martedì 8 novembre 2011

Monopoli

Il bubbone è scoppiato ed è tanto meglio così, perché andare avanti facendo finta di nulla non fa bene, a nessuna delle parti interessate. Leggi Fir, Benetton Rugby e rugby italiano in generale. In Federazione ce l'hanno con i trevigiani per la questione stranieri, parrebbe. La sensazione è che si stiano legando al dito le vittorie che i Leoni hanno ottenuto nelle loro partite di Magners League prima e Pro12 dopo: dopo tutto, i primi attriti lampanti arrivarono dopo la Benetton riuscì a battere il Munster con gli uomini da nazionale impegnati in Six Nations
Anzi, un passo ancora indietro: vi ricordate il primo tempo sempre contro gli irlandesi in Heineken Cup la stagione precedente allo sbarco celtico (2009/2010)? I padroni di casa al Thomond Park andarono sotto 10-0 nel primo quarto di gara, nella ripresa rimisero le cose a posto ma che brividi. Quella Benetton arrivava dalla vittoria sul Perpignan. Il presidente Giancarlo Dondi quel sabato pomeriggio parlò di tutto, tranne che della prestazione del club italiano in trasferta. 
Il cortocircuito sull'asse Roma (intesa come sede Fir) e Treviso è tanto evidente quanto utile per sollevare altre questioni. Il sentir comune è che la Benetton si stia volontariamente isolando, riproponendo la storia che già ai tempi della scelta delle franchigie da mandare in orbita celtica i consiglieri veneti avevano escluso la Benetton: gli sgherri del capo di pucciniana memoria. Un modo per dare un colpo alla botte e uno al cerchio. "Sì, la Fir ha le sue colpe, ma a Treviso stanno sbagliando tutto". Vediamo un po'.

Il Socio nel suo post passa in rassegna i tabellini dei match disputati sino ad ora dai Leoni e toh, pur con gran parte dei suoi key players in Nazionale alla RWC, si scopre che schierano meno stranieri delle rivali, addirittura meno in media dei limiti prossimi venturi voluti dalla Fir, con buona pace della vulgata messa in giro ad arte.
A proposito, tra i titolari c'è un certo Kris Burton che al Mondiale non c'è andato, l'Italia pare avesse di meglio. E' andata bene, ma solo a Treviso: l'apertura è stata tra le protagoniste del poker di vittorie conquistato dai ragazzi di coach Franco Smith in casa e lontani da Monigo. Si capisce che c'era da fare marchetta, le spese son fatte e le accademie costano. 

Certo, nel frattempo Brendan Williams è stato schierato ad ala, ma appena l'ovale ha cominciato a rotolare si è posizionato estremo al posto di Ludovico Nitoglia e con un sudafricano già all'apertura, Willem De Waal. Gli osservatori federali bussano al box dello staff tecnico e impartiscono ordini sugli schemi e la tattica, ma di utility back non hanno ancora afferrato bene il concetto. 
Si è passati così alle carte bollate. Sarebbe stato da gentlemen agreement (che prevede la presenza almeno di due gentlemen...) arrivare ad un confronto con i piani alti, magari con quel responsabile del rugby di alto livello che dovrebbe essere Carlo Checchinato, che nemmeno si è schiodato dall'ufficio per andare a seguire la Nazionale in Nuova Zelanda: forse che era troppo impegnato con le scartoffie? Le due celtiche italiane non sanno con chi parlare, è un dato di fatto. Magari ora ci penserà Jacques Brunel, ammesso che glielo consentano a questo punto, perché la carica per alcuni è tutto e guai a chi gliela tocca. 

C'è un monopolio in atto. E' chiaramente quello della federazione che propone (?) e dispone. Al punto che non si capisce bene quale sia il confine tra collaborazione e imposizione. I ricorsi e le raccomandate spedite dai trevigiani, a detta del consiglio federale, non appaiono conformi "a quello spirito collaborativo necessario per il raggiungimento degli scopi" che le due iscritte al Pro12 hanno: dare uomini alla patria. Le carte spettano solo alla Fir, con timbro, firma e controfirma. Più monopolio di così, ci sono probabilmente i kolkhoz. La nostra posizione, a tal proposito, è nota da tempo, ritornarci sopra per l'ennesima volta non conviene. 

Dicono, sempre quelli per cui Treviso si starebbe isolando, che in fin dei conti anche la Fir ci impiega del denaro. Ci piacerebbe a questo sapere quanto, per la precisione. La matematica non dev'essere un'opinione e allora attenderemmo volentieri i dovuti rapporti. Ipotizziamo per un attimo di recapitare pure noi una raccomandata alla federazione: ci risponderanno? Oppure ribatteranno, come già successo allo scrivente, che i bilanci di organi come le federazioni sportive possono non essere rivelati a norma di legge?  
Da noi i comunicati sono sempre pieni di asterischi e statistiche aggiornate, ma mai di dati economici. Tanto c'è il monopolio, volenti o nolenti da questa cassa si deve passare.

