE 14/10: Tira una bella aria di tutti contro tutti in Inghilterra: del resto si sa, se a volte la vittoria compatta, di certo la sconfitta divide. Mark McCafferty, Chief Executive della Lega dei club Pro inglesi - la Premiership Rugby - si è detto "furious" per la decisione della RFU di investire Fran Cotton della responsabilità della review di cui sopra, affermando che la decisione rompe gli accordi presi tra tutti i constituents del rugby inglese di usare il Professional Game Board (PGB). Procedere da soli indica un certo livello di panico, dice, nella Federazione:"It is about time the Rugby Football Union acknowledged that the professional game has to be managed by professionals. End of story", afferma. Sarebbe una frase riportabile paro paro in altri Paesi, più ... latini ... McCafferty enfatizza il fatto che il giudice si sia già sbilanciato in aperte critiche, film già visto recentemente :"We have yet another review with people who are already commenting heavily in the press, disclosing their hand on certain issues; so how can that possibly be independent, when people are expressing their conclusions?".
2 commenti:
Miii che grinta quel Cotton! Te lo vedi un face to face tra lui e Martin Johnson? Robe da avvisar preventivamente la gendarmerie di Montpellier ... :o
:D
Secondo me li portano nella brughiera all'alba, cominciano a menarsi un po' come si deve e infine rettificano le decisioni prese di fronte ad un full English breakfast.
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