Inghilterra tra probabili ritorni e giovani all'assalto
Accade che è tutta un'attesa unica, per capire chi sarà il prossimo manager dell'Inghilterra e pure per farsi un'idea di chi potrebbe capitanarla. Finito un capitolo, se ne scriva un altro: la sensazione ormai è che coach Martin Johnson non siederà più in panchina, per quanto dall'ambiente fatto di amici e colleghi giunga voce che lui non abbia intenzione di abbandonare. Gli erano stati concessi quattordici giorni per uscire allo scoperto, nel frattempo i vertici della Rugby Football Union hanno subìto l'ennesimo cambiamento d'annata e di conseguenza le scadenze sono venute meno. A scherzarci sopra, se Clive Woodward fosse libero da impedimenti istituzionali (dice lui), gli busserebbero alla porta di casa mettendosi in ginocchio, pur di riaverlo in gruppo.
L'ultimo nome che si è aggiunto alla lista dei candidabili è quello di Dave Ellis, l'Englishman che è arrivato alla finale della RWC in qualità di allenatore delle difesa della Francia - e i francesi sulla difesa hanno puntato quasi tutto quando è cominciata la fase a eliminazione diretta. E' tornato nella sua casa dello Yorkshire e ha concesso interviste, una di queste al Daily Telegraph, dove ha affermato che come inglese "sarei molto interessato in un ruolo nell'Inghilterra", aggiungendo che se fino ad oggi ha prestato servizio oltreconfine (tra Castres e Brive e nazionale francese appunto) è stato solo per le opportunità che il destino gli ha riservato.
Il primo sbarco a Parigi risale al 1996 quando, da ex giocatore di Rugby League, ha allenato il Paris St Germain, per poi focalizzarsi in ambito difensivo con il Racing Club de Paris, poi divenuto Racing Metro. A quel punto lo hanno voluto al loro fianco prima Bernard Laporte, poi Marc Lièvremont.
Poi c'è Shaun Edwards, altro defensive coach a livello internazionale con il Galles, nonché ormai ex manager dei London Wasps. Nel tempo libero, si è preso la briga di allenare Cambridge nello scorso Varsity Match perso contro Oxford. Smessi i panni del club londinese, ha tentato di lanciare un'opa personale sulla panchina inglese.
Nel frattempo, circola lo slogan Robshaw for NEC: Next England Captain. Si tratta della terza linea Chris Robshaw (nella foto), degli Harlequins: da qui il gioco di parole perché la NEC, società giapponse di Information Technology è stata nel recente passato sponsor principale dei Quins. Il ragazzo sta mantenendo un profilo basso di fronte ai rumors, specificando che comunque sarebbe un grande onore guidare sul campo l'Inghilterra. A sponsorizzarlo ci ha pensato Conor O'Shea, director of rugby degli Harlequins che stanno al piano più alto dell'Aviva Premiership in questo inizio di stagione: "Come giocatore e come leader, è fenomenale". L'uomo giusto per sostituire Lewis Moody, sia come ruolo che come capitano.
"Sam è un'ispirazione per me e per tutti i giovani giocatori in giro", ha detto Chris riferendosi a Sam Warburton, il capitano gallese di due anni più giovane rispetto a Robshaw: Warburton è classe '88, l'inglese un '86 con il titolo di Premiership Player of the year conquistato quando aveva 22 anni. Si danno da fare, questi giovani.
L'ultimo nome che si è aggiunto alla lista dei candidabili è quello di Dave Ellis, l'Englishman che è arrivato alla finale della RWC in qualità di allenatore delle difesa della Francia - e i francesi sulla difesa hanno puntato quasi tutto quando è cominciata la fase a eliminazione diretta. E' tornato nella sua casa dello Yorkshire e ha concesso interviste, una di queste al Daily Telegraph, dove ha affermato che come inglese "sarei molto interessato in un ruolo nell'Inghilterra", aggiungendo che se fino ad oggi ha prestato servizio oltreconfine (tra Castres e Brive e nazionale francese appunto) è stato solo per le opportunità che il destino gli ha riservato.
Il primo sbarco a Parigi risale al 1996 quando, da ex giocatore di Rugby League, ha allenato il Paris St Germain, per poi focalizzarsi in ambito difensivo con il Racing Club de Paris, poi divenuto Racing Metro. A quel punto lo hanno voluto al loro fianco prima Bernard Laporte, poi Marc Lièvremont.
Poi c'è Shaun Edwards, altro defensive coach a livello internazionale con il Galles, nonché ormai ex manager dei London Wasps. Nel tempo libero, si è preso la briga di allenare Cambridge nello scorso Varsity Match perso contro Oxford. Smessi i panni del club londinese, ha tentato di lanciare un'opa personale sulla panchina inglese.
Nel frattempo, circola lo slogan Robshaw for NEC: Next England Captain. Si tratta della terza linea Chris Robshaw (nella foto), degli Harlequins: da qui il gioco di parole perché la NEC, società giapponse di Information Technology è stata nel recente passato sponsor principale dei Quins. Il ragazzo sta mantenendo un profilo basso di fronte ai rumors, specificando che comunque sarebbe un grande onore guidare sul campo l'Inghilterra. A sponsorizzarlo ci ha pensato Conor O'Shea, director of rugby degli Harlequins che stanno al piano più alto dell'Aviva Premiership in questo inizio di stagione: "Come giocatore e come leader, è fenomenale". L'uomo giusto per sostituire Lewis Moody, sia come ruolo che come capitano.
"Sam è un'ispirazione per me e per tutti i giovani giocatori in giro", ha detto Chris riferendosi a Sam Warburton, il capitano gallese di due anni più giovane rispetto a Robshaw: Warburton è classe '88, l'inglese un '86 con il titolo di Premiership Player of the year conquistato quando aveva 22 anni. Si danno da fare, questi giovani.
6 commenti:
Sir Clive? Mmm, fin che attende le olimpiadi dell'anno prossimo ha forse perso il treno. Di certo Woodward ha perduto lo sponsor numero uno in Rfu, il presidente testè dimissionato.
Quello che aveva segato il Ceo John Steele, assunto da soli sei mesi (chissà se aveva terminato il periodo di prova), per il solo fatto di non avergli fissato una intervista.
Quanto a Robshaw invece, ecco il vero mastino inglese, i nostalgici di Martin Johnson (in campo) sarebbero serviti!
Clive, il sir tentenna: non ne vuole sapere, solo che ormai nei palazzi della RFU devono avere appeso post-it ovunque con il suo nome e quindi ne paiono ossessionati.
no no no, si si si, ma adesso pare abbia perso l'amichetto, ti dico ...
L'amichetto dici... Occhio, che in UK quando c'è un amichetto di troppo si dimettono anche i ministri.
... e mandano quel bevuto bollito di Rourke a fare i film sul Gareth Thomas ....
Da noi invece, per fortuna che DiPietro c'è ... :D
Posta un commento