ULTIM'ORA - Un Dondi che in una intervista al Gazzettino afferma "Treviso fuori dalla Celtic? Non ci voglio nemmeno pensare", viene spacciato come un porgitore di ramoscelli d'ulivo: nella realtà il presidente lo nega ma intanto lo afferma. Il ricorso di Treviso non gli va giù, anche se persino a lui tra le righe pare fondato ("anche se la corte gli darà ragione, non si collabora così"). La tattica di Dondi è quella di paese: puntellare i propri punti fermi (3 stranieri dalla prossima stagione, norma applicata non solo ai nuovi contratti) e collegarli in un rapporto "do ut des" alla concessione già fatta di considerare automaticamente "italiani" gli eleggibili in nazionale, senza necessità che vengano effettivamente convocati (riguarda ad esempio Botes).  Il tutto condito dalla considerazione tra il melodrammatico e il freudiano: la Fir ha cambiato le carte in tavola solo ed esclusivamente per il "bene del movimento". Tradotto: su richiesta di Brunel?
Ovviamente non si fa nessun cenno alla questione principale, i compensi, rimasti ancorati alle cifre già disponibili per le partecipanti alla Heineken Cup. Del resto nell'era del bunga-bunga, la generazione del Presidente tratta con pudore certi argomenti "sensibili" come soldi, bilanci etc.
Dondi informa di aver investito  Nino Saccà e Carlo Checchinato dell'incarico di recarsi nel campo trevigiano per trovare una quadra "senza polemiche".  Allora siamo a cavallo. 

19 commenti:

gsp ha detto...

"La sensazione è che si stiano legando al dito le vittorie che i Leoni hanno ottenuto nelle loro partite di Magners League prima e Pro12 dopo". questa proprio non si puo' sentire.

sul resto dell'articolo sono quasi daccordo. per quanto riguarda il monopolio boh, si, forse. rimane che la FIR e' co-proprietaria della Celtic. piu' che monopolio, e' un rapporto casa madre/concessionario. e' giusto? forse no. se fai benissimo da concessionario ti becchi il bonus (hence, treviso che entra come club e non come franchigia), ma non diventi il padrone.

e poi la celtic rimane cmq un oligopolio, se vuoi il mercato di piena concorrenza guarda al top14, o alla serie a di calcio.

ringo ha detto...

@gsp: l'affermazione suona forte, lo ammetto io stesso. Ma così, a occhio e croce, la sensazione IMHO è questa. Dopo tutto, giravano cattive voci dopo le vittorie in trasferta dei Leoni perché l'arbitro era pure un italiano (voci non solo di Ulster, ma pure di casa nostra).

Abr ha detto...

- " la FIR e' co-proprietaria della Celtic".
Sicuro?
Io non molto. Secondo me è solo un "cliente", che ha acquisito il diritto di presentar due squadre (presentando garanzie, insufficienti come si ricorderà, che dovettero essere aumentate di 3 milioni col contributo di fiedjussioni dai due club).

- Sia come sia, tra Fir e franchigie "e' un rapporto casa madre/concessionario", questo è all'incirca corretto. Fatto salvo che la Fir non è la Celtic, è (solo) la distributrice esclusiva per l'Italia del brand Pro12.
Le concessionarie cmq. sono società indipendenti. Sia Benetton che Aironi non sono controllate nè partecipate Fir.
Non c'è un PADRONE, esiste un contratto che vincola ambo le parti, dare ed avere.

- La vera differenza con top14, la serie A o la premiership? Questi ultimi tutti sono campionati organizzati/rappresentati non dalla federazione o da una sua emanazione, ma da un ente che raggruppa i club Pro com'era la Lire in Italia.
In tal modo si evita non tanto il monopolio ma un conflitto di interessi grande come una casa.

gsp ha detto...

@Abr, e metti in campo i tuoi potenti mezzi... io avevo capito che la FIR era co-owner della Celtic Rugby Limited, con le altre federazioni celtiche. in quel caso non e' solo il distributore del marchio.

la differenza tra CL e top14 e premiership inglese, e' che le seconde hanno soldi, bacini, sponsors, competenze e numeri per fare dei campionati professionistici e competitivi.

le nazioni del CL invece no, per questo le federazioni hanno dovuto 'step in' e farsi carico dell'organizzazione di un campionato professionistico. e' sempre stato un campionato in funzione della nazionali. in cambio, hanno piu' tempo per costruire e rischiare e non retrocedono. poi non e' detto che non si possa cambiare...

Nick ha detto...

Bel post Ringo. Assieme a quello precedente (di Abr) Ha il merito di smascherare il classico giochino che facciamo da 50 anni: DEMONIZZARE l'avversario con la complcità di una stampa sciatta e ignorante quando non in malafede che INVENTA una storiella facile da vendere al popolino sotto gli occhi compiaciuti del barone di turno. Poi lo stesso popolino frigna nei salotti e negli studi televisivi parlando di "fuga dei cervelli" (o di Nazionale perdente, in questo caso). Sarà una coincidenza, ma queste grane capitano sempre a chi svetta, perchè l'igualar por abajo è la nostra specialità. Occhio FIR che, volendo dire le cose come stanno, un finanziatore come Treviso non lo trovate più. E occhio che avete un problema di governance grande come una casa, se per risolvere un problema come questo tocca passare alle carte bollate. O non è piuttosto che lo fate apposta a non fornire un interlocutore degno di tal nome alla controparte, così la suddetta storiella per allocchi sta in piedi ancora meglio?

Abr ha detto...

Ecco scatenati i potenti mezzi:

Ha ragione gsp, la fir è co-owner del "body" (ente) Celtic Rugby Limited, basato a Ballsbridge, Dublin 4, assieme a Irfu, Wru, Sru.
Il board include due rapprensentanti per Union e un presidente indipendente; la cosa curiosa è che dal 2010 (per risparmiare), presidente (John Feeehan), uffici e staff impiegatizio sono colocati-condivisi con la RBS 6Nations e i B&I Lions.

Aldilà delle curiosità, cambia ma di poco: la Fir "pesa" nel Board nella misura di 2 consiglieri su 9 ...
Chi sono i due italiani: Cesare Barzoni viadanese e Roberto Besio, ProRecco, Liguria.

Nick ha detto...

Non ci vuole nemmeno pensare. Beh, neanche noi, almeno su questo siamo d'accordo :-D Ma vi rendete conto? Ne stiamo parlando (già questo è grave) come di una possibilità concreta e nessuno (a parte voi) che dica: "Siete tutti matti? Ma in che mondo siete cresciuti?". Incredibile, Calderòn de la Barca non saprebbe fare di meglio.
Ah, una cosa (già detta, ma non si sa mai): a quanto mi ricordo nè la Celtic, nè la FIR hanno mai detto, nero su bianco, che la candidatura doveva obbligatoriamente essere una franchigia. Potrei sbagliare, ma se è così (mi pareva proprio di sì) allora siamo davanti a un caso classico di quanto ho scritto poco sopra: si fa passare l'idea che i termini di un affare siano diversi da quelli effettivi, si monta su un pò di casino (tanto, quella volta) per poi trovare un accordo apparentemente reso possibile dalla magnanimità della Federazione, che quindi potrà millantare crediti per il resto dell'eternità. Spero di sbaglarmi perchè altrimenti è tanto sporca.

Abr ha detto...

Guarda Nick, per tranquillizzarti ti direi che non ci sono le file a spintoni per rimpiazzare benetton.
Il credito nel senso di soldi e non solo per far certe operazioni, non sono merce facile da recuperare di questi tempi. Fossi Zatta, Munari & Co., forse mi permetterei di tirar la corda un filino oltre. Così, tanto per segnalare al Dondi e ai suoi "plenipotenziari" che qua non s'imbarcan cucchi.

Mentre verificavo "coi potenti mezzi" (internet), mi si ripresentava davanti un fatto ironico: la fir a fine gennaio 2009 aveva ufficialmente fatto "pull out" dall'operazione celtica, s'era ufficialmente e formalmente RITIRATA con tanto di letterona al Board. Perchè quei ragni celti avevan chiesto un extra esbosrso inizialmente non previsto.
Le italiane sono in Celtic solo perchè ai primi di marzo, benetton e aironi e non la fir, si presentarono al board celtico recando tra i denti 3 milioni in fidejussioni.
Poi il merito di essere in celtic vada pure alla Fir, nessun problema.

gsp ha detto...

@abr, non sono cosi' sicuro.

I 3 milioni di fidejussione non significa che Treviso ed Aironi hanno messo 1.5 mln a testa. Benetton non ha messo niente di piu', infatti Zatta lo dice. Le due celtiche hanno garantito per la FIR, nel caso il debito non venga estinto, ma il debito di 3 mln lo paga la FIR. ma prontissimo ad essere smentito se hai altre info.

purtroppo e' cosi', dobbiamo ringraziare questi burocrati se l'italia e' nel 6n e nella CL. e per resuscitare l'eccellenza? dobbimo chiedere i soldi ai burocrati.

ivanot ha detto...

Soldi a pioggia senza capacità di gestione è come buttarli via, ma nessuno viene in mente che se a Treviso funziona è perché Benetton non è l'ultimo arrivato in termini di gestione e ricapitalizzazione dei suoi soldi? Caro gsp a chi dai i soldi? ai tuoi amici magari incapaci ma che ti votano o a persone capaci e competenti che non ti votano? Rischiare e fare l'imprenditore con i soldi degli altri sono capaci tutti, se ti va bene sei bravo se perdi tutto chi se ne frega tanto non sono soldi tuoi?

ivanot ha detto...

Questo è un grande sport dove bambini alti bassi, magri e grassocci e chi più ne ha ne metta possono giocare assieme ed essere tutti importanti allo stesso modo senza nemmeno essere derisi ma supportati da storia e cultura sportiva e da un immenso spirito di corpo, tutto quello che stà succedendo è inqualificabile.

Abr ha detto...

gsp, una fidejussione come saprai è come aver prestato soldi: costa, diminuisce il tuo castelletto etc.etc. Solo svantaggi a prestarla, quasi quasi è meglio pagare cash.
Quindi se la fir si è fatta garantire dalla benetton, non vale un po' meno perchè il debitore reale è la fir: è pure peggio.
Un garantito poi, non dovrebbe permettersi di "rammarcarsi" se il suo garante scrive raccomandate, dovrebbe solo abbassare lo sguardo. Un po' arrogantini 'sti federali.

Nick ha detto...

Quoto gli ultimi Ivanot e Abr. Some of our fellow Federates are forgetting themselves and, most of all, seem to have no clue about how they got where they are. Bello, voglio vedere come va a finire...!

gsp ha detto...

@Abr, non sono un esperto, ma non e' come pagare cash.

"non si è trattato di tirare fuori nuovi soldi, quanto piuttosto di dare supporto alla Fir nelle garanzie finanziarie — puntualizza il presidente biancoverde Amerino Zatta"

Arrogantini i federali? penso proprio di si.

Abr ha detto...

Una Pmi "normale", piuttosto di fare una fidejussione piange in greco (è un immobilizzo di capitale assolutamente infruttifero); mi par che Zatta faccia lo splendido coi soldi dei suoi datori di lavoro.
Difatti quella fidejussione la firmò Gilberto Benetton, uno che beato lui, impegni di spesa inferiori ai dieci milioni potrebbe farli firmare alla sua segretaria ...

gsp ha detto...

suggerisco l'intervista di melegari a rugby 101? dice, non dice, cmq molti spunti interessanti.

Abr ha detto...

Sentita.
Melegari sta ovviamente molto sghiscio, mi pare anche un po' confuso, ripetitivo.
Ha problemi coi soci, figuriamoci se fa il disallineato con la Fir.
"la Fir ha il coltello dalla parte del manico": sta solo dicendo, non posso parlare liberamente. Tutto il resto è un po' fuffa.

E si vede che il buon wilhem ci legge ("dirigismo statalista" è un nostro trademark da tempo oramai), anche se ci interpreta non del tutto correttamente.
l'Irlanda difatti lo diciamo da un po' che per noi è il modello giusto (vedi anche risposte ai tuoi commenti), data la strada che oimè abbiam deciso di prendere (idealmente noi saremmo liberisti selvaggi, ebbene si: in mercati potenziali da 60 milioni di abitanti e non 6, vive la France, Hurrah England).

Il modello però andrebbe seguito IN TOTO: con le franchigie che trainano la nazionale e vengono fatte vincere per inculcare la mentalità vincente, includendo l'impiego intensivo di stranieri proprio per FAR CRESCERE i locali.

Interessante l'opinione su Mallett e Bocchino.
Brunel "uomo di campo": bene, è una conferma di come lo presentammo quando fu annunciato: uomo di bordo campo, furono le parole che usammo. Fa piacere sapere che segue gli allenamenti. Spero si faccia vedere presto anche a Tv, altrimenti comincerò a pensar male.

gsp ha detto...

Se non sbaglio Brunel ha espresso una opinione simile, se e' stata riportata correttamente, quando dice che Bocchino doveva stare in Celtic. Ha fatto bene Prato a prenderlo e secondo me lo rivediamo in nazionale.

Melegari dice anche che la FIR contribuisce piu' o meno intorno al 25% al bilancio Aironi. pensi che al Benetton si viaggi sulla stessa percentuale?

Abr ha detto...

Su Bocchino, Melegari sostiene il contrario: che Brunel al contrario di Mallett abbia detto che NON è da Celtic, dando ragione alla sua scelta di vendelo.

Sul dinero, non lo so: se dan il 60% dello stipendio dei giocatori di interesse nazionale più quello di 4 staff (coach, preparatore, medico etc.) e nulla più come dice Melegari, la mia sensazione a spanne è che con la Benetton siano più bassi come percentuale, tra il 10 e il 20% azzardo. Ma è pura spannometria.

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